Per la prima volta l’Inps sviluppa se pur parzialmente, con l’intento di migliorarne la stesura, il Bilancio di genere, peraltro previsto sia dalle direttive europee che dalla legislazione italiana. Le donne e gli uomini continuano a ricoprire ruoli diversi e ad assumere responsabilità differenti nella società. È dunque essenziale analizzare il bilancio da una prospettiva di genere al fine di fornire informazioni sui diversi effetti che l’assegnazione di bilancio può avere sull’uguaglianza di genere.
Il bilancio di genere si fonda sull’impegno dell’Ue a favore dell’integrazione della dimensione di genere sancito dall’articolo 8 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea. I bilanci sensibili al genere e le relative politiche sono volti a contribuire al conseguimento dell’uguaglianza di genere e a favorire una crescita e un’occupazione più sostenibili e inclusive.
Obiettivo del bilancio di genere è accrescere la partecipazione a un processo che si traduca in bilanci sensibili al genere e, di conseguenza, promuovere la trasparenza e la rendicontabilità. Ai fini di un bilancio di genere efficace, sono necessari volontà politica, leadership e dati disaggregati per genere. La dichiarazione congiunta del Parlamento, del Consiglio e della Commissione allegata al quadro finanziario pluriennale (Qfp) 2014-2020 prevede che le tre istituzioni “integreranno, secondo opportunità, elementi capaci di rispondere alle problematiche di genere” nel bilancio dell’Ue.
Tuttavia, l’impegno strategico per la parità di genere 2016-2019 della Commissione indica che il bilancio di genere non è applicato sistematicamente al bilancio generale dell’Ue. Dunque il nostro Paese deve contribuire a testare quali elementi capaci di rispondere alle problematiche di genere sono applicati nell’attuale Qfp. Laddove non siano stati integrati elementi sensibili al genere, è importante condividere quali azioni ha intrapreso la Commissione per colmare eventuali lacune e con quali tempistiche.
Soprattutto in che modo la Commissione assumerà un ruolo da leader per garantire che il bilancio di genere, incluso un monitoraggio efficace ed effettivo, sia integrato nell’intero processo del prossimo Qfp e nei bilanci prossimi al fine di assicurare che i gruppi più vulnerabili beneficino dei fondi dell’Ue. Ed è auspicabile dunque che la Commissione inserisca un chiaro riferimento all’uguaglianza di genere in una delle rubriche del Qfp; applichi l’uguaglianza di genere come obiettivo orizzontale; e destini una linea di bilancio specifica per ciascun obiettivo in materia di uguaglianza di genere al fine di accrescere la trasparenza.
La Commissione intende migliorare lo scambio di conoscenze in materia di bilancio di genere tra gli Stati membri e le autorità locali; b) la raccolta di dati disaggregati per genere necessari per l’analisi di genere dei bilanci; la capacità tecnica dei suoi funzionari di attuare e valutare i bilanci sensibili al generee creerà il monitoraggio e la valutazione dell’integrazione dell’uguaglianza di genere nell’attuazione del (co)finanziamento dell’Ue.
Dunque Inps, importantissimo Istituto, ha iniziato un Progetto , che sicuramente andrà affinato ma già è una ottima notizia. Peraltro è utile ricordare che già aveva affrontato negli anni precedenti nell’ambito delle periodiche Rendicontazioni sociali, a partire dal 2017 il tema del Bilancio di genere che ha trovato collocazione nei Piani di performance come specifico Progetto triennale finalizzato a definire le linee guida per la redazione di un Bilancio di genere da parte dell’Inps.
Tale Progetto, nella fase di impostazione delle linee progettuali ha potuto giovarsi del confronto con il Comitato unico di garanzia e, in particolare, delle indicazioni di un gruppo di lavoro interdisciplinare. I risultati conseguiti a conclusione del percorso progettuale a fine 2019 in ordine alla definizione delle linee guida per il bilancio di genere evidenziano in particolare alcuni prioritari ambiti di intervento: la riclassificazione per genere delle voci del bilancio Inps (“neutrali al genere”,“destinate a rimuovere le diseguaglianze di genere”, “sensibili al genere”), operata in coerenza con i criteri adottati dalla Ragioneria dello Stato in ordine alla redazione del Bilancio di genere delle Amministrazioni Centrali;· le modalità operative, in sede di predisposizione del bilancio di genere, per la progressiva riconciliazione dei dati finanziari delle spese di bilancio con le informazioni sulle prestazioni istituzionali erogate all’utenza, disaggregate per genere e relative all’anno di competenza;· in materia di entrate contributive, la valutazione delle misure attive rivolte alle politiche di genere: nel progetto, ad esempio, è stata condotta un’analisi delle agevolazioni contributive alle imprese per l’inserimento nella contrattazione di secondo livello di misure per la conciliazione tra vita privata e vita professionale (art. 25 del decreto legislativo 80/2015);· infine, ma non ultimo, le politiche rivolte al personale interno in ottica di genere, attraverso il monitoraggio costante e sistematico degli indicatori relativi alle azioni dell’amministrazione finalizzate a ridurre le diseguaglianze di genere trail personale dell’Istituto.
A questo riguardo, nell’ambito del progetto è stata condotta un’indagine longitudinale sui divari retributivi del personale dell’Istituto, per individuare gli effetti delle distinzioni di genere e i principali fattori che li determinano, per contribuire in tal modo anche alla più puntuale definizione dei contenuti del Piano delle azioni positive.E come sopra accennato va ricordata, inoltre, la collaborazione avviata negli ultimi anni con il Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato (RGS) per il Bilancio di genere relativo al Rendiconto generale dello Stato. L’Inps partecipa ai lavori contribuendo alla scelta e fornitura di indicatori di interesse per la misurazione dei divari di genere nella società e curando vari focus pubblicati nella Relazione annuale.
Alcuni focus contenuti nelle Relazioni al Parlamento sul Bilancio di genere sono basati su ricerche condotte nell’ambito del progetto VisitInps in particolare dedicati:
1) ai divari di genere nelle aspettative occupazionali e di reddito dei giovani laureati senza lavoro
2) alla fruizione del congedo di maternità fra le lavoratrici dipendenti del settore privato
3) alla consapevolezza previdenziale degli uomini e delle donne.In buona sostanza da pag 424 del Rapporto sono riportati ,aggiornati aggiornati al 2019, i principali risultati scaturiti dal monitoraggio degli interventi dell’amministrazione in materia di conciliazione dei tempi di lavoro e di vita privata oltre che relativi ai programmi di formazione. Inoltre, sarà oggetto di interesse l’analisi delle spese per il personale disaggregate per genere e un’indagine sui divari retributivi tra donne e uomini.
Finalmente una vera azione positiva e materiale di studio riflessione e azione per migliorare e proseguire come ha specificato anche recentemente all’incontro con la rete delle donne della sanità il 13 ottobre al Quirinale il Presidente Mattarella sul versante imprescindibile dei diritti delle donne “Il percorso verso la parità di genere è avviato e inarrestabile. Dobbiamo solo capire insieme come fare ad accelerarlo”