Ministro Bernini in Cina : confronto su scienza,tecnologia, innovazione
Alessandra Servidori https://www.radioinblu.it/streaming/?vid=0_2yp5n4y9
Oggi 28 novembre 2023 a Pechino si svolge la dodicesima edizione di Italia/Cina evento dedicato alla scienza, tecnologia, innovazione, promosso annualmente in partnership dal ministero dell’università e ricerca italiano e il ministero della scienza e della tecnologia cinese, finalizzato a valorizzare i sistemi nazionali di ricerca e innovazione attraverso scambi accademici scientifici e tecnologici di cui sono garanti per parte nostra il Ministro Annamaria Bernini e parte cinese il vice Ministro Zhang Guangium. Si tratta di un programma bilaterale confermato dall’impegno a rilanciare nel quadro del partenariato strategico globale del settembre scorso da parte della Presidente Meloni. Il programma rappresenterà un momento di confronto e condivisione tra gli interlocutori del panorama scientifico e tecnologico cinese e italiano, con l’obiettivo di promuovere la nascita di nuove collaborazioni e partenariati nei settori di reciproco interesse per lo sviluppo e il benessere della società. Agli incontri one-to-one sono presenti circa cento partecipanti appartenenti a università, centri di ricerca, hub e start up italiane e cinesi impegnate in ricerca e innovazione che avranno l’opportunità di dialogare per costruire nuovi partenariati accademici, scientifici ed industriali. Diverse le opzioni in campo: scambi accademici (UtoU), progetti di ricerca (RtoR), partnership ricerca-impresa (RtoB) e tra imprese innovative (BtoB).Si discute di tecnologia applicata alle Olimpiadi Invernali che rappresenta una forza trainante di innovazione e spettacolo per temi come il cronometraggio di precisione; l'uso di droni per catturare angolazioni spettacolari; l'implementazione di realtà virtuale per coinvolgere gli spettatori sono solo alcune delle innovazioni che caratterizzano le Olimpiadi Invernali. Lo Smart Manufacturing, che agisce come il catalizzatore per l'ottimizzazione e l'efficienza che rappresenta una rivoluzione del mondo dell'industria, dove la convergenza di tecnologie avanzate come l'Internet delle cose (IoT), l'intelligenza artificiale (IA) e l'analisi dei dati ha trasformato radicalmente il modo in cui vengono progettati, realizzati e gestiti i processi di produzione;infine un confronto tra giovani innovatori che attraverso la creatività e il cambiamento, portando nuove soluzioni e approcci alle sfide globali,alimentando nuove imprese e iniziative. Sappiamo bene che a quattro anni dalla sua firma da parte dell’allora ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio e benedetta dall’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte, la Via della seta continua a essere un problema per il governo Meloni e i suoi consiglieri diplomatici: un dossier delicatissimo, prioritario per la maggior parte dei nostri alleati, e che determina anche la credibilità dell’Italia presidente di turno del G7 del prossimo anno.Eppure, mentre l’esecutivo cerca il modo meno brutale di uscire dalla Via della Seta, Pechino trova modi molto più facili per aggirare il livello governativo e passare direttamente a livello locale. Infatti il forum della Belt and Road local cooperation, la Via della seta degli enti locali, si è già svolto a settembre al quale partecipano diversi comuni italiani tra i quali Cagliari, Fermo, ma pure zone di grande interesse industriale come l’intera provincia di Brescia. Tutti memorandum firmati, a partire dal 2019, sotto il brand della Via della seta cinese. Inoltre abbiamo un nucleo poderoso anche in italia (14) di Istituto Confucio che sono timidamente accusati da vari accademici che li frequentano come docenti di essere oltre che funzionali a sensibilizzare nel mondo la cultura cinese "cercano di modificare l'immagine di Pechino agli occhi del mondo". Le accuse mosse nei confronti dell'operato degli Istituti Confucio è quella di edulcorare la visione che diversi paesi del mondo hanno del regime cinese e nel contempo quello di porre dei veti più o meno palesi nei confronti di iniziative culturali sgradite al Partito Comunista Cinese, pur se effettuate fuori dalla Cina. L'ampio dibattito che ne è scaturito ha portato alla chiusura di diversi Istituto Confucio negli Stati Uniti d'America e in Europa, tra cui quelli dell'Università di Leiden, della Copenaghen Business School in Danimarca, della Università Paris-Ouest Nanterre in Francia, e dell'Università di Stoccolma.( inthenameofconfuciusmovie.com.)Diversamente ai Ghoete institut , e ai Cervantes Insitutus,in Italia la diffusione degli Istituti Confucio è iniziata da Napoli, in collaborazione con la prestigiosa Università L’Orientale. Nel mondo gli Istituti – a partire dal primo, fondato a Tashkent nell’Uzbekistan nel 2004 – sono ormai molti e sono di emanazione di Hanban, che è Ufficio nazionale per l’insegnamento del cinese come lingua straniera: un nome che sembrerebbe assimilare questa organizzazione a quelle che in Germania appunto promuovono nel mondo i Goethe Institut e in Francia le sedi dell’Alliance Française, Spagna ecc. Ma il paragone è ingannevole: il Goethe o l’Alliance Française sono sostenuti dai rispettivi governi, ma sono indipendenti, mentre l’Hanban è parte integrante della macchina governativa cinese. Dubbi su spionaggio e servizi segreti sono legittimi e la verità è che la questione del Covid nato appunto in Cina e segretamente protetto da informazioni quasi inesistenti e da sospette missioni cinesi nei nostri ospedali con accesso disinvolto a dati sensibili, e ora la polmonite pediatrica che sta colpendo in misura massiccia i piccoli cinesi e della quale ancora ben poco conosciamo, ci consente di avere particolare attenzione ai rapporti con questa potenza mondiale con la quale abbiamo sicuramente necessità di dialogare e scambiare la nostra eccellenza peraltro straordinariamente riconosciuta a livello mondiale ,senza essere schiacciati . Il ministro Annamaria Bernini saprà tenere l’equilibrio e la saggezza istituzionale che serve.