Analisi seria di cosa prevede per istruzione e formazione professionale la riforma della Costituzione
Alessandra Servidori
Analisi seria di cosa prevede per Istruzione e formazione professionale la riforma costituzionale
Il disegno di legge di riforma costituzionale è stato approvato nel testo definitivo l’11 gennaio alla Camera e il 20 gennaio al Senato. Ora deve tornare solo alla Camera in aprile per essere approvato in seconda lettura, quella definitiva. Il testo non può più essere modificato, solo approvato o respinto. A Ottobre 2016 ci sarà la consultazione referendaria. Vediamo cosa è successo nell’istruzione e nella formazione professionale.(I e FP).Si amplia la competenza di legislazione esclusiva dello Stato. Il comma 2 lettera o) dell’articolo 117 assegna allo Stato” le disposizioni generali e comuni sull'istruzione e formazione professionale”(IeFP).Quindi pare chiaro che torneranno allo Stato l’obbligo di istruzione, le qualifiche e i diplomi che venivano impartite dalle Regioni con la IeFP, e anche la filiera IFTS e ITS. La IeFP assegnata allo Stato rimane però distinta dall’istruzione che è disciplinata in un'altra lettera dell'art. 117, comma 2, lettera n) “disposizioni generali e comuni sull'istruzione; ordinamento scolastico, istruzione universitaria e programmazione strategica della ricerca scientifica e tecnologica". La lettera n) della Costituzione tuttora in vigore citava solo alla lettera” n) norme generali sull'istruzione. Diminuisce la competenza legislativa delle Regioni .Alle Regioni rimane solo la Formazione professionale, una nuova materia diversa dall’IeFP, quindi con attività formative diverse. Quali? Forse la formazione continua, a distanza, rivolta agli adulti. Ora non si sa . E l’apprendistato?Per ora non è chiaro. In relazione al cosiddetto "regionalismo differenziato", la IeFP è stata inserita tra le materie nelle quali singole Regioni potranno ottenere ulteriori competenze legislative, regolamentari e amministrative, con apposita legge dello Stato. In breve se alcune regioni vorranno avere sulla IeFP gli stessi poteri delle Regioni o Province a Statuto speciale, come il Trentino Alto Adige, potranno farne richiesta e una legge dello Stato potrà concedergliele.Tutta la materia dell’Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) dovrà contestualmente trovare una qualche sistemazione nel Decreto Delegato previsto dalla Legge 107/2015 art. 1) comma 181 lettera d) Revisione dei percorsi dell'istruzione professionale, nel rispetto dell'articolo 117 della Costituzione, nonche' raccordo con i percorsi dell'Istruzione e Formazione Professionale. Se la nuova Costituzione sarà varata, come si dice, nell’ Ottobre 2016, i decreti delegati della L.107 del 15 luglio 2015, potranno essere emanati con la nuova Costituzione, infatti la loro approvazione deve avvenire entro 18 mesi, quindi entro gennaio 2017. Le speranze .Con la nuova Costituzione e a ordinamenti scolastici invariati, ci troveremmo di fronte a 3 profili dell'istruzione professionale: 1.Istruzione professionale statale, 2. Istruzione e Formazione Professionale divenuta statale, almeno nelle disposizioni generali e comuni, 3. Formazione professionale regionale ( che non darà più qualifiche e diplomi, nè potrà più essere il luogo per l'assolvimento dell'obbligo). La nostra speranza, preso atto della sepoltura della decentralizzazione, è che si realizzi almeno una razionalizzazione di tutta l’istruzione professionale, attraverso quella operazione che andiamo ripetendo da anni: la trasformazione radicale degli attuali istituti professionali, convertendone una piccola parte in Istituti Tecnici ( ai quali sono già omologati) e la grande parte in istituti che impartiscono le qualifiche e i diplomi dell'attuale IeFP .Dunque per l’ennesima volta dopo il disastro della Legge Bassanini e di altri pezzi” riformatori” che hanno stravolto la nostra cultura formativa e hanno confuso i livelli e le materie di intervento rendendo la struttura barocca dispendiosa e vecchia, per i nostri giovani si apre una stagione di cambiamento: vero è che ci vorranno altri anni per testare la bontà o meno di questa rivoluzione costituzionale e il nostro paese rischia di perdere il volano dello sviluppo e soprattutto di non offrire alle nuove generazioni quel che serve a loro per esprimere talento e creatività virtuosa.