Beatrice e il super io
Alessandra Servidori Beatrice e il super io
La sfortunata campagna sulla fertilità coatta ha messo in evidenza il super io di cui è affetta la Ministra Lorenzin che mi ostino a chiamare Bea,in ricordo di quando era una fresca e tonica giovane amica che mi chiamava come sua maestra quando insieme organizzavamo seminari di studio sui temi del welfare.Ma le allieve crescono e spesso ,superano le maestre ma in arroganza.E così guardando l’incontro in tv in prima serata in cui la ministra incalzata dalle due giornaliste spiega la mission comunicativa fallita del piano nazionale sulla fertilità ho la conferma di quella presunzione di completezza che ammorba chi raggiunge posti di potere. Un danno erariale così evidente –tanti milioni bruciati da opuscoli e iniziative sbagliati- è in capo al Ministro e non alla direzione generale del ministero e questo non è stato mai evidenziato da nessuna polemica intercorsa,tanto meno da nessun solerte giudice che in questo caso tace .Peraltro nell’elencare con questo “Io,io ,io ,l’ho fatto” i suoi provvedimenti in campo sanitario,Beatrice super-io ha dimenticato di abbattere i muri della legge 40 che impedisce alle coppie fertili il ricorso alla fecondazione medicalmente assistita pur affermando negli opuscoli sbagliati una sola mission condivisibile e cioè che la possibilità di avere figli è “un bene comune”.Non lo è a tutt’oggi , e questo da maestra lo ricordo a chiare lettere, per quelle tante coppie a cui Lorenzin deve guardare con riverente attenzione,penalizzate dalla cattiva legge che a dodici anni dalla sua promulgazione sono arrivate a quell’età che non consente loro di poter mettere al mondo il figlio desiderato. Lorenzin una volta entrata nell’olimpo del potere di cui politicamente ha aderito all’arroganza renziana, ha pensato e ancora pensa,di poter affidarsi come dichiara alla” società scientifica “ anch’essa evidentemente ben incardinata su decenni di potentati e fallimenti della famosa legge 833 del ‘ 78 ,fallimento evidente di un decentramento della salute degli italiani e trionfo dei primariati e degli sprechi tutt’ora evidenti. Ora Lorenzin deve provvedere anche e soprattutto a realizzare la presa in carico della persona con fascicolo elettronico dello stato di salute, di un fondo unico socio-assistenziale nazionale( compresa l’indennità di accompagnamento) così da garantire, soprattutto alle persone disabili e rese disabili dalla mancanza di salute e dunque di tutte le età come vediamo dai i dati di malattie oncologiche,invalidanti,ingravescenti che colpiscono gli italiani , integrazioni di servizi e apropriatezza delle prestazioni e in ciascun territorio ,conferimento alle asl della spesa socio sanitaria municipale e applicazione anche per le coppie che desiderano figli della corretta proporzione di spesa tra prevenzione,servizi territoriali e spedalità; concentrazione della offerta ospedaliera in base agli esiti e agli standard delle specialità e soprattutto efficienti servizi di emergenza. E oggi l’emergenza è anche riempire le culle vuote ma non con la presunzione di campagne informatrici sbagliate e messa in mobilità dei dirigenti ministeriali indicati come colpevoli. Mediti Beatrice , mediti.
DALLA PARTE DELLE DONNE E DEL LAVORO .La situazione aggiornata
Alessandra Servidori -18 SETTEMBRE DALLA PARTE DELLE DONNE e del lavoro nel mondo
Qual è attualmente la situazione in Europa sulla conciliazione anzi condivisione vita/lavoro E gli impegni assunti dal recente G20
Commissione e Parlamento il 9 settembre hanno deciso di agire per migliorare l’equilibrio vita-lavoro di tutti i cittadini, uomini e donne: una leva in grado di migliorare notevolmente l’attuale disuguaglianza di genere. Ecco alcuni dati di contesto che raccontano la situazione, oggi.
In tutta Europa il tasso di natalità è sensibilmente diminuito negli ultimi decenni.
»Gli studi dell’ultimo decennio sollevano molti dubbi riguardo l’effettiva efficacia di un più lungo orario di lavoro in termini di aumento della produttività. »La perdita di PIL nel mercato del lavoro europeo attribuibile al gender gap è stimata al 10%. »La disuguaglianza sul mercato del lavoro ha conseguenze che durano (e peggiorano) nel tempo: il gender pension gap (39%) è più del doppio del gender pay gap (16%)! »I congedi legati a motivi familiari sono ancora motivo di forte discriminazione per uomini e donne, nonostante il quadro normativo esistente a livello europeo. »Solo il 10% dei padri usa almeno UN giorno di congedo di paternità. »Il 97% delle donne usa il congedo parentale disponibile per entrambi i genitori. »Solo 11 Stati membri hanno raggiunto il primo degli “obiettivi di Barcellona” (2002, servizi di cura per l’infanzia accessibili al 90% dei bambini tra i tre anni e l’inizio dell’obbligo scolastico), mentre solo 10 Stati membri hanno raggiunto il secondo obiettivo (servizi di cura per l’infanzia accessibili al 33% dei bambini di età inferiore ai 3 anni). »3,3 milioni di cittadini europei tra i 15 e i 34 anni hanno dovuto rinunciare al lavoro a tempo pieno per mancanza di servizi di cura per i propri figli o altri parenti a carico. Anche nel campo dei servizi, gli investitori e le aziende del settore dovranno rispettare le normative europee ed essere sottoposti allo stesso numero di controlli.
