ELEZIONi e politica : donne sulle onde donne sugli scogli
Alessandra Servidori ELEZIONI e politica : Donne sulle onde e donne sugli scogli dell’economia
Il giovane e spavaldo Presidente del Consiglio paga la sua arroganza ma la fa pagare anche a noi : prima verso gli elettori e le elettrici molto arrabbiati per la situazione di declino del paese,poi per l’avanzata dei movimenti e dei partiti protestatari sui quali ormai una buona parte degli italiani si va affidando .E oltre tutto dobbiamo anche difenderci dall’ironia della stampa internazionale che ci massacra, mentre nel mediterraneo non solo affondano i barconi e noi siamo gli unici che salviamo i disperati da morte certa,ma la malavita prolifera là dove lo Stato non c’è. All'indomani del primo turno delle elezioni comunali in Italia, l'exploit della candidata del Movimento cinque stelle a Roma, Virgina Raggi, sottolinea la vittoria dell'esponente avvocato "anti-establishment" e il grande vantaggio di Raggi sugli avversari. La dimostrazione di forza per il populista Movimento 5 Stelle al primo turno delle elezioni pone non c’è dubbio una sfida al primo ministro Matteo Renzi che non accenna ad accusare il colpo ricevuto sulla capitale dell’Italia.Si convinca Renzi : Raggi vince il primo turno per diventare la prima donna sindaco della Città eterna e pur non avendo la maggioranza assoluta parteciperà al ballottaggio per Roma, la città degli eterni problemi diventata anche la capitale della corruzione continua .Così anche a Bologna la stanchezza e l’astenia politica apre la strada alla seconda donna sotto i riflettori di queste disgraziate elezioni comunali : Lucia Borgonzoni leghista e candidata del centro destra porta Virginio Merola PD al ballottaggio ,là dove la rossa Bologna è diventata così sempre più rosa. A Napoli la candidata Valeria Valente Pd va subito a casa mentre a Torino Chiara Appendino sempre 5 Stelle se la gioca con Piero Fassino PD della vecchia guardia. In buona sostanza attendiamo i risultati che strada facendo ci vengono consegnati ma quello che ci preoccupa non poco ora è la situazione della nostra bella penisola e della crisi che questi comuni dovranno affrontare. Cittadini e cittadine.. La spesa pubblica, elevatissima e causa di una pressione fiscale abnorme, non accenna a calare. Lo scorso anno essa è aumentata di 52 miliardi di euro e le tasse sono cresciute di quasi 26 miliardi. Rispetto al 2014, nel 2015 le uscite correnti del bilancio pubblico sono passate da 483,8 miliardi a 536,4 miliardi, mentre le entrate tributarie suono salite da 407,5 miliardi a 433,4 miliardi. Questi i dati di analisi congiunte Centro studi di Unimpresa Cgia sull’andamento del bilancio pubblico nel 2015 e nel 2014. Con numeri come quelli esposti, l’esigenza essenziale dello Stato per rendere sostenibile il suo bilancio, sarebbe quella di un buon aumento del pil, aiutato da una riduzione delle spese in conto capitale, stante una situazione di bassi tassi perdurante per il tempo del Quantitative easing. L’Ufficio studi della Cgia ricorda che dall’inizio della crisi (2007) ad oggi, nel nostro Paese il pil è sceso di oltre 8 punti, i consumi delle famiglie di 6,5 punti e gli investimenti quasi 27,5 punti percentuali. La disoccupazione, invece, è pressoché raddoppiata. Se nel 2007 ammontava al 6,1%, il dato medio del 2015 oscilla tra l’ 11,4% e il 12%. Per recuperare il terreno perso ci vorrà molto tempo. Se nel prossimo futuro il pil crescesse di almeno 2 punti ogni anno, il nostro Paese tornerebbe alla situazione pre-crisi solo nel 2020. E così non sarà; l’Ocse rivede al ribasso le sue stime per il Pil italiano per il 2016, prevedendo una crescita all’1%, 0,4 punti percentuali in meno rispetto all’outlook di novembre. Confermata invece la stima di +1,4% per il 2017. Sia nel 2016 sia negli anni successivi (2017 e 2018) le entrate totali delle pubbliche amministrazioni dopo la legge di Stabilità non caleranno e anzi continueranno ad aumentare. Saliranno di 10,6 miliardi nel 2016 rispetto al 2015 (da 788,7 a 799,3 miliardi), di 20,7 miliardi nel 2017 rispetto al 2016 e di 25 miliardi nel 2018 rispetto al 2017.