Europa sul Recovery Plan e i rapporti con l’Italia
Alessandra Servidori- Cosa succede in Europa sul Recovery Plan e i rapporti con l’Italia 27 gennaio2021
I problemi di gestione a livello comunitario della partita Recovery Plan sono e rimangono complessi e serve ricordare nelle tante manie di persecuzione che affliggono gli antieuropeisti sulla sovranità della Germania che dobbiamo alla Cancelliera Merkel se durante la presidenza tedesca del Consiglio dell’Unione Europea gli Stati Membri hanno raggiunto un accordo storico sul budget dell’Unione e sui fondi speciali di 1,8 trilioni di euro dopo i problemi che ci hanno posto Polonia ed Ungheria .E dopo e durante la pandemia da Covid si devono salvaguardare le economie che con la vittoria di Biden riprende fiato la strategia della transizione energetica e l’accordo sul clima che vede la riduzione delle emissioni di gas serra al 55% entro il 2030. Ovviamente il Bilancio della Ue è composto dal bilancio finanziario pluriennale 2021/2027 e il Fondo Nex Generation della Commissione e il veto posto da Polonia e Ungheria di un regolamento per finanziare con nuove risorse la ripresa ponendo dei limiti e condizionalità per l’uso improprio dei finanziamenti con vincoli applicativi, trovando poi un accordo con i paesi dissidenti riferito al solo bilancio 2021/2027. Il problema per gli stati in oggetto era ed è mantenere il loro stato di diritto fortemente messo in discussione dalla Ue per questioni di inasprimento in Polonia e Ungheria di alcune decisioni legislative che ledono i diritti umani come il diritto all’interruzione di gravidanza e elezioni democratiche. Con la certezza di ricevere i 180 miliardi garantiti dalla Ue poiché il regolamento si applica solo al Piano pluriennale e non al Nex Generation la questione si è sbloccata nonostante pendano ancora su Polonia e Ungheria misure previste in caso di ricorso alla Corte di Giustizia Europea proprio per lesioni allo stato di diritto dei cittadini polacchi e ungheresi da parte dei due dittatori. Il Parlamento europeo ha così approvato il bilancio dell’Ue 2021-2027 e il Consiglio ha adottato il regolamento che stabilisce il quadro finanziario pluriennale dell’UE per il periodo 2021-2027che prevede un bilancio a lungo termine di 1074,3 miliardi di Euro a prezzi 2018.L’adozione del nuovo bilancio consente, in raccordo con lo strumento Next Generation EU da 750 miliardi di Euro, di immettere grandi finanziamenti per rilanciare l’economia dell’Ue nei prossimi anni per sostenere la ripresa dell’Ue post pandemia.
La maggior parte dei programmi di finanziamento settoriali dell’UE dovrebbero essere adottati all’inizio del 2021 e saranno applicabili retroattivamente a partire dal primo giorno dell’anno in corso. Per quanto riguarda l’attuazione dello strumento per la ripresa Next Generation EU, la decisione sulle risorse proprie dell’UE deve essere approvata in tutti gli Stati membri, conformemente alle rispettive norme costituzionali. Dopodiché, la Commissione potrà, in via eccezionale, contrarre prestiti fino a 750 miliardi di Euro a prezzi 2018 sui mercati dei capitali per far fronte alle conseguenze della crisi Covid-19. La maggior parte di questi finanziamenti sarà erogata attraverso un dispositivo per la ripresa e la resilienza da 672,5 miliardi di Euro che sosterrà, tramite sovvenzioni e prestiti, gli investimenti pubblici e le riforme negli Stati membri, aiutando questi ultimi ad affrontare l’impatto economico e sociale della pandemia di Covid-19, nonché le sfide poste dalle transizioni del verde e del digitale. La Commissione europea guarda all’Italia con netta preoccupazione perché alla soluzione della crisi è legato il destino del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr), con i 209 miliardi di sovvenzioni e prestiti europei. I piani nazionali devono arrivare entro il 30 aprile la presidente Ursula von der Leyen e anche il Commissario Gentiloni avvertono che prima arrivano i piani prima arriverà la valutazione definitiva della Commissione per poter procedere ai primi esborsi da metà anno. Il nostro Piano nelle bozze è stato più volte rivoltato come un calzino soprattutto nelle macro aree e il peso degli investimenti rispetto agli incentivi è aumentato ma spariti i progetti e il capitolo delle riforme è evanescente soprattutto sapendo che lì sono agganciati l’erogazione dei fondi, da accompagnare agli investimenti e la concorrenza come chiesto dalla Ue.In queste ore la situazione italiana in ambito internazionale ha avuto delle pronunce molto feroci : le agenzie di rating denunciano che la crisi mette in bilico i fondi ue il Fondo monetario internazionale ha rivisto al ribasso le stime di crescita 2021 di diversi paesi europei tra cui l’Italia. Secondo le nuove previsioni il Pil dovrebbe crescere quest’anno del 3% e non più del 5,5% come ipotizzato in precedenza. La governance oggi con la vicenda sulla partita giustizia di Bonafede così improponibile e le dimissioni di Conte è ancora più importante e precaria ed è indispensabile un meccanismo non ordinario di attuazione e gestione del progetto con procedure straordinarie che facciano in fretta e bene la proposta dettagliata alla Ue