Includere nel decreto Colf badanti e caregiver familiari per i quali c'è il Fondo
Alessandra Servidori
Includere anche colf e badanti nel Cura Italia : fondamentale per le famiglie e per le stesse lavoratrici.E si mettano d'accordo in Parlamento e subito per varare il Fondo per i caregiver familiari! E i Sindacati diano ascolto ai familiari .Con il Fondo ( 25 milioni all'anno dal 2018 che sono fermi!) si devono aiutare i familiari che hanno disabili!
Colf e badanti devono incluse tra i destinatari degli ammortizzatori sociali di sostegno in deroga e degli strumenti di integrazioni al reddito per la salvaguardia della continuità del rapporto di lavoro e del reddito. E' la richiesta al Governo condivisa in un avviso comune dai sindacati di categoria Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltucs-Uil e Federcolf e dalle associazioni datoriali di settore Domina e Fidaldo firmatarie del contratto collettivo nazionale del lavoro domestico.
"Per i lavoratori domestici - sottolineano sindacati e aziende - non sono previsti ammortizzatori sociali in deroga in caso di sospensione del rapporto di lavoro, rendendoli così lavoratori più discriminati davanti a questa crisi emergenziale, senza un reddito per un lungo periodo".
"Per i lavoratori domestici - sottolineano sindacati e aziende - non sono previsti ammortizzatori sociali in deroga in caso di sospensione del rapporto di lavoro, rendendoli così lavoratori più discriminati davanti a questa crisi emergenziale, senza un reddito per un lungo periodo".
Le parti mettono in risalto l'alto tasso di irregolarità dei rapporti di lavoro nel settore che nel 2018 ha raggiunto quota 58% con 859.233 lavoratori domestici regolari (53% colf e 47% badanti) a fronte di circa 2 milioni di lavoratori domestici presenti nelle famiglie italiane. Una componente che, complessivamente, produce circa l'1,3% del Pil (18,96 miliardi di euro di valore aggiunto) e che consente allo Stato di risparmiare 6,7 miliardi per la cura e il ricovero degli anziani in strutture ad hoc, costi sostenuti dalle famiglie italiane per complessivi 7,3 miliardi di euro all'anno tra retribuzioni, tfr e contributi. Le parti aggiungono che "circa il 71,4% del settore è costituito da lavoratori immigrati" e molti di questi "sono privi di una rete familiare sul territorio. La paura del contagio, lo smart working e le difficoltà negli spostamenti stanno mettendo in ginocchio il settore spingendo le famiglie ad interrompere il rapporto di lavoro coi propri collaboratori". Inoltre, concludono, "molti lavoratori domestici in regime di convivenza stanno perdendo il lavoro, la retribuzione e anche il vitto e l'alloggio previsto dal contratto, con l'impossibilità di tornare nei Paese di origine a causa delle chiusure delle frontiere".