Caregiver : noi al lavoro 13 gennaio 2023
Care amiche e cari amici , come da accordi di seguito vi invio la mia riflessione introduttiva del 13 gennaio alla quale avete aderito e partecipato per raccordarci sul tema che abbiamo affrontato e condividere alcune proposte. Tutti gli interventi registrati da Radio Radicale sono rintracciabili sul sito www . radioradicale.it
13 gennaio 2023
Documento di posizione Alessandra Servidori
IL 3 ottobre 2022, il Comitato ONU sui diritti delle persone con disabilità ha riscontrato la mancanza, nell'ordinamento giuridico nazionale, di misure efficaci per il sostegno dei caregiver familiari. La figura del caregiver familiare viene definita per la prima volta a livello statale dall'articolo 1, comma 255, della legge di bilancio del 2018. La medesima legge di bilancio per l'anno 2018 ha istituito un fondo con una dotazione di 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2018, 2019 e 2020, successivamente incrementata di 5 milioni di euro per gli anni 2019, 2020 e 2021. Il fondo era originariamente destinato alla copertura finanziaria di interventi legislativi finalizzati al riconoscimento del valore sociale ed economico dell'attività prestata dal caregiver familiare ma è stato malamente distribuito, ripartito annualmente tra le regioni. Inoltre il Fondo 90 milioni ora è operativo presso il Ministero del lavoro (non più della disabilità) e dovrebbe usato per legiferare sul profilo giuridico e sui criteri di distribuzione che spesso lo hanno utilizzato per fare una formazione anacronistica. L'ultimo decreto di riparto delle risorse, relativo al 2021 è stato utilizzato non nei confronti di chi si occupa a tempo pieno dei propri cari con gravissima disabilità e che da molto tempo chiede attenzione. I caregiver familiari, le persone che accudiscono i propri cari, chiedono una maggiore integrazione dei servizi stessi che ruotano intorno alla persona, alla famiglia, ai loro bisogni; chiedono di non rimanere invisibili e che il Fondo possa servire al loro sollievo.
Ogni Regione si è data un regolamento chi ha legiferato, i comuni ecc in modo molto frammentato così non va bene – Esistono 7 proposte di legge ma siamo fermi al 2017
Entro il 6 aprile dobbiamo presentare a ONU una legge sui caregivers e le risorse sono ferme al Ministero del Lavoro. Abbiamo modelli Europei a cui attingere per legiferare virtuosamente posto che altri paesi ue hanno già provveduto positivamente e noi abbiamo depositati alcune proposte di legge che affrontano non solo amministrativamente la questione ma normativamente in quanto è il profilo giuridico che va delineato vediamo due nazioni che hanno affrontato la questione (Francia Spagna)Allegato a
Le questioni da affrontare :
-Il ruolo di un caregiver può essere molto impegnativo, e dopo aver iniziato l’attività di caregiver, si scopre che, questo comporta oneri e vincoli anche molto significativi. Questi includono il costo opportunità di stipendi, di carriere e di diritti pensionistici persi, nonché le eventuali conseguenze sulla salute per il carico fisico e psicologico vissuto. Senza un sostegno adeguato, l’assistenza informale può portare i caregiver a rischio di impoverimento, di cattiva salute e di isolamento sociale.
- Una volta definito il campo di azione occorre verificare meglio nel dettaglio le istanze più importanti che vengono dal mondo dell’assistenza informale e soprattutto quanti sono i caregiver in Italia .
-Nel complesso, il riconoscimento del lavoro dei caregiver e del suo valore è molto basso, sia da parte della società, ma anche da parte delle loro famiglie. Infatti, i caregiver familiari, nonostante riempiano gli ampi spazi lasciati vuoti dall’assistenza formale a lungo termine, sono raramente considerati coproduttori dei servizi sociali, nonostante sviluppino una vasta gamma di competenze ed abbiano acquisito esperienza. I caregiver avrebbero bisogno, di una visibilità e di una rappresentanza politica più significativa, per sensibilizzare la società sui problemi legati al ruolo di cura informale delle persone non autosufficienti.
