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DIMISSIONI FANTASMA DIMISSIONI  LAVORATRICI FANTASMA Con una laconica comunicazione alle consigliere territoriali... Read more
NON c'è niente da festeggiare    8 Marzo 2019 – Se il Word Economic Forum afferma che solo  fra 108 anni il divario di genere... Read more
Seduta 499 del Senato Nel corso della seduta pubblica n° 499 del Senato del 8 settembre 2015 è stato approvato il testo... Read more
NO NON SERVE ALL'ITALIA una Costituzione e un Parlamento mutilati Alessandra Servidori                                              NO     NON SERVE... Read more
NON siamo un popolo di brava gente Alessandra Servidori Non siamo un popolo di brava gente. Il silenzio è il peggior male che si... Read more
LIA DE ZORZI VICE PRESIDENTETUTTEPERITALIA LIA DE ZORZI        VICE PRESIDENTE TUTTEPERITALIA  Come co-autrice della guida amichevole sui... Read more
Ministro Bernini in Cina : confronto su scienza,tecnologia, innovazione      Alessandra Servidori   https://www.radioinblu.it/streaming/?vid=0_2yp5n4y9  Oggi 28... Read more
DI MAIO ,la cultura dell'ignoranza Alessandra Servidori  Di Maio, la cultura del non saper fare i conti e  non dire la... Read more
Dati Istat : donne e servizi per l'infanzia : desolante situazione italiana ALESSANDRA SERVIDORI  www.ilsussidiario.net  22 marzo 2019 Istat ha reso noti i dati censiti per... Read more
SALARIO MINIMO :ECCO COME STANNO LE COSE IN EUROPA LAVORO Salario minimo, ecco come stanno le cose in Europa Autore: Alessandra Servidori   ... Read more
E Draghi fece ORDER! e altro ancora Alessandra Servidori      startmag  3 marzo    e  Radio in blu 4 marzo ... Read more
StartMag un 8 marzo particolare BLOG https://www.startmag.it/blog/un-8-marzo-particolare/  Un 8 Marzo particolare di Alessandra... Read more
8 marzo il sussidiario.net  ALESSANDRA SERVIDORI   UN GOVERNO AMICO DELLE DONNE? No neanche nell'emergenza Non c’è molto da... Read more
ITALIA lasciata sola con l'esodo biblico  ALESSANDRA SERVIDORI            IMMIGRAZIONE E ITALIA isolata Dalla grande mela il giovane... Read more
E NON SI DICA CHE NON E' VERO Alessandra Servidori         E non si dica che non è vero La volgarità non è mai stata una... Read more
IL CURA ITALIA LASCIA SOLE le famiglie  ALESSANDRA SERVIDORI         IL CURA ITALIA LASCIA SOLE LE FAMIGLIE CON PERSONE NON... Read more
BONUS BEBE' NOTIZIA INTERESSANTE - BONUS PER BAMBINI La legge di stabilità 2015 aveva stabilito un... Read more
Scuola .Pnrr cosa non va su istruzione e ricerca Alessandra Servidori    28-12-2020     ... Read more
GOVERNO MISOGINO .Oggi 21 ottobre più che mai GOVERNO MISOGINO . ALESSANDRA SERVIDORI Una pandemia femminile ammorba l'Italia e la situazione... Read more
Cuneo fiscale e lavoro : una palla al piede dell'economia  Alessandra Servidori  IL CUNEO FISCALE DEL LAVORO :UNA PALLA DI GRANITO ai piedi... Read more
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13 e 14 Luglio TUTTEPERITALIA in prima linea                                                  TUTTEPERITALIA   La premessa è che la... Read more
Il bluf salviniano sull'immigrazione Alessandra Servidori  Il bluf   salviniano dell’immigrazione Dopo 7 mesi di non verità e di... Read more
Perché la morte con prepotenza delle tante donne private del diritto alla vita non sia vana. Alessandra Servidori             \n Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E'... Read more
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La prevenzione,la salute e la sicurezza sul lavoro e anche questione di genere femminile Alessandra Servidori  La prevenzione la salute e la sicurezza sul lavoro è anche una questione... Read more
IKEA:ma che mondo è quello in cui si licenzia la madre di un disabile   Al responsabile risorse umane IKEA Corsico MILANO   \n Questo indirizzo email è... Read more
E' arrivato il lavoro autonomo Alessandra Servidori Il disegno di legge s AS 2233b  Misure per la tutela del lavoro autonomo... Read more
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CATANIA 27 Settembre PNRR la voro digitale la sintesi delle donne CATANIA 27 Settembre 2022    TutteperItalia-CONFPROFESSIONI-CONSULENTI DEL... Read more
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Confindustria e Ance : non servono nuove leggi serve tagliare e abrogare https://www.startmag.it/economia/semplificazione-quello-che-serve-alle-imprese-per-ripartire/?ct=t(R... Read more
La cucina dei postifici La cucina dei postifici Di Alessandra Servidori |... Read more
Seminario 18 marzo 2019 Bologna Si terrà a Bologna, il prossimo 18 marzo 2019, il seminario dal titolo "I diritti delle persone... Read more
Nuova Professionalità Innovazione e pari opportunità.Ripresa post covid e gender gap Rubriche NUOVA PROFESSIONALITÀ _III/3 (2022) ISSN 2704-7245 17 Innovazione e pari opportunità... Read more
BOCCIATO l'ordine del giorno per caregivers e pensioni di invalidità Alessandra  Servidori           MA SI PUO' ANDARE AVANTI COSI? Ne abbiamo scritto nei giorni... Read more
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NON c'è niente da festeggiare

   8 Marzo 2019 – Se il Word Economic Forum afferma che solo  fra 108 anni il divario di genere si attenuerà non c’è niente da festeggiare e ancora molto da fare.

