E la prossima legge di stabilità?
Alessandra Servidori
Il giovane toscano Presidente,una ne dice cento ne pensa ma non siamo per niente informati di come vanno i conti e sappiamo che entro il 15 di ottobre –dunque meno di una settimana- Bruxelles e dunque Mamma Europa attende le proposte che il Governo Italiano farà per la legge di stabilità 2016 che poi andrà comunque varata dal governo entro il 31 dicembre 2015. Sappiamo che ci stanno lavorando …però e però i primi annunci di tasse coatte, ci stanno disorientando. Nella fantasia collettiva renziana , insufflata da quella giornalistica che ormai è quasi completamente piallata, questo governo avrebbe dovuto avere due caratteristiche: a) incarnare sobri costumi; b) stangare sodo per rimettere in ordine i conti attraverso riforme della spesa e rilanciare con le risorse così risparmiate,i consumi e lo sviluppo . La prima evidenza è che i costumi sobri non li ha adottati e prova ne è che mai come ora si vedono in giro macchine e scorte, aerei di Stato che si spostano da una provincia ad un’altra come fossero tapirulan. C’è da dire però che questo è il meno. Infatti noi per sobrietà intendiamo una maggiore severità verso i privilegi della classe politica,ma invece no,perché i vitalizi dei parlamentari forse si razionalizzeranno solo dalla prossima lontana –hai noi!_ legislatura. Ma la questione più seria è la stangata che comunque sta per arrivare.La stangata sta per arrivare, ed è un male perché , solo spremere le tasche degli italiani oggi significa raccattare euri destinati a vaporizzarsi sul braciere della spesa pubblica che rimane- hai noi- sempre quella. Attenzione al sistema bancario che comunque,beneficiato da Draghi, non ha ancora messo a disposizione risorse per i mutui e dunque gli italiani stanno ancora ricomprando titoli del nostro debito pubblico, e solo diminuendo il debito pubblico e liberando risorse per la crescita si riuscirà a vedere una vera ripresa. Al di là di quello che dice Padoan infatti,con una spallata confindustriale mai così filogovernativa come oggi, non si vedono significativi dati di risalita anche perché alcune iniziative sul mercato del lavoro, per esempio, non sono state neanche previste. Noi consigliamo di alleggerire di vincoli (quindi di protezioni) il mercato del lavoro delle professioni; alleggerire il peso del sistema pensionistico sugli odierni lavoratori; alleggerire la gestione pubblica dell’economia restituendo produzioni e servizi al mercato, aprire al mercato di qualità l’istruzione e trovare all’istruzione un mercato, così che ai nostri giovani possiamo garantire un livello alto di competenze e dunque di competitività. Perché solidità del nostro sistema produttivo significa anche anteporre le riforme e le liberalizzazioni ai prelievi e alle tassazioni.