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MANIFESTO del BUONSENSO a difesa della Costituzione NO         ALESSANDRA SERVIDORI - No alla costituzione violata –  MANIFESTO del BUONSENSO Ai... Read more
GLI INGHIPPI DELL'ITALICUM ALESSANDRA SERVIDORI -GLI INGHIPPI DEL BRUTTO ITALICUM 21 marzo 2016 www.formiche.com  Dunque,... Read more
RAGGI,APPENDINO,BERGONZONi contro le cd quote rosa.Un controsenso Alessandra Servidori  RAGGI,APPENDINO,BERGONZONi contro le cd "quote rosa" 29 settembre... Read more
E la speculazione va......................... Alessandra Servidori      E la speculazione va….. 3 settembre 2016 In questa stagione di numeri... Read more
Nuova Professionalità la diversità e il genereITS settembre/ottobre *Alessandra Servidori       Pubblicato oggi 27/ottobre/2021        Rubrica ITS e divari di genere... Read more
Legge di biliancio :tra le ombre qualche lumicino Alessandra Servidori  LEGGE DI BILANCIO : tra le ombre qualche lumicino - 2 Dicembre 2017 Il... Read more
Basta politiche assistenziali : politiche attive e subito   https://www.startmag.it/economia/perche-urge-una-riforma-delle-politiche-attive/             ... Read more
WEBINAR : Assistenza Lungo termine 18 Marzo 2021      Assistenza Di Lungo Termine, Alcune Proposte Operative: Il Nuovo Webinar Di... Read more
DOSSIERINO 8 MARZO 2024 MA..............                                                                       Dossierino 8 marzo 2024 MA... Read more
Non solo critiche: così a Bruxelles si lavora contro il virus ALESSANDRA SERVIDORI    www.ildiariodelavoro.it   29 Aprile 2020 Non solo critiche: così a... Read more
Dottoresse in prima linea. Ma non solo Dottoresse in prima linea. Ma non solo.... Read more
LA NUOVA CONTRATTAZIONE DEL DIRITTO DEL LAVORO Alessandra Servidori                  LA NUOVA CONTRATTAZIONE DEL DIRITTO... Read more
IL 26 November per SAMAN e il suo coraggio Alessandra Servidori     IL 26 NOVEMBRE per SAMAN e il suo coraggio  Ci avviciniamo a passi... Read more
pari opportunità e legge di bilancio? Sparite Alessandra Servidori     La politica per le pari opportunità ? spezzettata o generica. Insomma... Read more
La grisaglia confindustriale pretenziosa Alessandra Servidori      La grisaglia confindustriale pretenziosa   SABATO 2 luglio  Faziosa e... Read more
L'arte e la storia per la scuola è come acqua nel deserto.Demenziale sopprimerle Alessandra Servidori Leonardo ,l’arte,la storia : un patrimonio straordinario che la scuola... Read more
aspettando la legge di bilancio e ancora prima la Nadef Alessandra Servidori      Aspettando la legge di bilancio www.ilsussidiario.com    24 settembre... Read more
La ville lumiere sorella d'Italia Alessandra Servidori         Conte 2 Impari dalla sorella Francese parigina  Macroniana  In... Read more
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TELETHON e TUTTEPERITALIA insieme per sostenere la ricerca scientifica       Natale 2022                                   Anche quest’anno aderiamo come... Read more
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E finalmente un già( il mio Ministro del lavoro Sacconi ) dalla parte del lavoro femminile : nero su bianco  E finalmente un già( il mio Ministro del lavoro Sacconi ) dalla parte del lavoro femminile :... Read more
CONTRATTI METALMECCANICI E LAVORATORI PUBBLICI:ottimo lavoro! Alessandra Servidori        I PUNTI IN COMUNE DEI CONTRATTI PUBBLICO IMPIEGO E... Read more
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A CESENA a parlare di Politiche di Pari opportunità FIDAPA FEDERAZIONE ITALIANA DONNE ARTI PROFESSIONI AFFARI BPW ITALY B.P.W. ITALY-Sezione di... Read more
Testo Audizione Senato 9 marzo 2021 PNRR Alessandra Servidori  Docente di politiche del lavoro e Presidente Nazionale ... Read more
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Donne pace e sicurezza Alessandra Servidori                 DONNE PACE E SICUREZZA a che punto siamo in tutto il mondo ... Read more
Oggi 28 Aprile : la nostra guida amica per prevenzione salute e sicurezza sul lavoro                     Coordinamento tavolo interistituzionale  Prevenzione malattie professionali... Read more
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18 Giugno 2020 Proposte di occupazione femminile Donne e Lavoro IN EPOCA Covid GIOVEDÌ 18 GIUGNO 2020, ore 16.45 –18.30 La partecipazione delle... Read more
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Le malattie professionali 26/11/2016 Sabato 26 novembre, il Centro di ricerca sul cancro dell’Istituto Ramazzini ospiterà il... Read more
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Quel che resta della scuola ALESSANDRA SERVIDORI Quel che resta della... Read more
La povertà educativa discrimina i giovani Rubriche NUOVA PROFESSIONALITÀ _ V/1 (2024) ISSN 2704-7245 8 Innovazioni e Pari opportunità a... Read more
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Malattie professionali. ecco la guida amichevole Alessandra Servidori    27 settembre 2017 Continua il nostro impegno per le donne egli uomini e... Read more

