UN SUPER MINISTRO ECONOMICO UE?
Alessandra Servidori Un super ministro per l’economia europea ? 19 settembre 2017
A parole sono d’accordo in molti dei 27 della ue ma la tensione che c’è nell’aria è tantissima . I problemi sono per ordine di grandezza : che nazionalità avrà il privilegio di dare i natali al super ministro , a chi deve fare capo ( al Consiglio,alla Commissione, al Parlamento ) di cosa si deve occupare ( di finanza, di economia , di politica economica estera, dell Eurogruppo,della moneta unica , di un possibile Fondo monetario ,dei bilanci pubblici dei componenti della ue ?) In buona sostanza tante idee poche condivise ma soprattutto molto moltissimo dipenderà dalla conferma di Merkel fortissima Cancelliera tedesca – la cui rinomina è quasi scontata- che è ben consapevole del passaggio strettissimo che l’economia europea sta ancora traversando e un ministro in comune dovrebbe comunque fare i conti con problemi di bilanci ancora sofferenti soprattutto in materia di lavoro. Nella corsa che già sta scaldando i motori per il 2019 quando ci saranno le elezioni europee entreranno a gamba tesa le candidature alla BCE ,al Fondo Monetario e l’unica che in questo momento può vantare una certa forza è la Germania con i suoi dati occupazionali ed economici di forte positività. C’è chi in questi giorni ci taccia di essere dei gregari ma ,non è che la questione ci consoli, in ben pochi degli altri 26 paesi può vantare delle economie “allegre” e quindi molta voce in capitolo su questa prestigiosa nomina di super ministro .In verità Mario Draghi è colui che ha guidato la BCE non bene,benissimo e ha sostenuto in inverni e autunni di scossoni sui mercati prima un programma di acquisto dei titoli di Stato e di obbligazioni aziendali da parte della Banca Centrale Europea ed ora si sta preparando con un equilibrio straordinario ad uscire morbidamente dall’emissione del quantitative easing tenendo a bada,nell’eurozona, il pericolo di un dollaro forte a causa della gestione disinvolta di Trump sparato sulla deregolamentazione finanziaria e il taglio delle tasse. In un anno l’euro ha guadagnato oltre il 14% nei confronti del dollaro anche perché l’economia europea è in ripresa e Trump si è dato una calmata. Noi adesso dobbiamo predisporre una legge di bilancio che faccia tagli strutturali non meno del 6% del prodotto interno lordo e non una legge che guarda ai voti da prendere piuttosto che a sostenere la lentissima crescita italiana. Dobbiamo ridurre il deficit e rilanciare la produttività e il lavoro lasciando il populismo elettorale ricco di orpelli elettorali a chi non ha tra i suoi obiettivi il bene del Paese. La legge di bilancio dunque ha due scopi ben chiari : la prima, investire sulle politiche attive per i giovani e le donne che aiutano nella transizione o dalla formazione al lavoro vera emergenza oggi nel mercato anche perché non dimentichiamo –dati istat ultimissimi- in Italia oggi lavora solo il 38% dei residenti; la seconda possiamo presentarci a testa alta nella discussione di una nuova Europa senza chiedere deroghe e sconti sulla pelle comunque e sempre del popolo italiano.