Il rapporto di iniziativa del Parlamento
Il Parlamento europeo ha deciso di redigere una relazione d’iniziativa per portare maggiore attenzione al dibattito e per richiedere alla Commissione di intensificare il suo lavoro in questo campo. Soprattutto, questa relazione è una reazione alla “roadmap” e alla relativa consultazione pubblica lanciate dalla Commissione nel 2015, dal titolo ‘Un nuovo inizio per fronteggiare le sfide del work-life balance affrontato da famiglie di lavoratori’. L’obiettivo di questa iniziativa della Commissione è quello di aumentare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro attraverso la modernizzazione e l’adeguamento del quadro giuridico politico dell’UE al mercato del lavoro di oggi, per consentire ai genitori con bambini e/o altri parenti a carico un migliore equilibrio tra famiglia, lavoro e vita privata, sostenere una maggiore condivisione delle responsabilità familiari tra uomini e donne, e rafforzare la parità di genere nel mercato del lavoro.
Work-life balance: è tempo di agire
Lo scopo di questa relazione - e delle politiche di conciliazione vita privata-vita lavorativa in generale - è non solo la promozione della parità di genere nel mercato del lavoro e in altre sfere della società, ma anche dare ai bambini la possibilità di raggiungere il loro pieno potenziale ,, fornendo loro un’istruzione di alta qualità e servizi di cura per la prima infanzia, accesso ad attività ricreative, culturali e sportive e, soprattutto, tempo con i loro genitori.
Flessibilità : il rapporto specifica che per conciliare lavoro, vita privata e familiare non esiste una soluzione ‘one-size-fits-all’, e il giusto equilibrio deve essere trovato per ogni persona, al fine di soddisfare le loro esigenze personali e familiari.
Azioni proposte:
Adeguati regimi di congedo condivisi
La mancanza di sistemi di congedi retribuiti per i padri, o l’inadeguatezza degli incentivi per usarli, aumenta la disuguaglianza di genere nella condivisione del lavoro di cura della famiglia tra donne e uomini. Poiché le donne sono le principali utilizzatrici dei congedi legati a motivi familiari, la loro posizione nel mercato del lavoro è indebolita per quanto riguarda l’accesso al mercato del lavoro, il salario e l’avanzamento di carriera. Allo stesso tempo, gli uomini non sono supportati o motivati a prendere del tempo da trascorrere con la propria famiglia. Per far fronte a questo, la relazione invita la Commissione a: »presentare una proposta di revisione della direttiva sul congedo di maternità, che attualmente risale al 1992, adottata nell’ambito di competenza dell’Unione europea in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
La direttiva in vigore prevede 14 settimane di congedo di maternità retribuito e la protezione contro il licenziamento. La revisione dovrebbe mirare a prolungare il congedo di maternità retribuito con modalità diversificate di retribuzione, per consentire il soddisfacimento di specifiche esigenze e tradizioni diverse nei diversi Stati membri. I punti salienti»presentare una direttiva sul congedo di paternità, per garantire che gli uomini assumano la loro parte di responsabilità familiari, prevedendo un congedo minimo obbligatorio, retribuito e non trasferibile, per i padri; »presentare una relazione sull’attuazione della direttiva sul congedo parentale, »proporre una direttiva sui congedi per i “carers”, per consentire ai lavoratori di prendersi cura di persone a carico. Inoltre la relazione chiede: »di adoperarsi per cambiare gli stereotipi sui ruoli di genere; »di adottare misure per ridurre il divario retributivo di genere; »che vi sia piena disponibilità di strumenti di flessibilità organizzativa del lavoro (vigilando che essi non siano un obbligo per nessuno), come telelavoro, smartworking, orari flessibili e part-time. Infine, la relazione sottolinea che le condizioni favorevoli per l’equilibrio vita-lavoro nel mercato del lavoro e una soddisfacente qualità di vita possono essere raggiunti solo se le persone hanno abbastanza tempo fuori del lavoro per lo sviluppo personale, per esempio attraverso l’istruzione e la formazione, e per il tempo libero. La Commissione dovrebbe pertanto intensificare le sue azioni nei confronti degli Stati membri che non applicano correttamente la direttiva sull’orario di lavoro. Inoltre, gli Stati membri sono incoraggiati a mettere in atto misure di sostegno ai congedi per scopi di istruzione e formazione e ai “carrier breaks”.