Ripresa no, ripresina,forse,ma molto ina

Alessandra Servidori - Ripresa no, ripresina,forse,ma molto ina .     30 agosto 2017

 La campagna elettorale droga i dati economici che ci vengono somministrati dai più svariati osservatori più o meno credibili sia a livello nazionale che internazionale al ritmo di pacchetti settimanali sempre più contraddittori. Sbaglia chi al Governo si lancia in proclami esaltati di ottimismo.Una propria opinione la si può avere analizzando  anche la situazione che si vive a casa propria. Per esempio ,dai dati pubblicati dall’ufficio studi della CGIA la via Emilia non è più un luogo per artigiani. La “fuga” dei piccoli imprenditori, schiacciati dalla coda lunga della crisi e dalle logiche sempre più aggressive della grande distribuzione, continua infatti anche in questi mesi del 2017. E i numeri dell’emorragia sono impietosi: dal 2009 a oggi l’Emilia Romagna ha perso per strada 16.466 aziende artigiane, pari all’11,3% del totale. Erano 145mila, ora sono 128mila. Dunque il famoso  “modello emiliano” è  in fondo alla classifica tra le aree produttive del nord. Nessuno in questi otto anni ha visto chiudere in termini percentuali così tante piccole imprese. La Lombardia, ad esempio, con cui spesso l’Emilia si paragona, è in calo del 7%. Anche il dato nazionale è migliore, visto che il calo si ferma al 9,9%. Nell’anno che molti industriali hanno salutato come quello del definitivo rilancio post-crisi, l’Emilia-Romagna si scopre fragile al pari, se non peggio, degli altri, perché le  attività artigianali  in passato la regione Emilia Romagna  aveva il primato sono in declino. Per il 2017  il calo delle piccole ditte è dell’1,2%, altre 1.624 sparite, e anche qui la flessione è la più alta rispetto al resto del Nord-Est. Ma il centro studi di Mestre va ancora più a fondo, spiegando come acausa della crisi siano spariti interi mestieri. Le categorie più colpite sono autotrasportatori, falegnami, edili e produttori di mobili. Mentre reggono meglio parrucchieri, estetisti, taxi e quelli che lavorano nel settore alimentare. Lungo è anche l’elenco dei motivi che hanno portato a questo crollo: La crisi, il calo dei consumi, tasse, burocrazia, mancanza di credito e costo degli affitti sono le principali cause che hanno costretto molti piccoli imprenditori ad abbassare la saracinesca della propria bottega.Un ruolo, in negativo, lo gioca la grande distribuzione, perché negli  ultimi 15 anni le sue politiche commerciali si sono fatte sempre più aggressive, per molti artigiani e piccoli negozianti non c’è stata via di scampo. L’unica soluzione è stata gettare la spugna. La crisi dei consumi delle famiglie ha fatto il resto. La timida ripresa del “carrello della spesa” ha toccato quasi solo ipermercati e discount, mentre la piccola distribuzione, fatta di botteghe artigiane e piccoli negozi di vicinato, resta al palo. E anche la CNA,regina dell’artigianato romagnolo, contemporaneamente denuncia contrazione del numero di imprese soprattutto le imprese artigiane sentono ancora il prezzo della crisi economica in Romagna. A dirlo è l’indagine TrenRa della Cna di Ravenna. Nel 2016 le imprese artigiane sono diminuite di 103 unità (-0,95%) ma negli ultimi otto anni il comparto ha perso il 12,1 per cento delle aziende, pari a 1.470 realtà produttive. L’emorragia continua nel 2017: il movimento anagrafico complessivo delle imprese ha visto chiudere altre 921 ditte (-2,28%) con una consistente diminuzione nel settore artigiano: -164 unità imprenditoriali (1,53%, si è passati da 10.716 a 10.552 aziende). Il settore tessile-abbigliamento-calzaturiero registra una ulteriore contrazione e chiude a -1,95% rispetto al dato del 2015.La meccanica di