L'arte e la storia per la scuola è come acqua nel deserto.Demenziale sopprimerle
Alessandra Servidori
Leonardo ,l’arte,la storia : un patrimonio straordinario che la scuola italiana vuole cacciare in un cono d’ombra.Privare i giovani di insegnamenti fondamentali per la crescita della persona è un suicidio collettivo al quale ci ribelliamo. In questi giorni dell’anniversario del genio italiano che ci ha lasciato in eredità capolavori meravigliosi cerchiamo di riannodare la trama stracciata di una scuola italiana ridotta ad un groviglio di riforme che disorienta e che soprattutto avrà un impatto devastante sui nostri giovani. Ma cosa è cambiato davvero nelle scuole italiane? Per quanto riguarda le discipline storico-artistiche il discorso è lungo e complesso, e nasce più o meno all'epoca della riforma del 2010: da allora, le ore dedicate alla Storia dell’arte sono state drasticamente diminuite sia nei licei sia negli istituti tecnici e professionali, in ottica di un’ottimizzazione del monte ore e delle risorse già esigue della scuola. Per l’insegnamento della Storia la materia continuerà, per fortuna, ad essere insegnata e studiata sia nei licei che negli istituti tecnici e professionali, ma il grande traguardo dell’esame di maturità subirà in questo senso una drastica modificazione. Niente più traccia storica fra le tipologie previste per il tema. Ci si chiede ora se decisioni di questo genere modificherà l’approccio allo studio di discipline che, soprattutto per la storia, scomparendo dalla “lista” di competenze e saperi richiesti ad un maturando, molto probabilmente verrà sempre di più sottovalutata. La maggior parte dei giovani, alla fine del secolo, è cresciuta in una sorta di presente permanente, nel quale manca ogni tipo di rapporto organico con il passato storico del tempo in cui essi vivono. Il lavoro degli storici, il cui compito è ricordare ciò che altri dimenticano, è ancora più essenziale ora di quanto mai lo sia stato nei secoli scorsi. Scegliere di privare i giovani degli strumenti essenziali di lettura della realtà storica vuol dire privarli della possibilità di scegliere e determinare il loro futuro e in tal modo si accelera senza rendersene conto, un processo già in atto di riduzione del significato dell’esperienza del passato come patrimonio di conoscenze per la costruzione del futuro. E come al solito i Ministeri si muovono senza mai aver consultato gli storici, gli insegnanti e gli studenti, nelle scuole e nel mondo accademico. Ci si chiede dunque come una cauta esigenza di riforma si sia potuta trasformare nella cancellazione del riconoscimento del ruolo di una disciplina che nessuno finora aveva mai contestato, né messo in discussione.In Italia si dà molta enfasi alle materie scientifiche, e questo da una parte è corretto, è importante avere ingegneri, fisici, chimici. E tuttavia al contempo si assiste ad una perdita di valore della storia che è anche la cartina di tornasole della perdita del senso civico e modificare gli insegnamenti togliendo la storia e mettendo una generica educazione civica è profondamente sbagliato. E’ necessaria una revisione dei programmi scolastici, dando maggiore attenzione alla storia, fin dalle scuole medie, e in particolare alla storia contemporanea: di fatto, per ragioni di tempo, questa nelle aule è sacrificata, né di storia si parla più in famiglia. La storia fa parte del presente, e senza la consapevolezza di ciò che è accaduto non daremmo un senso alla nostra scena politica e sociale. Sostanzialmente studiare la storia o la storia dell’arte significa acquisire la capacità di leggere i fatti, gli accadimenti o, nel caso della storia dell’arte, i linguaggi creativi, in modo razionale e approfondito in modo da poter sviluppare una coscienza individuale, collettiva, civile, e politica. E anche l’Arte, forse soprattutto l’arte, in questo senso, è vitale: essa non è mai stata fine a sé stessa, e le grandi esperienze del Rinascimento ci hanno insegnato come un quadro o un dipinto possa nascondere molta più realtà e politica di quanto pensiamo.L’arte ha linguaggi e regole ben precise che, se approfondite, permettono di decifrare messaggi che altrimenti resterebbero nascosti: questa capacità, in un’epoca in cui tutto è immagine e comunicazione visiva, è indispensabile. Senza lo studio approfondito di Leonardo Raffaello o Caravaggio è impossibile comprendere qualcosa della Street Art che tanto piace ai più giovani, ma ancor di più di quello che ci circonda nella vita quotidiana. Allo stesso tempo la storia, che già per Cicerone era “magistra vitae”, non costituisce una semplice raccolta di fatti, date o nomi noiosissimi da imparare: è così che oggi viene insegnata, semmai, perché manca effettivamente il tempo di approfondirne il reale significato. Nel 2017 abbiamo lanciato un appello per il riconoscimento, da parte dell’Unesco, di latino e greco come patrimonio immateriale dell’umanità, superando i nazionalismi, mantenendo la pace, utilizzando sempre come collegamento il latino e la cultura classica come una forma di contaminazione della contemporaneita’ più tradizioni letterarie e storiche diverse possono convivere tra loro, fino all’unione di oralità, scrittura,memoria intesa come mezzo per comunicare attraverso il tempo e lo spazio. Manchiamo di coerenza ed è devastante scegliere di dimenticare e impedire ai giovani di conoscere :la storia è il presente che in qualche modo è già stato sperimentato, analizzato e vissuto: senza di esso, siamo come ciechi senza una guida.