Parlamento Europeo- Bruxelles, 9 settembre 2016
Di seguito una scheda dei 5 i impegni assunti dal recente G20 sulle politiche per l’occupazione femminile
1) Lavorare per l'inclusione delle donne e delle persone diversamente abili nel mercato del lavoro per contrastare la povertà
2) Sviluppare i settori della scienza e della tecnologia per l'inclusione delle donne
3) ASSICURARE CHE LA NUOVA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE SIA INCLUSIVA PER DONNE,GIOVANI E SOGGETTI SVANTAGGIATI
4)SOSTENERE L'IMPRENDITORIA FEMMINILE E GIOVANILE NELLE PICCOLE IMPRESE
5)SVILUPPARE PIANI DI OCCUPAZIONE FEMMINILE E GIOVANILE INCLUSIVI NEL MERCATO DEL LAVORO E NELL'ECONOMIA
BRATISLAVA e l'accordo che non c'è
Alessandra Servidori 17 settembre 2016 BRATISLAVA e L'ACCORDO CHE NON C'E'
Chi ha caricato il vertice di Bratislava per un incontro straordinario sul futuro dell’Unione europea, ha sbagliato prima e il giorno dopo di più. Un summit in cui la Gran Bretagna, che pur rimane membro a tutti gli effetti, non ha preso parte anche se di Brexit si è parlato e invece non si è voluto parlare e decidere davvero il percorso del futuro prossimo dell’Europa.Un vertice ambizioso, necessario viste anche le prossime scadenze elettorali e referendarie in diversi paesi europei.Quella che è arrivata e uscita da Bratislava è però un’Europa "a pezzi", sempre più divisa al suo interno e con vari raggruppamenti che cambiano a seconda del dossier trattato e soprattutto evidenziando che nessun compromesso è stato raggiunto. L’unica evidenza è stata da parte del governo slovacco, che come presidente di turno del Consiglio, ha presentato un piano per tornare a un’Europa delle nazioni con un indebolimento delle istituzioni comunitarie che seppellisce il progetto europeo.Summit e conferenze stampe divisivi ,il gruppo più strutturato è quello di Visegrád, che riunisce Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria,costituitosi prima dell’ingresso di questi paesi in Europa,che aveva tra gli obiettivi principali quello di sostenerne il percorso di adesione e ogg invece è il gruppo che riunisce i governi più euroscettici d’Europa. Anche i recenti vertici di Ventotene (Italia, Francia, Germania) e di Atene (con i paesi del sud Europa a favore di politiche fiscali più permissive, costituito come contraltare al fronte dei paesi pro–rigore del Nord) sembrano funzionare più da specchio delle fratture interne che da forum per la ricerca del compromesso prima delle riunioni a 27 o a 28. |
E la speculazione va.........................
Alessandra Servidori E la speculazione va….. 3 settembre 2016
In questa stagione di numeri istituzionali ballerini,in cui Istat , Inps,Governo fanno a gara per sparare come un cannone a salve, a giorni alterni, dati diversi accompagnati da criteri che offuscano qualsiasi ragionevole trend economico comprensibile, e all’ombra del lago maggiore gli scranni dorati di Cernobbio sono sempre piu’ occupati da marziani , continuiamo a riflettere . La crescita in Italia non c’è perché ha istituzioni e amministrazione pubblica peggiori di altre nazioni : guidiamo la tragica classifica dei de-ficienti, insieme alla Grecia ,augurandoci che almeno la riforma della ministra Madia ,appena sgelata, si metta in moto virtuosamente. Non dimentichiamo le ultime tragiche notizie vere di quello che è stato per le nostre banche italiane quella prova detta “stress test” in cui siamo venuti fuori a brandelli e più di tutti fra tutti quel Monte di Siena che hanno tentato per l’ennesima volta di coprire dalla vergogna. Le borse in questi giorni di settembre continuano a traballare : non siamo da soli è vero, e le banche punite dalle Borse sono tedesche, svizzere, ma noi quelle italiane siamo messe male, nonostante alcune banche nostrane – dicono…???- siano fra le più solide d'Europa. Il perché è presto detto : le cattive istituzioni creano cattivi mercati: la ripresa non c’è e neanche piu’ nei titoli dei giornali reggipancia del governo: altri crescono noi no e ci salviamo grazie alla BCE.E noi pur di non cambiare, pur di reclamare l'«elasticità» che serve a conservare l'andazzo anziché invertirlo, siamo con l’acqua alla gola. E allora dobbiamo dire la verità : Il famoso bail in NON ci costringerebbe a chiedere i soldi ai cittadini è falso: ma bisogna sapere che se fossimo costretti dovremmo chiederlo agli azionisti e a chi ha prestato denaro per poi mettere quelli pubblici nelle banche. L'economia nazionale stagna quando non recede e tantissimo credito è stato erogato agli amici degli amici..La situazione delle Banche Italiane già fallite e invia di fallimento è gravissima e il governo non può continuare a dire non verità perché i rimborsi a chi ha perso tutto e le soluzioni di mercato,intendendo i soldi delle altre banche, come per esempio il fondo Atlante e gli investimenti delle Casse previdenziali, cioè quel che sarebbe di mercato diventa di Stato, così tragicamente legando la sorte dei migliori ai peggiori e violando le regole, è uno sbaglio madornale perché saremmo ancora di più in bocca alla speculazione.Ma il popolo italiano non si fa prendere per i fondelli trascinato dalla disputa sul sì o no al referendum costituzionale, anzi si documenta e cerca attraverso riflessioni libere e forti nei contenuti di spiegare perché a questo Governo la fiducia ad andare avanti così NON si può più continuare a dare.