produzione, uno dei settori maggiormente penalizzato dalla crisi economica, vede un decremento delle imprese del settore pari al tre percento , confermando i trend negativi che hanno caratterizzato i quattro anni precedenti . Ragionando per aggregati, il settore manifatturiero (agroalimentare, sistema moda, meccanica e legno/arredo) registra una diminuzione dell’1,17%.L’edilizia, vero traino della crescita dell’Albo delle Imprese Artigiane fino al 2008, prosegue la contrazione (-1,24%), confermando le forti difficoltà del settore. Dal 2008, il comparto ha perso oltre il 14% delle imprese registrate. Per quanto concerne il settore dei trasporti, il 2015 si chiude con un decremento delle imprese iscritte all’Albo dell’1,95%, da ascriversi esclusivamente al trasporto merci (90% delle imprese del settore).  Nella manutenzione e riparazione di auto e motoveicoli si registra una diminuzione dell’1,71%. Nell’ambito delle attività professionali, si registra un -0,86% per il settore informatico: un ulteriore ridimensionamento dopo la battuta d’arresto di fine 2015 (-2,50%), per un settore che nel corso del 2014 era cresciuto di quasi il 2%.Questo spaccato di dati ci fa capire che in pochi si azzardano  a chiamarla ripresa economica - ad eccezione ovviamente del governo - ma  dopo un decennio di crisi qualcosa si sta finalmente muovendo. Il termine più usato dagli economisti è quello di “ripresina”, proprio per sottolineare i molti ostacoli che la congiuntura italiana deve ancora superare prima di poter dichiarare il cessato allarme.L’aumento del Pil potrebbe essere di circa un punto percentuale nel 2017  ma è evidente che non è un tasso di crescita soddisfacente ma per ora bisogna accontentarsi e questa è la verità.La crescita del Pil sia trascinata soprattutto dal buon andamento delle esportazioni, mentre il mercato interno continua a fare molta fatica. Le famiglie più povere, le aziende più deboli e il Mezzogiorno stanno ancora soffrendo. Si tratta di un’ampia fetta del Paese che non partecipa alla ripresa economica, un fenomeno peraltro che non si registra solo in Italia ma in tutto l’Occidente.Dai dati che ci giungono dgli Stati Uniti, dove il Pil è in forte crescita da moltissimi trimestri Apple, Facebook e Google scoppiano di salute ma danno da lavorare a poche decine di migliaia di persone. La vittoria di Trump è figlia delle crescenti diseguaglianze all’interno della prima economia al mondo e della perdurante crisi di moltissime famiglie. in Italia si potrà affermare che la ripresa sarà solida e sostenibile solo quando ci sarà una ripresa del mercato del lavoro: e di questo per ora non c’è traccia, anche perché l’automazione e la sempre maggiore diffusione del lavoro precario rendono ancora più difficile la riduzione della disoccupazione. Dunque la timida ripresina cerca di esistere  ma non può essere esaltata; continuerà a esserlo fino a che l’Italia non riuscirà a superare alcuni ostacoli a partire dalla riduzione della spesa pubblica improduttiva e dunque quando vedremo scendere il debito pubblico e utilizzare le risorse risparmiate per tagliare il cuneo fiscale, allora si potrà iniziare a pensare a una ripresa vera e propria. Fino ad allora si andrà avanti con una congiuntura trainata solo da alcuni settori, come per esempio il turismo e l’agroalimentare. Infatti è necessario adottare politiche di lungo periodo per attrarre investimenti stranieri e creare occupazione. I governi pensano troppo al breve termine; adesso sarebbe invece il momento di ridurre il debito pubblico con interventi strutturali, perché un contesto di tassi bassi come quello attuale difficilmente si ripeterà in futuro.

 

 

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