La finanza che ci interessa conoscere
Alessandra Servidori La finanza italiana che ci interessa conoscere
Parlando alla conferenza di Riga, in Lettonia, per il decimo anniversario dell’introduzione dell’euro nel paese baltico, Panetta ha sottolineato come "il settore bancario europeo si conferma frammentato lungo linee nazionali". Ed "è pertanto difficile immaginare una unione del mercato dei capitali pienamente funzionante se le banche non sono in grado di operare liberamente in tutta l'area dell'euro", ha ribadito. Per il Governatore, infatti, "nei prossimi anni l'Europa si troverà a operare in un contesto politico internazionale più complicato rispetto al passato. Essa dovrà allo stesso tempo realizzare obiettivi ambiziosi in ambiti quali la difesa, la transizione digitale e la lotta ai cambiamenti climatici. Una vera e propria unione del mercato dei capitali aumenterebbe le probabilità di successo". Parlando poi del ruolo dell’euro, il Governatore ha sostenuto che la valuta comune influenza il ruolo dell’Europa nel mondo: "La finanza è uno strumento al servizio del benessere collettivo, e l'euro non fa eccezione: gli obiettivi e le implicazioni della moneta unica vanno ben oltre la sfera monetaria. Il successo dell'euro come valuta di riserva internazionale influenza il ruolo dell'Europa nel panorama economico e finanziario mondiale; incide sulla nostra collocazione geopolitica, sulla nostra autonomia strategica", ha concluso. "La revisione del quadro normativo del sistema finanziario ha subito una forte accelerazione che ha sicuramente ottenuto il risultato di migliorare la resilienza delle banche”. Tuttavia, “la natura stessa del processo di revisione, pressato spesso dal clima di emergenza e orientato soprattutto alla stabilità, non ha portato a uno sviluppo coeso e coordinato delle regole, ma a un quadro generale eccessivamente complesso”. il Presidente dell'ABI, Antonio Patuelli, ha consegnato e illustrato il 24 gennaio in una serie di incontri istituzionali a Bruxelles sulle priorità del settore bancario. Secondo il Presidente dei banchieri italiani, il focus dovrà spostarsi sulla competitività e la crescita: “C'è bisogno (…) di un sistema normativo e regolatorio più semplice, efficiente e anche flessibile perché la natura senza confini del digitale e l'evoluzione della fintech chiedono un rapido adeguamento alla situazione in continuo cambiamento". ABI chiede, dunque, alle istituzioni – anche in vista delle elezioni europee del 9 giugno - di avviare una valutazione globale del quadro normativo esistente per verificare l'impatto e l'efficienza dei regolamenti. Un lavoro che, dovrebbe precedere l'esame di qualsiasi eventuale nuova proposta legislativa nel settore dei servizi finanziari. Secondo ABI, la valutazione del quadro normativo complessivo dovrebbe anche essere mirata a rendere finalmente concreto e attuale il principio di proporzionalità, "sempre enunciato ma mai applicato". Per Patuelli "assume particolare importanza la revisione di alcune regole sulla ristrutturazione dei crediti. Bisogna, infatti, evitare assolutamente che la riscrittura di queste norme finisca per ostacolare le misure a sostegno dei debitori in difficoltà, determinanti in una fase economica tanto incerta". Inoltre, "diventa fondamentale collocare le proposte e le azioni per il rilancio dell'Unione del mercato dei capitali all'interno di una nuova visione complessiva che coinvolga tutte le istituzioni e gli attori principali". In vista della prossima legislatura europea, ABI auspica anche una proposta legislativa volta a ridisegnare il quadro macroprudenziale, "assicurando la coerenza dell'impianto complessivo e la chiarezza dei ruoli di ciascuno strumento, nonché dei poteri attribuiti a ciascuna Autorità".Inoltre La Presidente di Ania Maria Bianca Farina ha definito “inderogabile” il completamento e l’ammodernamento di un sistema di welfare pubblico-privato, in linea con le scelte già compiute in altri Paesi avanzati, “in modo da affrontare per tempo, con strumenti adeguati, le sfide della sostenibilità finanziaria, dell’adeguatezza delle prestazioni da garantire ai cittadini e dell’invecchiamento della popolazione”. Ciò vale, per la numero uno di ANIA, con riguardo alla previdenza, dove a fronte delle esigenze di contenimento della spesa pubblica non c’è una sufficiente mobilitazione del risparmio privato dato che alle forme integrative confluisce appena il 4% del considerevole risparmio finanziario posseduto dalle famiglie italiane, con un’incidenza delle forme previdenziali integrative sul PIL inferiore al 10% contro l’oltre 100% nel Regno Unito e 200% nei Paesi Bassi. Ma vale per la sanità dove, complici i tempi di attesa, sempre di più i cittadini ricorrono al privato con una spesa out of pocket che ha superato i 40 miliardi. Per Maria Bianca Farina "Il settore assicurativo (…) è disponibile a sviluppare in sinergia con il sistema pubblico aree strategiche come il risparmio previdenziale e la tutela sanitaria, al fine di migliorare la protezione sociale dei cittadini e determinare ritorni positivi per l'economia del Paese". A questo fine, ANIA ritiene necessario un riordino delle normative di riferimento, anche con un "testo unico" in ambito sanitario.