Ancora una volta insieme contro il cancro – GIOVEDI 8 settembre 2016
ALESSANDRA SERVIDORI Ancora una volta insieme contro il cancro – GIOVEDI 8 settembre 2016
Ebbene sì, ce l’abbiamo fatta,abbiamo costruito un astuccio, un opuscoletto, su carta semplice, essenziale, ma molto democratico, alla portata di tutti per aiutare chi incontra il cancro, quando si lavora, quando si ha famiglia, quando ci si interroga. E ora ? Ma prima di tutto cosa faccio ?Dove vado ? Guarire o morire , convivere con il tumore, sapere dove andare quando hai la diagnosi scritta su un foglio , tenere sotto controllo la nostra vita, comunque cercare di informarci. Non è facile mettere ordine nella testa ma bisogna almeno avere essenziali informazioni perché le persone ammalate di cancro hanno davanti a sé una strada faticosa e nel corpo e nell’anima scoppia il disorientamento. E ti cambia la vita con la sua invadenza che avvolge il pensiero e tutta la tua famiglia. Al tumore, qualunque esso sia, in genere oggi bisogna guardare con meno angoscia: sono molti quelli che ce la fanno; e bisogna considerarlo sempre come un nemico da battere il più radicalmente e rapidamente possibile , con un indifferibile bisogno di speranza che è attualmente considerato come un vero e proprio fattore di guarigione. E allora noi, nel nostro piccolo , come sempre da quando ci occupiamo di lavoro, abbiamo cercato alleate e alleati perché siamo convinti che una informazione primaria ed essenziale sul territorio ti possa aiutare per darti un riferimento attraverso la ricomposizione di indicazioni in un astuccio,di norme recenti, di presidi istituzionali e associativi,nell’impegno di unità di vita e unità dei saperi. All’ ostilità aggressiva del tumore offriamo alle lavoratrici,ai lavoratori,alle loro famiglie un opuscolo riflessivo semplicissimo ,una guidina di conoscenze ,norme operative e recenti , associazioni e istituzioni che unite da valori forti come la speranza, la solidarietà,la competenza, l’impegno civico sono lì dove vivi e lavori, un aiuto per non rimanere soli per trovare la fortezza necessaria per misurarsi anche con sfide di tipo burocratico-istituzionale. Bisogna sapere quali sono i diritti e i doveri , come cambierà la vita, se e quanto si potrà continuare a lavorare; a prendersi cura della famiglia, degli amici; quali interessi si potrà continuare a coltivare .
TUTTEPERITALIA-------CESLAR UNIMORE-----WORD CANCER DAY --------NOITUTTIPERBOLOGNA
PATOLOGIE ONCOLOGICHE, INVALIDANTI,INGRAVESCENTI
Quello che è importante sapere per le lavoratrici i lavoratori e le loro famiglie
Un opuscoletto che si rivolge alle lavoratrici ,ai lavoratori affette/i da patologie oncologiche, con l’intento di fornire” un astuccio” di informazioni utili sui propri diritti e doveri per affrontare un delicato e faticoso momento nella vita lavorativa e famigliare. Un contributo istituzionale e associativo per lo sviluppo ed il miglioramento della conoscenza concreta delle norme nel nostro Paese, aggiornate dalle novità introdotte dalle riforme del lavoro e dalla legge di stabilità. Nel momento attuale di sempre maggiore complessità, è un semplice e utile strumento informativo adeguato con la legislazione, e i percorsi che si devono compiere quando si incontra la malattia oncologica e invalidante, cercando di fornire un “utensile” dei diritti e dei doveri che prevede il sistema sanitario, assistenziale,previdenziale. Ci siamo impegnati per rafforzare lo spirito “associativo e sussidiario” con istituzioni,associazioni, facilitando la comunicazione con il territorio e con i cittadini che lavorano e le loro famiglie, ed incrementando la collaborazione. Insieme è meglio.
GIOVEDI 8 SETTEMBRE 2016 ORE 13 Conferenza Stampa
COMUNE di BOLOGNA Sala Savonuzzi - Presentano l’iniziativa
Sindaco Virginio Merola- Direttore Sanitario Angelo Fioritti
Saranno presenti autrici, autori , promotori, i tre sindacati confederali cgil-cisl-uil
INVITO a partecipare
Il Governo ........ Parisi....... tira aria di bufera
Alessandra Servidori Il Governo ........ Parisi....... tira aria di bufera
Ho letto con attenzione il commento dell’amico Galbusera a proposito di ciò che suggerisce anche a Parisi per governare il nostro Paese a proposito dell’attuale grave situazione politica ed economica,ma non sono affatto convinta nel pensare- e lo dico da persona libera e forte- che in FI ci siano elementi irrecuperabili -Su queste pagine ho descritto più volte la mia convinzione a rigettare con un No la Riforma Costituzionale e i motivi più che validi li ho spiegati. Ma mi dilungo su uno su tutti su cui chiedo attenzione a Parisi e che faccia la sua parte: la questione di fiducia, disciplinata soltanto dai regolamenti parlamentari, cioè la dichiarazione con la quale il Governo dà l'assenso ad una Camera: o approva l'oggetto della votazione o il Governo rassegna le dimissioni. Si veda bene che questo passaggio ha due scopi fondamentali: compattare la maggioranza e piegare l'opposizione di una Camera sullo specifico oggetto. La” riforma” Renzi dice falsamente di aver tolto al nuovo Senato il potere di concedere e negare la fiducia. Il nuovo Senato monster renziano non potrà più porre neppure la questione di fiducia,però e però conserva tuttavia la funzione legislativa paritaria con la Camera su materie fondamentali, quali la revisione costituzionale, l'Unione Europea, la sua stessa legge elettorale.Allora nell’era della semplificazione narrata ma non effettiva, che accadrà quando, in una legge su tali materie, il Senato