www.il sussidiario .net

 Eurostat recentemente  segnala che in Italia oltre al carico di lavoro a casa, in media superiore a quello degli uomini, le difficoltà lavorative delle donne, nella fascia d’età compresa tra i 25 e i 49 anni, aumentano in corrispondenza dell’aumento del numero di figli e a questo incremento corrisponde una diminuzione del tasso di occupazione: dal 62,2% per le donne italiane senza figli si scende al 58,4% per le donne con un figlio (percentuale ben lontana dalla media europea, pari al 72,5%), fino ad arrivare al 41,4% nel caso di donne con tre e più figli, dimostrando così come la situazione del lavoro femminile in Italia sia ancora fortemente connessa a quella familiare. La legge di bilancio 2019 (L. 145/2018)  non ha introdotto ulteriori misure volte alla conciliazione vita – lavoro rispetto a quelle preesistenti . Anzi l'articolo 1, c. 485 riconosce alle lavoratrici la facoltà di astenersi dal lavoro esclusivamente dopo il parto, entro i cinque mesi successivi allo stesso, a condizione che il medico competente attesti che tale opzione non porti pregiudizio alla salute della donna e del bambino e questo francamente pone dei problemi  e ritengo che questa modifica sia sbagliata. Se è vero che la gravidanza non è una malattia e che moltissime donne, hanno lavorato fino all’ultimo mese perché godevano di buona salute e avevano una professione che glielo consentiva, questa modifica è tutta a carico della lavoratrice che rischia così di trovarsi di fronte a un ricatto. La scelta di quanto e come lavorare, non è completamente in capo al lavoratore e da qui deriva il forte rischio di trasformare la possibilità prevista in un obbligo. Tre mesi di maternità dopo il parto spesso risultano insufficienti, considerando lo stato dei servizi all’infanzia in gran parte del nostro Paese. L’idea di far scegliere alle donne quando assentarsi prima del parto è sicuramente il modo peggiore di affrontare una questione assai complessa come quella della maternità per le donne lavoratrici. Prima andrebbero adeguati i servizi e cambiata la normativa sul lavoro e  soprattutto, andrebbe cambiata quella mentalità che considera le madri lavoratrici  delle professioniste a metà. Al contrario una mamma che lavora è una donna che moltiplica tutto ma non  bisogna cadere piuttosto nella trappola della ‘superdonna’. Semplicemente  le donne, se vogliono, fanno figli.  Un governo non aiuta le donne con un mese in meno di maternità, ma con servizi in più. Con questo provvedimento del Governo si svalutano importanti diritti conquistati in passato dalle donne. Lo spirito  è quello di un orientamento individualista e non di una tutela sociale della maternità, con la conseguente svalutazione dei significati simbolici legati all’evento. Da tempo nel nostro Paese si assiste ad un calo demografico inarrestabile : si registra una media di 1,32 figli per donna, con 449mila nascite nel 2018, 120mila in meno rispetto a dieci anni fa. Annualmente l’Ispettorato Nazionale del Lavoro pubblica il monitoraggio nazionale delle convalide delle dimissioni e delle risoluzioni consensuali delle lavoratrici madri e dei lavoratori padri  che dà conferma della stretta correlazione tra maternità e disoccupazione. Dall’ultimo report  fine 2018,  nel corso del 2017 il numero complessivo di dimissioni e risoluzioni consensuali convalidate a livello nazionale è stato pari a 39.738 (dato in crescita del 5% rispetto a quello rilevato nel 2016, pari a 37.738), di cui 37.248 dimissioni volontarie che  hanno riguardato soprattutto le lavoratrici madri, a cui sono riconducibili 30.672 provvedimenti (il 77% del totale); di contro, 9.066 riguardano i lavoratori padri, un numero contenuto anche se in aumento in termini assoluti. Un altro provvedimento discutibile e “no buono”della legge finanziaria è l'articolo 1, c. 486  che pone a carico dei datori di lavoro, pubblici e privati, che stipulano accordi per lo svolgimento dell'attività lavorativa in modalità agile (smart working), l'obbligo di dare priorità alle richieste delle  lavoratrici nei tre anni successivi alla conclusione del congedo di maternità, ovvero ai lavoratori con figli disabili che necessitino di un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale. Questo - al di là del fatto che snatura lo smart working, che non è innanzitutto una soluzione di conciliazione famiglia-lavoro ma uno strumento di innovazione dei processi organizzativi - rischia di innescare meccanismi che, invece di favorire le donne, accentuino ancora di più l’onere della cura sulla sfera femminile. Non è chiaro infatti perché in caso di figli con disabilità si vogliano favorire (giustamente) entrambi i genitori, mentre per la cura destinata alla prima infanzia l’attenzione sia esclusivamente sulle madri. Altro provvedimento sicuramente non dalla parte delle donne è  “ quota 100”. Inps ci consegna  dati certi da cui si evince come una manovra 'maschile' e 'settentrionale', ovvero una manovra la cui platea di beneficiari è composta principalmente da uomini, e in secondo luogo da uomini e donne residenti nelle regioni del Nord Italia.  Riforme previdenziali opportune per garantire sostenibilità al sistema dei conti pubblici, non possono  subito rimediare alle 'imperfezioni' di un mercato del lavoro in cui la componente femminile ha numerose difficoltà in termini di accesso, equità retributiva, segregazione orizzontale e verticale, difficoltà di work life balance e dunque scarsa contribuzione e basse pensioni.  Ma  quota 100 e opzione donna oltre a non sanare, in fase di ritiro dal lavoro, i gap di genere connessi alle differenti storie lavorative di uomini e donne li ribadiscano, favorendo ancora una volta una ridotta platea di beneficiari maschi.

 

 

 

 

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