LA NUOVA CONTRATTAZIONE DEL DIRITTO DEL LAVORO
Alessandra Servidori LA NUOVA CONTRATTAZIONE DEL DIRITTO www.ildiariodellavoro.it 13 aprile 2023
Fuori dal recinto e dentro ad un perimetro tutelato
Quando invochiamo formazione e competenza per i l nostro sistema aziendale dobbiamo uscire dagli schemi del lavoro all’interno della azienda massificata e fordista. Dentro all’innovazione e la nuova sfida che stiamo affrontando sempre più vistosamente complessa dobbiamo anche impostare il nuovo diritto del lavoro suffragato da una contrattazione che non ha solo la subordinazione come accesso a un sistema di tutele perché la contrattazione individuale rivolta alla lavoratrice e al lavoratore deve essere agganciata ad un contesto lavorativo che si incardina soprattutto e prioritariamente sulla formazione e competenza della persona. La formazione è il bene primario a partire dalla scuola fino al termine della propria attività professionale. E’ chiaro che comporta molti investimenti ma questa è la risposta da una occupazione che soddisfi la persona e il mercato. Dobbiamo offrire alle aziende e dunque all’imprenditore e alle persone per avere maggiore e buona occupazione anche per affrontare cambiamenti rapidissimi contratti di lavoro incardinati sulle competenze delle persone che soddisfino le esigenze e utilizzati da aziende cd certificate cioè con una organizzazione del lavoro e dei sistemi permanenti di formazione . Riconoscere il ruolo e le competenze è fondamentale perché significa verificare lo stato effettivo di capacità professionali all’interno della comunità aziendale incardinando l’organizzazione alla formazione che accompagna l’evoluzione delle competenze a favore dell’occupabilità. Un sistema contrattuale che parta dallo Statuto dei lavori e che si cala sulla verifica dell’organizzzazione a cominciare dal management per tutta la trasversale dorsale aziendale per contrattualizzare individualmente la lavoratrice e il lavoratore è fondamentale. E’ evidente che a cominciare dal vertice aziendale le competenze possedute e dunque il suo riconoscimento è il valore aggiunto della competitività e della concorrenza ovviamente a patto che sia in grado di coinvolgere tutta la catena umana in attività sia produttive che di benessere personale. Ci stiamo domandando cosa si può fare per offrire e trattenere le persone nella aziende senza privarci di talenti e per fidalizzarli e dunque il contratto aggiuntivo è la soluzione al fianco della contrattazione collettiva. Piani di partecipazione produttiva legata ad obiettivi e remunerazioni adeguate ovviamente con cluasole di stabilità reciproca per azienda e persone che garantiscono la continuità del rapporto laddove soprattutto si è investito in formazione e contrastino i recessi. Da questo punto di vista il welfare aziendale incardinato su valori di sostenibilità è uno strumento importantissimo indirizzato su servizi per la qualità del lavoro e vita privata poiché le professionalità acquisite in azienda non passino ad altri facendo ovviamente un salto di qualità.