DATI ISTAT: cautela ragionata non gufaggine
Alessandra Servidori CARO RENZI sui dati ISTAT cautela ragionata non gufaggine
Noi siamo delle inguaribili ottimiste e siamo solite studiare bene i dati per farci un’opinione lucida scientifica e non solo politicamente di moda. E’ così che abbiamo letto e studiato i dati forniti da Istat ieri e su questi esprimiamo la nostra opinione oggi. Condividiamo le cautele necessarie espresse da vari colleghi opinionisti, ma soprattutto le argomentiamo, accuratamente.. Cominciamo con l’occupazione . In verità la crescita degli occupati è dovuta principalmente a un aumento di quelli con più di 50 anni, cresciuti del 5,8 per cento, mentre quelli tra i 15 e 49 anni sono diminuiti,lasciando così evidente e tragica la mancanza di lavoro per giovani qualificati tra i 25 e 34 anni. Nel settore dell’industria, dove c’era stata una diminuzione dell’occupazione nel trimestre precedente, i dati sono rimasti sostanzialmente stabili (con un piccolo aumento al Nord e una leggera diminuzione al Centro e al Sud) .Vero è che la crescita degli occupati riguarda sia quelli a tempo pieno che quelli a tempo parziale. Tuttavia la crescita degli impiegati a tempo parziale è in maggioranza dovuta a contratti di part-time involontario: la maggioranza (64,6 per cento) delle persone assunte cercava un impiego a tempo pieno, ma si è accontentata di un part-time. Questo dato è sostanzialmente in linea con quello dell’anno precedente: 64,5 per cento di part-time involontario. In totale, l’aumento degli occupati riguarda solo i lavoratori dipendenti (1,1 per cento). Per quanto riguarda la forza lavoro: il numero di persone in cerca di un’occupazione dovrebbe essere rimasto invariato su basa annua. Fra i disoccupati il 59,5 per cento sta cercando lavoro da più di un anno e questo dato si è ridotto nell’ultimo anno: nel secondo trimestre del 2014 era del 61,9 per cento. Il tasso di disoccupazione si è leggermente ridotto, su base annua, dello 0,1 per cento e si attesta al 12,1 per cento e il tasso degli inattivi cioè di chi è disoccupato e non cerca il lavoro è 35,8 .Oggi sono stati pubblicati anche i dati dell’Eurostat, l’istituto di statistica europea, sull’occupazione nell’area euro (i 19 paesi che adottano la moneta unica). A luglio 2015 la disoccupazione media è del 10,9 per cento. Perchè Renzi continua a dire che siamo rientrati nel gruppo di testa ? Markit – un’azienda molto famosa che offre vari servizi finanziari – ha pubblicato, dei dati sull’andamento dell’economia di molti paesi europei, tra cui l’italia . Secondo Markit in Italia c’è stato un leggero rallentamento della crescita economica ad agosto 2015, specialmente per quanto riguarda la produzione manifatturiera, e il livello di acquisti da parte dei produttori. Markit usa il PMI, una singola misura per indicare la condizione degli affari in un determinato paese. Il PMI dell’Italia è sceso a 53,8 da un picco che aveva raggiunto a luglio del 55,3. Cinquanta è un valore neutro del PMI, vuol dire che nel suo complesso il mondo degli affari non è peggiorato né migliorato; perché poi affermare che l’occupazione femminile sta migliorando? La situazione femminile in Italia è veramente tragica e rimane tale poiché i provvedimenti per sostenere le donne nel mercato del lavoro sono debolissimi. Sappiamo da sempre che le rgazze si laureano più velocemente e a voti più alti dei ragazzi : basta leggere la serie storica di Alma Laurea per capire che purtroppo le giovani sono e rimangono discriminate quando sono brave .A luglio 2015 la stima degli occupati aumenta rispetto a giugno per effetto della componente maschile (+0,4%) mentre resta sostanzialmente invariata quella femminile. Il tasso di occupazione maschile, pari al 65,3%, cresce di 0,2 punti percentuali, mentre quello femminile resta stabile al 47,3%. Nell’ultimo mese la stima della disoccupazione è in calo sia tra gli uomini (-3,5%) sia tra le donne (-5,6%). Lo stesso andamento si osserva per i tassi di disoccupazione: quello maschile, pari all’11,5%, cala di 0,4 punti percentuali, quello femminile, pari al 12,7%, cala di 0,6 punti. Ma ci chiediamo : sono dati destagionalizzati? Perché si sa che la maggiore occupazione femminile è richiesta nei mesi estivi nei servizi e dunque di bassa qualità e non strutturale. A fine settembre cercheremo di capire meglio . Comunque cautela signori: sia un decimale di rilevazione del pil del secondo trimestre che l’incremento di 180 mila posti di lavoro non fa la ripresa e l’economia italiana,hanno ragione insieme per una volta Camusso e Squinzi, va aiutata . E poi e poi Renzi è e rimane un giovane toscano arrogante : invoca aiuto e sostegno ma non ascolta nessuno e continua nella sua presunzione di completezza a mettere in pista squadre di esperti che bivaccano a Palazzo Chigi assomigliando sempre di più ,nel perdere tempo, ad una storiaccia di clan di consulenti e cervelli inutili già visti e pagati.