OPERE DI BENE NON SOLO PER GLI STUDENTI DI HARVARD
Alessandra Servidori
Una notizia fa sempre bene soprattutto quando coinvolge la speranza di vita buona. L’area ex EXPO anziché essere adibita a recinto per immigrati come pareva essere dato per certo, pare ospiterà il Polo intelligente artificiale e delle soluzioni cognitive applicate alla sanità,incardinato sul super sviluppo di un computer. Peccato che lo abbiano saputo prima gli americani di noi italiani e questa notizia data agli studenti di Harvard durante un incontro di Renzi nella prestigiosa Università statunitense ,mortifica un po’ la sovranità( in disgrazia) del nostro Paese. Ma come è potuto accadere che un Presidente del Consiglio si preoccupi più del consenso degli USA “per impavonirsi uleriormente” ?. Solo dalle parole forti e chiare del capo della IBM –Ginni Rometty riportate sui media italiani e in seconda battuta-veniamo a sapere che il colosso americano valorizzando finalmente il genio dei nostri ricercatori in materia sanitaria, investirà 150 milioni di dollari per intraprendere un cammino di eccellenze per un polo di innovazione sanitaria soprattutto in campo oncologico. Sviluppando la tecnologia del super computer Watson che in Europa ha già dato prova di straordinaria efficienza a Monaco di Baviera. E Milano ospitando il San Raffaele e Humanitas si presta a questo incardinamento europeo che come afferma Eric Clementi IBME Europa e Enrico Cereda IBM Italia aiuterà i nostri medici e giovani ricercatori soprattutto a valorizzare il nostro talentuoso gruppo di studiosi. E non dimentichiamoci che anche Bologna con la Fondazione Seragnoli e il S.Orsola con il reparto super trapianti (solo nelle ultime 24 ore ha salvato 8 vite umane) del Prof.Pinna e degli operatori sanitari e grazie alla cultura della donazione ,hanno un centro di primato che si deve valorizzare. Includere dunque non escludere perché sappiamo bene che in America prevale la logica del merito e non del baronato, difetto di cui purtroppo il nostro paese in campo Universitario e medico è affetto. Non dimentichiamo che grandi chirurghi hanno studiato negli States e poi hanno avuto il coraggio di riportare la loro opera a disposizione del nostro paese, dove soprattutto nel campo oncologico ancora troppe poche risorse sono destinate alla ricerca e alla cura della malattia più devastante. Sarà anche un aiuto alle nostre imprese per investire in responsabilità sociale? Verrà finalmente concretamente realizzata quella sussidiarietà tra pubblico e privato che da tanto invochiamo anche come opportunità di sviluppo e rinascita del nostra Italia? Dipenderà anche dal coinvolgimento virtuoso dei così detti corpi intermedi (associazioni, volontariato,persone dedite al bene comune,ecc) ora troppo esclusi ,ridare fiato al senso di condivisione di un Paese che ha bisogno di forze vive e attive per riprendere fiducia in un futuro non solo personalistico ma di una politica del e con il popolo sovrano.