Perché la morte con prepotenza delle tante donne private del diritto alla vita non sia vana.
Alessandra Servidori Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Perché la morte con prepotenza delle tante donne private del diritto alla vita non sia vana.
Forza donne italiane,forza! Delitti atroci inspiegabili assurdi che lacerano gli affetti,donne barbaramente uccise,violenze operate sia dagli assassini che da una giustizia e un sistema di società ancora profondamente maschilista che davvero non vuole risolvere questo orrore che si ripete. Uomini che ammazzano selvaggiamente le compagne che possiedono e non amano. Bisogna smettere di indignarsi e basta, bisogna smettere di farne spettacoli televisivi e teatrali, bisogna smettere di firmare protocolli che non si applicano sul territorio. Cambiare dunque la cultura della violenza nella nostra società per aiutare la nuova e giovane Italia che cresce ad avere rispetto l’una dell’altro. La giustizia italiana tollera il femminicidio reputandolo un reato minore e persino le Nazioni Unite hanno individuato in Italia il problema grande di inciviltà. Le donne ammazzate sono protagoniste della leggerezza irriverente del talk show sui fatti di sangue,spot e campagne della Presidenza del Consiglio dispendiose sono quasi ridicole. Prevale sempre l’idea di amore malato quando la belva è maschio e gli vengono offerte dagli psichiatri professoroni attenuanti di impossibili giustificazioni che consentono poi sentenze miti. Noi ci ribelliamo e non accettiamo i protocolli di intesa che non entrano nelle scuole e nella società per far capire quanto la malvagità e la prepotenza di una prevaricazione di un popolo su di un altro sia sleale e illegittima. Il male va conosciuto e allontanato con argomenti di comprensione, verità e storia e agisce sulle coscienze dei giovani e delle giovani generazioni. Il rispetto dell’identità femminile e il ruolo delle donne va approfondito conosciuto e discusso nelle aule scolastiche nei centri di aggregazione giovanili con buonsenso e professionalità duratura e costruttiva senza delegare a improbabili corsi di gender di parolai il compito di ristabilire un ordine naturale di riconoscenza e convivenza aiuto e reciprocità tra bambini e bambine ,ragazzi e ragazze,uomini e donne grandi e più grandi.