andrà in opposto avviso della Camera, dove invece lo strapotere del Governo e la possibilità di imporre la fiducia non consentiranno dissensi essenziali? Un conflitto del genere tra Camera e Senato risulterà insuperabile, perchè non si intravede l'autorità competente a risolverlo: non la Corte costituzionale, perché non è un conflitto di attribuzione; non i due presidenti delle Camere perché non è una questione di competenza, ai sensi del nuovo art.70 Costituzione.Allora ,giuridicamente e politicamente ,questo Senato monster duplicazione della Conferenza Stato regioni, comunque che manterrà i privilegi strutturali,che sarà una pletora di molti consiglieri e pochi sindaci i veri penalizzati da questo pasticcio,se non vorrà assecondare il Governo e terrà la posizione? Renzi e Boschi, le due giovani marmotte ben così ben definite da Geronimo, che chiedono agli altri di entrare nel merito, finalmente, abbasseranno le testa?Non credo.Altra questione : Brunetta,Prestigiacomo,Carfagna,Sacconi sono stati bravi Ministri ed erano di FI e hanno fatto passaggi riformatori importanti e soprattutto chiari. Il Governo Renzi ha Ministri poco boriosi e impegnati come Del Rio e Madia, si può lavorare con loro non con altri spocchiosi pasticcioni,impreparati.Una notizia che dimostra quanto pressapochismo e non verità questo Governo che ha bisogno di essere riformato, porta avanti illudendo il popolo italiano. L’economia boccheggia e Galbusera raccomanda investimenti sul piano industriale: ma lo sanno gli italiani che mentre Renzi oggi fa le conferenze stampa con i giovani virgulti della Silicon Valley e la terra trema, il favoleggiato Piano industria 4.0- del quale già su queste pagine scrivemmo- adottato da quasi tutti i paesi industrializzati,nel giorno del nero declino italiano, al ministero Sviluppo economico confermano che non c’è più una data certa di varo, che peraltro doveva essere entro agosto,cioè trovare le risorse per ammodernare le industrie e veramente provare a ripartire !Le motivazioni : crescita zero,calo del pil,e povertà in aumento danno margini inesistenti di manovra nella legge di stabilità che NON conterrà il finanziamento. Parisi faccia attenzione.
NOVITA’ importanti per gli adempimenti in caso di assenza dal lavoro per malattia- AGOSTO 2016
Alessandra Servidori-
NOVITA’ importanti per gli adempimenti in caso di assenza dal lavoro per malattia- AGOSTO 2016
Farà dottrina la sentenza di Cassazione emessa a fine luglio sul tema malattia dei lavoratori in merito ai diritti e doveri. Infatti a verificare l’invio del certificato di malattia deve essere anche il lavoratore, un doppio adempimento dunque:avvisare tempestivamente il datore di lavoro della propria assenza, obbligo previsto da contratto;verificare che la procedura telematica di trasmissione del certificato di malattia, da parte del medico curante, all’INPS sia avvenuta correttamente, anche richiedendo il numero di protocollo telematico identificativo del certificato di malattia. Non è sufficiente, quindi, richiedere al medico il certificato. A chiarirlo è stata la Corte di Cassazione con la sentenza n.15226/2016 con la quale ha stabilito che nel caso in cui l’INPS non riceva il certificato di malattia è legittimo il licenziamento disciplinare del lavoratore intimato per una prolungata assenza ingiustificata, non avendo potuto il datore di lavoro effettuare alcun controllo.- Civile Sent. Sez. Lavoro Num. 15226 Data pubblicazione: 22/07/2016-Nel caso in esame, il CCNL applicato in azienda( violazione e/o falsa -applicazione dell'art. 7 della L.n. 300 del 1970, dell'art. 2119 c.c. anche in relazione all'articolo 69 del CCNL dei metalmeccanici) prevedeva l’obbligo per il lavoratore di avvisare il datore di lavoro, in caso di malattia, entro il 1° giorno di assenza e di inviare all’azienda entro 2 giorni dall’inizio della malattia il certificato medico attestante la malattia o il suo prolungamento. In assenza di tali comunicazioni l’assenza va considerata ingiustificata. Questa è la situazione portata all’attenzione della Corte che ha pertanto ritenuto legittima la massima sanzione visto che la contrattazione collettiva applicata prevede proprio il licenziamento in caso di assenza ingiustificata protratta oltre i 4 giorni consecutivi. E’ bene dunque, che il lavoratore,in caso di assenza dal lavoro per malattia si faccia rilasciare il certificato medico, rendendosi reperibile nel domicilio indicato per le visite fiscali dell’INPS. Tra gli obblighi del medico figura invece l’invio telematico dell’attestato medico all’Istituto di Previdenza, entro il giorno seguente a quello in cui è iniziato l’evento, mentre il lavoratore dovrà provvedere alla trasmissione della copia del documento al datore di lavoro entro due giorni (basta il numero di protocollo, con cui l’azienda può verificare l’attestato sul sito INPS).Novità anche per le visite fiscali.Il lavoratore deve sottostare agli accertamenti sanitari diretti a controllare la giustificazione dell’assenza in caso di infermità (ai sensi dell’articolo 5 dello Statuto dei Lavoratori). Le visite possono essere predisposte sia dal datore di lavoro sia dall’INPS. Sono interessati, con orari differenti, sia i lavoratori dipendenti del settore pubblico sia quelli del privato. È necessario garantire la reperibilità in specifiche fasce orarie, che sono cambiate dal 2015 :statali e personale enti locali: reperibilità per l’intera settimana, festività comprese, dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 18:00;lavoratori