CIRINNA' si calmi ! 10 agosto 2015
Alessandra Servidori
Tutti vogliono una buona legge sui diritti e le unioni civili : Cirinnà si calmi
Torna a settembre la discussione sulla proposta di legge portata avanti con prepotenza dalla Senatrice PD Cirinnà, sopranominata Irinni . Cirinnà si deve dare una calmata : la sua intolleranza è molesta e sicuramente anti/democratica. Il Testo del ddl infatti è volutamente ambiguo e ipocrita su due versanti : il vulnus più importante di questo provvedimento è l'apertura alla step child adoption che crea molti problemi e, non ultimo, l'utero in affitto. L’altra questione è che la formulazione giuridica di coppia è fantazziosamente matrimonialistica poiché la possibilità di adozione automatica è riconosciutae giurisprudenzialmente, con i derivati che ne conseguono sul versante dei diritti e dei doveri e dei costi. Tutto costruito come forzatura sull’appello della Unione Europea sulla necessità di normare e ordinare le unioni civili dei conviventi dunque giustamente anche delle coppie omosessuali ,senza però mai avanzare- la Ue- la questione adozione su cui il ddl invece è anacronistico perché comunque spalanca la porta all’adozione del figlio biologico del compagno avuto precedentemente come se questa fosse la generalità delle situazioni. Invero la realtà è nei numeri modestissima ma l’intento di tirare la volata alla prassi mercantile dell’utero in affitto è l’obiettivo. Infatti l’unica possibilità per una coppia di uomini ha per procreare è appunto comprarsi un utero. l’Unione e comunque il matrimonio tra un uomo e una donna è incardinata su una relazione affettiva naturale che procrea e dunque anche la pensione di reversibilità pensata per sostenere il figlio o chi dei due genitori sopravvive,per sostenersi con i versamenti e dunque il diritto alla pensione,esula dai diritti universali civilistici come l’assistenza , l’eredità e dunque la casa . Monica Cirinnà si calmi e il PD la fermi nel suo delirio di vittoria integralista della formazione sociale anacronistica: si riconosca il reciproco riconoscimento dei doveri materiali e morali tra conviventi e la guerra sul ddl finisce,portandoci a casa una legge equilibrata. Ma non l’ambiguità sul tema che sta ancora lacerando la società italiana con vere e proprie blasfemie carsiche destinate ad essere terreno di scontro. Vediamo quali questioni e su cosa ci tocca combattere l’ignoranza .La prima è relativa alla definizione ambigua di gender. Vero è che a livello europeo fino a non molto tempo fa quando si parlava di questo tema, si intendeva e lo troviamo evidentemente anche in EUROPA 2020, la disparità che ancora esiste tra uomini e donne nell’accesso alla sanità, all’educazione, al mondo del lavoro, a una retribuzione paritaria, alla rappresentanza politica e istituzionale. Poi anche ben poco silenziosamente dal 1995 ( tant’è che gli studi sul gender anche in Italia all’Università di Milano si festeggiano i 20 anni di questa teoria invero non dominante), cominciano a proliferare Questioni, ovviamente in cui la sessualità ha attinenza. Eccome .Dunque non si è automaticamente detrattori della Riforma della Scuola comunque discutibile , se si eccepisce l’art 16 ,poiché siamo sufficientemente intelligenti da capire che una nuova modalità di pensiero del genere, della sessualità, del corpo e del linguaggio, probabilmente sarà materia di insegnamento scolastico. Una volta valeva il concetto e la regola nel dire che se si è di un sesso non lo si è di un altro, inteso come effetto di un processo storico in cui l’identità si costruisce naturalmente. Oggi invece la questione assume un concetto antropologico diverso da parte di teorie altre, e addirittura si teorizza con tanto di dichiarazioni di attrici cantanti famosi il gender flex passando da una eterosessualità ad una omosessualità ricorrentemente così come è se vi pare. Or dunque nel Testo della legge 13 luglio 2015, n.107, il termine genere compare appunto all’articolo 16:“Il piano triennale dell’offerta formativa assicura l’attuazione dei principi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità dei sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni”.Poiché le discriminazioni ,il bullismo e la violenza di genere non è stata sufficientemente combattuta tant’è che domina ancora nella società, si insegna alle nuove generazioni anche la teoria del gender. Ma non si è in grado di insegnare a scuola l’educazione sessuale,la lotta al bullismo e all’assassinio delle donne, pensiamo sul serio di inculcare ai nostri giovani l’educazione antibiologica, facendola passare come educazione alla diversità’ meschina e brutale la questione. L’iter dell’educazione di genere ha comunque delle ripercussioni deliranti. Il 30 luglio in Commissione Giustizia al Senato è andata in scena una commedia vergognosa. Un senatore della minoranza ha presentato un ordine del giorno nel quale si legge, tra l’altro, che «il Senato impegna il Governo a non violare i due diritti fondamentali riconosciuti, garantiti e tutelati dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo: la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, sia in pubblico che in privato, i propri valori religiosi nell’educazione, e il diritto di priorità dei genitori nella scelta di educazione da impartire ai propri figli (artt. 18 e 26); a garantire e tutelare il diritto dei genitori ad educare i propri figli».E’ una affermazione che non si può non condividere. Cirinnà e la sua corte in Commissione bocciano inviperiti l’odg con la motivazione delirante che “Così come formulato, esso avrebbe potuto insinuare il dubbio che lo stesso governo avesse intenzione di violare i diritti fondamentali dell’uomo.” Il gruppo integralista pretestuoso portandosi dietro altri soggetti confusi, colpisce ancora. Tutto tranne che democratico: un voto che nasce da una lucida e deliberata volontà sull’onda della deriva totalitaria in cui versa la nostra Italia,una dittatura del pensiero unico sul quale Francesco ci ha allertati. L’altra questione che mi piace affrontare è l’accusa anche ridicola dell’irresistibile ascesa di un’invenzione retorica vaticana contro la denaturalizzazione dell’ordine sessuale. Ecco gli ammazzapreti che insorgono con il loro insaziabile livore anticlericale. Secondo alcuni signori e signore ,il Vaticano si accorge che esistono i Gender Studies, le cui acquisizioni sono pericolose per il mantenimento della sua autorità sulle persone. E accusano una pubblicazione vaticana: Lexicon. Termini ambigui e discussi su famiglia, vita e questioni etiche (2003) , di descrivere il termine “gender”, come un bel mix di marxismo, estremismo femminista e perversione gay. Peccato però che a questi signori e signore si può ricordare che chi studia e opera, anche in virtù dell’insegnamento del Vangelo ,e non solo, è portatore di una un’evoluzione culturale che ha introdotto maggiore uguaglianza sociale tra generi (uomini e donne) e tra categorie sessuali diverse, senza pruderie .I diritti civili ,le pari opportunità sul lavoro e sulla maternità e genitorialità,hanno migliorato il patrimonio dei diritti della persona e maggiore equità sociale per tutti. Quindi non c’è nessun pretesto di dominio clericale e basta leggere gli insegnamenti della dottrina sociale della Chiesa: nessuno, tanto meno gli educatori, si oppone al fatto che uomini e donne siano uguali e tutte le persone hanno uguali diritti e si produce maggiore democrazia se si studia la verità biologica e non trasfigurata e l’educazione a scuola è impostata sul rispetto reciproco e soprattutto sulla verità scientifica e non trasformista.