IL CURA ITALIA LASCIA SOLE le famiglie
ALESSANDRA SERVIDORI IL CURA ITALIA LASCIA SOLE LE FAMIGLIE CON PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI
l decreto Cura Italia non riconosce la cassa integrazione in deroga a questo settore, mettendo a rischio licenziamento due milioni di persone.
Il governo lascia scoperto chi ha più bisogno e cioè una categoria professionale che in Italia conta circa due milioni di lavoratori: quella di colf, badanti e babysitter che sono il braccio destro delle famiglie. Nel testo del decreto (articolo 22, comma 2), questo genere di impieghi è esplicitamente escluso dall’utilizzo della cassa integrazione in deroga, reintrodotta e rafforzata per gli altri dipendenti.
Cosa devono fare allora le famiglie che hanno assunto una colf, una badante o una babysitter? In teoria, dovrebbero continuare a pagarle anche se – a causa dell’emergenza coronavirus – non si avvalgono più dei loro servizi. Il problema è che spesso questo non è possibile, anche perché in molti casi le stesse famiglie hanno subito un calo significativo delle entrate.
Anche il reddito di ultima istanza, creato dal decreto Cura Italia e finanziato con 300 milioni, rischia di essere una strada impraticabile se sarà confermato il limite di reddito a 10mila euro, che viene superato da molte colf, badanti e babysitter.
L’unica soluzione sarebbe quindi l’interruzione del rapporto di lavoro. Ma è chiaro che una pioggia di licenziamenti in questo settore avrebbe conseguenze drammatiche, visto che colf, badanti e babysitter (per il 90% donne e per il 66% straniere) rappresentano già una categoria poco tutelata. Alcune possono prendere le ferie forzate o i permessi (retribuiti e non). Inoltre, colf e babysitter (ma non le badanti) possono chiedere all’Inps se hanno figli under 12 e allora possono avere il congedo parentale. Ma dobbiamo sapere che l’esclusione delle badanti rischia di essere particolarmente problematica, visto che le residenze per anziani e disabili sono state chiuse come misura anti-contagio.
Tutte le lavoratrici del settore, in ogni caso, incasseranno dallo Stato il premio di 100 euro se hanno lavorato a marzo.
Dal punto di vista delle famiglie, l’unica notizia positiva è che il termine per il pagamento dei contributi Inps e Inail è slittato dal 10 aprile al 10 giugno. Rimangono oltre tutto senza nessun riconoscimento e aiuto i caregiver familiari,con il Fondo previsto dalla legge del 2017 che è congelato inutilizzato per ostilità tra i partiti della maggioranza che vogliono approvare un ddl presentato dalla Sen.Nocerino senza nessuna modifica che invece chiedono giustamente le associazioni familiari per identificare il numero e le modalità di distribuzione del Fondo.Una resistenza inutile dannosa e punitiva per chi assiste i disabili 24 ore su 24