GREEN PASS in azienda è bene sapere che .....
GREEN PASS è bene sapere che ....ALESSANDRA SERVIDORI
Il tampone pagato dal datore di lavoro al dipendente per potergli consentire l’accesso in azienda, senza un accordo o un regolamento aziendale appositamente redatto, diventa un benefit e come tale va passato in capo al dipendente. E quanto emerge dalla norma di legge che introduce l’obbligo per il dipendente di accedere in azienda o in ufficio solo se in possesso del Green pass, ottenuto anche a seguito di un tampone antigienico rapido effettuato nelle ultime 48 ore o al test molecolare (anche salivare) nelle ultime 72 ore. Il Green pass, infatti, derivando da un espresso obbligo di legge diventa a tutti gli effetti un titolo abilitante per poter svolgere la propria attività lavorativa. Seguendo questo principio, per accedere in azienda o in ufficio dal 15 ottobre, le spese dei tamponi non possono essere considerate effettuate nell’interesse esclusivo dell’azienda, ma rispondono ad un preciso onere cui sono tenuti i dipendenti, alternativo alla vaccinazione offerta gratuitamente dallo Stato.
Il datore di lavoro può, quindi, volontariamente rimborsare il costo sostenuto dal dipendente per i tamponi rapidi o molecolari che siano ma, queste somme, per il lavoratore dovranno essere considerate come un benefit e per questo assoggettate al prelievo fiscale.Per evitare la tassazione è allora opportuno far rientrare i servizi dei tamponi offerti ai dipendenti come forma di Welfare aziendale.Diversamente, il datore di lavoro potrebbe far rientrare i costi per i tamponi gratuiti ai dipendenti come benefit non soggetti a tassazione poiché erogati nel limite del plafond di 258 € annuo. Lo stesso plafond in cui rientrano il panettone o lo spumante regalati ai dipendenti a Natale.