-Essere caregiver, spesso richiede molto impegno e lascia poco tempo per svolgere attività professionali, per far fronte alle proprie necessità o a quelle degli altri membri della famiglia. L’assistenza informale ha un impatto non solo sulla qualità della vita del caregiver, ma anche sugli altri membri della famiglia. Molti caregiver, che devono destreggiarsi fra il lavoro e l’assistenza ad un familiare, decidono di lasciare un lavoro retribuito, a causa dello stress derivante dal combinare tutti gli impegni e dalla mancanza di adeguate misure di sostegno. È peraltro difficile per i caregiver, avere la necessaria flessibilità sul posto di lavoro, che consentirebbe loro di conciliare gli impegni di lavoro con quelli, non sempre prevedibili, di cura.
-Come conseguenza dei costi nascosti di assistenza e della mancanza di misure di sostegno al reddito, i caregiver familiari possono affrontare importanti problemi finanziari. La necessità di ridurre o addirittura abbandonare l’occupazione comporta una perdita di reddito e, di conseguenza, la riduzione dei diritti pensionistici. Talvolta l’onere finanziario, è accresciuto dalle spese relative alle particolari esigenze della persona assistita (ad es. dispositivi ortopedici, ausili, terapie), oppure dal costo degli adattamenti necessari per rendere la casa più accessibile.
- Una ipotetica proposta di legge che fissi la materia :1) definizione del caregiver familiare come colui/colei che si prende cura, volontariamente e gratuitamente, in modo costante e continuativo, di un familiare entro il secondo grado, invalido civile al 100 per 100, che necessiti di assistenza globale e continua.
2)Riconoscimento a livello nazionale di quanti sono e di questa figura, che spetta ( regioni ? Inps/Inail ? ), stabilire anche "le prestazioni, gli ausili, i contributi necessari e i supporti che i servizi socio-sanitari e sanitari si impegnano a fornire, al fine di permettere al caregiver familiare di affrontare al meglio possibile difficoltà o urgenze e di svolgere le normali attività di assistenza e di cura in maniera appropriata e senza rischi per l'assistito e per se stessa".
3)Prevedere "flessibilità e permessi lavorativi" per i caregiver familiari, come pure informazione pratiche, insieme a "supporto psicologico", "soluzioni condivise nelle situazioni di emergenza personale o assistenziale segnalate dal caregiver familiare" e il "supporto di reti solidali" e gruppi di auto mutuo aiuto.
4)Previsti anche "consulenze e contributi per l'adattamento dell'ambiente domestico della persona assistita" e domiciliarizzazione delle visite specialistiche. "Conciliazione tra attività lavorativa e attività di cura e di assistenza".
5)Dal punto di vista economico, si propone "una detrazione fiscale o un credito d'imposta relativamente al 50 per cento delle spese sostenute dal caregiver familiare per la sua attività di cura e di assistenza, fino a un importo massimo di 1.000 euro annui".
6)Previste azioni di sensibilizzazione e solo per chi le richiede un minimo di formazione .In generale porre l'accento sulle tutele in quattro settori: previdenziale, sanitaria, assicurativa e finanziaria al fine di favorire la permanenza della persona cara assistita al proprio domicilio,
7) il caregiver deve essere coinvolto in modo attivo nel percorso di valutazione, definizione e realizzazione del piano assistenziale individualizzato". Vengono poi previste e definite le "reti di supporto" al caregiver familiare, nonché gli interventi di sostegno da parte dei vari enti competenti: stato, regioni, comuni e Asl. .
E’ il primo passo quello di oggi Il Tavolo Interistituzionale ha già prodotto molte iniziative e vuole percorrere una strada condivisa ( guide patologie oncologiche, invalidanti, caregiver, patologie mentali,partiamo a febbraio con un corso sulla prevenzione delle patologie professionali,gratuito in alcuni luoghi di lavoro) un aiuto un supporto per alleviare la fatica e il disorientamento delle famiglie-
-Il vescovo Zuppi impegnato ci ha espresso la sua soddisfazione per l’iniziativa assai importante e ci augura un buon lavoro
-Alberto Comellini (Anvur) ci ha inviato un documento di 17 pagine –
Alessandro -ChiariniPresidente-CONFAD - Coordinamento Nazionale Famiglie con Disabilità-www.confad.eu È fermamente impegnato a lavorare insieme
Ringraziamo Radio Radicale che ha registrato tutto il nostro lavoro che trovate al :