settore privato: reperibilità intera settimana compresi week-end e festivi, dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 17:00 alle 19:00. Il Jobs Act ha esteso ai dipendenti del settore privato l’esclusione in caso di malattie gravi (per seguire terapie salvavita anche in orari di visita fiscale), a fronte della presentazione al datore di lavoro e all’INPS della documentazione medica attestante la malattia. L’elenco sulle terapie che dispensano dalla reperibilità è contenuto – nel caso dei dipendenti pubblici – nell’art. 10 del Decreto Legge 15 settembre 2000, secondo cui i giorni di malattia esenti da visita fiscale sono quelli del ricovero, anche in day hospital, per eseguire la terapia (in questo caso non serve il certificato medico). In generale, dunque, non vi è obbligo di reperibilità in caso di assenza dal lavoro per:malattia in cui a rischio è la vita stessa del dipendente;infortunio sul lavoro;patologie per cause di servizio;gravidanza a rischio;ricovero ospedaliero;eventi morbosi connessi all’invalidità attestata. Importante la circolare INPS n. 95/2016 che definisce quando un lavoratore può considerarsi esonerato dalle visite fiscali dell’INPS, individuando le patologie che ne danno diritto: “patologie gravi che richiedono terapie salvavita, comprovate da idonea documentazione della Struttura sanitaria”; “stati patologici sottesi o connessi a situazioni di invalidità riconosciuta, in misura pari o superiore al 67%”. Per i casi particolari, la Circolare fornisce apposite linee guida per i medici che redigono i certificati di malattia.
Buone ferie e a settembre!
Alessandra Servidori
C’è ancora chi si illude che il toscano non più tanto giovanilista, ascolti i pareri di chi ha ancora voglia di parlare di lui e dei suoi errori primaverili ed estivi. Ma francamente non serve anche perché è inutile sprecare intelligenza e buonsenso. Lui va avanti e nella pausa estiva i giornali di regime in attesa di settembre attaccano sistematicamente i penta stellati che sono e continuano ad essere un esercito senza guida, arruolato da un computer,ma con una vittoria meritata che gli ha consegnato Torino e Roma. Intanto che ritorna dall’inaugurazione con famiglia a Rio dalle olimpiadi e Meb lo sostituisce errante in proselitismo , noi che amiamo scrivere ci dilunghiamo sul futuro prossimo della nostra Italia.Tenacemente attive. Di Stefano Parisi abbiamo già disegnato un profilo suadente posto che il suo stile manageriale mi ricorda tantissimo Silvio nazionale e sono proprio convinta che la storiaccia mercantile societaria Mediaset/Vivendi/Telecom cioè Berlusconi/ Bollorè /Renzi sia una visibile vendetta incardinata tra ex soci sulla fibra ottica e dunque Enel , in competizione con Telecom dopo il fallito Patto Nazareneide . Renzi ora non ha nessun buon motivo economico per recuperare con la sinistra ma ha buoni motivi economici per recuperare la platea dei forzisti berlusconiani sapendo che è interessato il Silvio nazionale a rimettere in sesto Mediaset Premium in perdita che Bollorè ha rigettato e non c’è dubbio che al Cavaliere una rinascita di quel patto farebbe comodo sul piano dei suoi interessi imprenditoriali. Il Toscano politico ed economico dunque tifi pure per avere Parisi come interlocutore per fare il Partito della Nazione ma non vuole i voti persi della sinistra, mai stata e tantomeno ora potrebbe essere, maggioritaria in Italia e dunque mantenere il toscano a Palazzo Chigi. Ora la situazione è molto complicata perché Parisi traccheggia sul NO al referendum evidentemente d’accordo con Berlusconi , l’alleanza di Renzi con Verdini e l’ometto con gli occhiali rossi vice ministro ex montiano all’economia, è ridicola, e il disastroso risultato delle amministrative ,il balzo dei pentastellati grazie a quella innominabile legge elettorale di cui Renzi è l’autore, mettono Palazzo Chigi in posizione di arrembaggio dei barbari. C’è la necessità di ribaltare il caos in cui siamo : creare alleanze nuove capaci di tenere sul piano politico per cambiare la legge elettorale ,sminare il referendum; portare avanti una politica economica vera e non fatta di mance come l’attuale tagliando la spesa pubblica e investendo nello sviluppo con risorse verso pubblici e privati incentivandoli fiscalmente ,per non rimanere in stagnazione e offrire all’Europa una manovra sul deficit, tutto questo insieme alle forze moderate e tagliando con gli estremisti che vogliono solo scranni di potere. Stefano Parisi dovrebbe favorire questo nuovo percorso senza traccheggiare sul referendum perché Brunetta non ha solo ragione ma dal punto di vista della riforma e manovra economica è in grado di sostenerlo. Sicuramente l’alleanza tra riformisti e moderati in funzione anti- estremisti come muro al dilagare dell’anti-politica è la strada da intraprendere. Non solo Italicum e referendum sono da sminare e in fretta sperando nella Corte Costituzionale, che bocciando l’Italicum, costringa l’attuale Governo pasticcione a trasformare il sistema di voto, facendo una proposta credibile per il referendum, (lo spacchettamento è una grande bufala perché non è possibile!) .Noi lo abbiamo scritto da due anni su queste pagine siamo per una l’Assemblea Costituente e l’uomo di buonsenso Parisi lo ha già detto perché si può trovare la maggioranza qualificata che serve per indirla. Siamo molto decisi a continuare a dare linee di governance senza presunzione di completezza ma con la costante voglia di dare al nostro Paese una via di uscita senza bullismo demenziale.
