DUE SIGNORE AL COMANDO
Alessandra Servidori DUE SIGNORE al COMANDO 20 giugno 2016
Ebbene si’ hanno vinto due signore le due capitali che hanno fatto la Storia dell’Italia.Una storia faticosa e straordinaria che da tutto il mondo è conosciuta come cultura , sapere,sacrificio,responsabilità,libertà ,ultimamente un po’offuscata dalla disgraziata storia recente. Vogliamo con tutte le nostre forze essere ottimiste e come si fa tra donne d’onore (in verità non è scontato che ci sia questa bella cultura generalizzata!)- noi lo abbiamo affermato su queste pagine più volte- è giunta l’ora di cambiare passo. Non siamo mai state gufe né filogovernative, semplicemente accuratamente attente a ciò che succede nella nostra bell’Italia con uno sguardo molto particolare alle politiche economiche e del lavoro. E su questo,ora per le due vincitrici e anche tutti gli altri che hanno espugnato delle roccaforti della mala politica, sono attese,le prove dei fatti oltre le promesse. Sconfitta la politica dell’interdizione e dell’arroganza, superata la demagogia dei puri ( che non sono da nessuna parte), sconfitto il partito della nazione e il governo di unità nazionale come invece ha funzionato e funziona in Germania,ora la palla è in mano ad un bipolarismo PD e 5Stelle e sulle persone che hanno vinto,donne e uomini ,indifferentemente che rappresentano facce pulite e magari anche competenti. A Renzi suggeriamo ,come sempre, di abbassare i toni e ammettere che il voto NON è stato dato solo dai problemi delle città, ma anche da una insopportabile Santa Alleanza che lui ha costruito con personaggi coinvolti in brutte e non marginali vicende giudiziarie. E da quell’idea di Paese che non è comprensibile ai più legata ad una bulimia di potere e immagine, tutta proiettata ad ambizioni internazionali senza meditare su una realtà evidente : le riforme vanno fatte con una strategia di sintesi essenziale e condivisa da una maggioranza vera e non a suon di strappi di fiducia, tenendo il motore acceso con la presunzione della completezza e la rabbia in corpo. Sì siamo arrivati a questo punto non per colpa di proposte avversarie deboli, come ancora qualcuno afferma , ma per errori nel non fare programmi di risanamento della spesa pubblica, di investimenti nelle piccole imprese, nel massacrare i territori con una sicumera di saper governare un sistema economico che denunciava corruzione, mancanza totale di politica industriale e adeguata ed equilibrata politica fiscale. E’ vero che alcune riforme sono andate avanti ma non si vedono risultati e soprattutto troppi contrastanti i numeri dell’economia reale e non quella sciocca idea che la gente “percepisce”.La gente vuole capire bene e non sopporta l’autarchia, soprattutto un sistema di governo politico schizofrenico che sembra un caleidoscopio che si forma e si sforma a seconda degli interessi di pochi e non del bene comune di tutti o almeno di molti. Non vogliamo ingovernabilità e confusione vogliamo le nostre città governate con buonsenso comprendendo i problemi e sapendo come si intende risolverli. Attorno alla parità tra donne e uomini messi alla prova sul governo di grandi e piccole città con i loro problemi si snoda anche un’ ultima possibilità del cerchio renziano ammaccato di cominciare ad abbassare i toni. Renzi dunque fuori e dentro il Pd cerchi le competenze vere perché occorre che progetto e programma per l’Italia viaggino sulla stessa lunghezza e con vigore. Si avviino, si instaurino,si precisino, si avviino e proseguano e il procedere non è scontato perché esige l’accettazione dell’idea del cedimento della sovranità a tutti i costi e non una bizza umorale e una pulsione leaderistica che annienta chi non la pensa uguale. Non il lanciafiamme non più giovane ma ancora molto irruente toscano che ha perso e deluso la sua terra e l’Italia, ma la tenacia del buonsenso perché l’odio che si scatena e porta tempesta è solo autolesionista. E poi noi non siamo disponibili a lasciarci sottomettere.