Non è un Paese per bambini
Alessandra Servidori Non è un paese per bambini
Un’ indagine nazionale denuncia che molti bambini sono ricoverati nelle pediatrie per patologie (pare ) curabili a domicilio : una ospedalizzazione under 18 è sicuramente uno dei sintomi che il territorio non è in grado di rispondere alle esigenze di visite e terapie farmacologiche nelle abitazioni. Peraltro trovare un medico di base pediatra che quando i piccoli si ammalano con alterazione febbrile consistente si rechi a casa del piccolo è ormai impossibile. Esperienza personale,amicale ma anche solo scambio di informazioni tra cittadini, la prassi di rivolgersi ad un pediatra che retribuito nelle 12 ore dalla chiamata presta la sua professionalità è diventata normale, ma anche , e non di rado addirittura neanche facilissimo da trovare.Vero forse è che gli ospedali fanno ricorso al ricovero anche se non è indispensabile, ma con le famiglie giustamente in panico e il rischio di avere denunce penali per mancanza di assistenza, porta i sanitari a ricoveri precauzionali consistenti. La verità è che i servizi materno infantili soffrono-nonostante in Italia vi sia un sistema tra i migliori a livello internazionale- a tagliare le risorse e gli ospedali si difendono come possono per garantire con il sistema del finanziamento riferito al bilancio dell’anno precedente, a garantirsi le medesime prestazioni economiche. La cittadinanza infantile è il bene più prezioso a cui una società responsabile deve garantire cure di buon livello rafforzando il rapporto tra territorio e presidi ospedalieri e premiando i pediatri che “ricominciano” a rendersi disponibili a visite e terapie domiciliari. Così come i recenti fattacci che vengono scoperti negli asili e nelle scuole dell’infanzia di operatrici che massacrano i piccoli a parole e botte è una vergogna ripugnante che va punita severamente . Le cosidette “maestre o maestri” in età matura non sono più adatti a stare con i piccoli e la normativa dovrebbe prevedere l’utilizzo del personale sia insegnante che operativo di modificare il rapporto di lavoro ed essere utilizzato presso uffici scolastici o comunque amministrativi perché per contrastare maltrattamenti bisogna puntare sulla riqualificazione del personale e prevedere piani di decompressione perché il rapporto con i bambini può provocare problemi di aggressività degli insegnanti. Il lavoro a contatto con i bambini richiede visite periodiche per accertare la presenza costante dei requisiti necessari per prendersi cura dei piccoli e soprattutto un organico adeguato di supporto .Certo è che è un problema che coinvolge sia la scuola pubblica che quella privata . E in questo periodo di iscrizioni la scelta del tipo di scuola è delicato e non può esserci competitività fra sistema pubblico e privato anche come rette di frequenza. La scuola primaria è comunque necessaria, perchè è ‘maestra’ nel sempre tanto avversato tempo pieno,necessita di un alto livello inclusivo e professionale, nonché la sua specificità didattica multietnica e dell’integrazione dei diversamente abili, è quella che può rispondere sempre più alle necessità di sussidiarietà tra un sistema e l’altro per un diritto di cittadinanza che faccia crescere i piccoli cittadini in armonia. Gli anni da zero a sei, sono fondamentali nello sviluppo della persona, più ancora di quelli successivi: eppure in questo segmento si interviene in modo frammentato, spesso deprofessionalizzato e lo si tratta come ‘servizio’ semplicemente custodialistico. Dando applicazione ad una vecchia norma già contenuta del decreto 81/del 2008 sulla sicurezza si è previsto di intervenire sul fenomeno del burnout dei docenti, mediante apposite rilevazioni e corsi di formazione; operazioni previste dalla legge ma non adeguatamente finanziate. Il nodo principale è e rimane quello della formazione iniziale e del reclutamento. E’ necessario per insegnare soprattutto per i più piccoli possedere lauree direttamente abilitanti, con un biennio obbligatoriamente ad indirizzo metodologico-didattico, almeno un anno di tirocinio tutorato in sede universitaria, tesi ad indirizzo metodologico-didattico ed esami di psicologia dell’età evolutiva; assunzioni direttamente dalle graduatorie di merito universitarie ed un anno di prova tutorato direttamente nella scuola ove si viene assunti.