NIENTE RECITE SULL'ISLAM
Niente recite sull’Islam
Ore 11 nella Chiesa Cristiana a Bologna: vuoi la giornata di piena estate, vuoi il buonsenso, ma le presenze sono pochine e neanche un velo o una barba islamica seduti tra i banchi. L’appello simbolico lanciato in Francia e raccolto in Emilia Romagna e nelle Marche, dà, almeno nel mio quartiere scarsi risultati. E va bene così perché non si può pensare di quietare le paure costringendo persone a fare una recita a soggetto e ad altre di subirla. E va bene così perché sembra quasi una ridicola invocazione a non continuare a capire, a sapere, a muoversi governati dall’ignoranza. I musulmani nel mondo sono circa 1,6 miliardi, cioè il 23 per cento della popolazione mondiale. Il 13 per cento dei musulmani vive in Indonesia (il paese musulmano più popoloso), il 25 per cento nell’Asia meridionale, il 20 per cento in Medio Oriente e il 15 per cento nell’Africa subsahariana. E i musulmani vivono anche in Europa, Cina, Russia e Americhe. Come è possibile, dunque, come ho ascoltato ancora sabato sera su una TV, che c’è chi ha l’ambizione di fare cultura pensando all’Islam come a un blocco unico? Come non immaginare che un musulmano o una musulmana che vive a Parigi si comporti, si vesta, mangi in modo diverso da un musulmano o una musulmana che vive a Mosca? L’islam, come mi ha insegnato il cardinale Biffi, è una religione che, come le altre, influenza in molti paesi scelte politiche, sociali e culturali e raccoglie credenti più o meno osservanti. Da secoli convive, e guerreggia, con altre religioni e con l’ateismo in tutto il mondo. Non esiste una “chiesa musulmana”, una struttura che indichi come e perché agire. Esiste un libro e le tante interpretazioni che se ne possono dare e danno alcuni che sono cresciuti vedendo nell’occidente il nemico in cui portare la loro religione e imporla e farne un dogma. Non esistono musulmani moderati contro musulmani fondamentalisti. Esistono è vero, musulmani e musulmane laici, in conflitto o in accordo con i loro governi o le loro famiglie, praticanti, non praticanti e certo anche musulmani intransigenti, fondamentalisti,malavitosi, ladri, assassini, dissimulatori. Esistono poi musulmani e musulmane che rispettano tutti i precetti della propria religione, altri che ne rispettano solo alcuni e altri ancora che non li rispettano affatto. Le differenze non ce li fa automaticamente sentire fratelli e sorelle, perché le donne velate e sottomesse, le stragi di bambini e le sentenze inappellabili, la violenza con la quale impongono loro abitudini e pretese di non avere solo pari opportunità, ma spesso di ottenere vantaggi abitativi e licenze alimentari che fanno concorrenza ai nostri artigiani oberati dalle tasse, ecco tutto questo non funziona in una Italia provata e da una Europa massacrata. Vero è che non bisogna generalizzare ma vero è anche che il rancore per quello che sta accadendo in tutto il mondo non ci permette di continuare ad ascoltare, per me, con insofferenza imam che paiono santoni o sciamani benedetti pro integrazione con le loro abitudini, per altri più disorientati e magari molto impauriti lo stravolgimento del vivere quotidiano, raccontato. I musulmani e le musulmane nel mondo sono un miliardo e mezzo di uomini e donne diversi da noi per nascita, origine, cultura, istruzione. L’integrazione va attuata non con il buonismo di Francesco e di alcuni cardinali che predicano con il politicamente corretto e la fede intossicata dal troppo dialogo che significa sottomissione della nostra cultura cristiana ad altro. Significa un progetto intelligente e non paternalismo libertario, la religione cristiana, la religione della nostra Chiesa è quella di diffondere elaborare e garantire certezza, cultura e civiltà, una Chiesa come diceva Biffi che sia assertoria e sicura di sé nel suo magistero di umanità e vitalità, una cultura laica e risonante di storicità non fideista,insomma integra, che non sia solo impegnata debolmente a difendere la propria tradizione ma sia fortemente intenzionata a svilupparla nei suoi valori rilanciando principi concreti e valori morali anche per costruire insieme ad altri un nuovo mondo che ovviamente sia incardinato su condivisione pragmatica su come il potere. Così l’economia può sviluppare civiltà e non solo guerra distruttiva.
DONNE :MARZOTTO-CLINTON
ALESSANDRA SERVIDORI http://formiche.net/2016/07/29/ricordo-marta-marzotto/
In queste ore Hilary Clinton e Marta Marzotto due signore in età occupano le prime pagine dei giornali e dei mezzi di informazione.
Marta Vacondio Marzotto l’ho conosciuta anni fa ad una iniziativa di sensibilizzazione della malattia che gli aveva strappato una giovane figlia: di lei conservo ancora il soprabito a caffettano verde a righe luminose che mi ha regalato perché avevo apprezzato il suo impegno e avevamo insieme organizzato una raccolta. E non in un salotto, ma in un pomeriggio d’inverno in una stanza mal riscaldata dove raccoglievamo indumenti per le popolazioni colpite dalla guerra nell’ex iugoslavia nell’ambito di “Adotta la pace”.
Era generosa e solare la signora Marzotto e mi raccontò che si trovava a suo agio con gente semplice e che sapeva distinguere – a pelle – “le damine della S. Vincenzo”, signore snob che facevano del bene per darsi un ruolo, da quelle che lo facevano perché “far del bene fa sentire bene”. Ecco così mi piace rendere onore ad una donna della quale troppo spesso non viene ricordata il valore della donazione che lei ha saputo ben rappresentare e che rimane nel suo sorriso, identico a quello del figlio Matteo.
Poi c’è Hilary go Hilary come, sempre da queste pagine, mesi fa abbiamo sostenuto con quel vigore di cui aveva bisogno per poter arrivare al traguardo della nomination, certo anche in nome delle donne. Mi e piaciuta moltissimo stamane Tiziana Ferrario che in diretta dall’America in coda all’evento mentre scoppiavano ancora i palloncini bianchi rossi e blu, ha bacchettato la conduttrice di Uno Mattina che ha maldestramente osato dire che in America concorrono persone vecchie, ovviamente citando anche quel Trump che non si rassegna al tempo che passa e tinge il tuppettino, ma soprattutto sottolineando l’età di Hilary.
Poi c’è Hilary go Hilary come, sempre da queste pagine, mesi fa abbiamo sostenuto con quel vigore di cui aveva bisogno per poter arrivare al traguardo della nomination, certo anche in nome delle donne. Mi e piaciuta moltissimo stamane Tiziana Ferrario che in diretta dall’America in coda all’evento mentre scoppiavano ancora i palloncini bianchi rossi e blu, ha bacchettato la conduttrice di Uno Mattina che ha maldestramente osato dire che in America concorrono persone vecchie, ovviamente citando anche quel Trump che non si rassegna al tempo che passa e tinge il tuppettino, ma soprattutto sottolineando l’età di Hilary.
La Ferrario reduce da una avventura di accantonamento in azienda, ma splendida inviata all’estero con reportage veramente di alta professionalità, ha ripreso la conduttrice in Italia sottolineando giustamente lo sgarbo non proprio professionale nei confronti di una signore tostissima che con le carte in regola si candida a governare l’America. E lo farà. Ecco, io sono sicura che essere italiane oggi significa anche essere solidali anche tra donne e soprattutto mettere da parte quel giovanilismo molesto che si arroga il diritto di etichettare signore che fanno la storia. Le persone che valgono lo sono sempre ad ogni età.
L'ignoranza caprona è offesa per le istituzioni
Alessandra Servidori
Di trucidi volgari e indecenti soggetti che fanno politica è ricca la storia italiana anche la più recente ,tanto che anche i commessi sia della Camera che del Senato narrano, sempre con la riservatezza che li distingue, di scene parole e volgarità sia nelle espressioni che negli atteggiamenti tali da scriverne delle memorie che sicuramente non fanno onore al Bel Paese. Certo che il sessismo da tutte le parti, s’intende, non fa la differenza dei generi che ora, sono diventati tre a norma di legge. Così succede che l’ignoranza caprona che siede sulle poltroncine rosse diventa un ‘arma potentissima quando si vuole colpire il nemico o la nemica. Certo perché in politica ci sono solo dei nemici e non dei rivali, ci sono armi di delazione sulla vita personale da scagliare contro –solo- e non più quella furbizia compromettente ma che sapeva agire anche solo fino a pochi anni fa quando dei veri leader di destra sinistra centro,facevano sintesi essenziale dei dissidi e si realizzavano comunque delle riforme accettabili e perfettibili, ma non incongrue e scritte da funzionari quasi al limite dell’anafalbetismo . Trovo sbagliato serrare le file del femminino offeso quando alcuni maramaldi cercano di dileggiare le rappresentanti istituzionali : sia l’uomo dalla camicia verde,sia il campano greve molto ben imitato da Crozza e non ultimo il parlamentare che ha citato Ifigenia sono francamente patetici nel loro manifestare con parole stupide la loro insofferenza per signore al potere, che ci sono e ci saranno. Peraltro la parità di generi spesso si è realizzata pienamente nel frasario e nella gestualità non proprio liturgica. Nelle stanze del comando sia romano che italiano viaggiano frasari e comportamenti che nulla hanno a che fare con il rispetto delle istituzioni e,certo non tutti , ma alcuni e alcune, primeggiano per volgarità gratuite e moleste. Visto il trascinarsi di queste manifestazioni suggerisco di riflettere su quale sia il senso delle nostre istituzioni e se sta scomparendo dal senso civico di tutti noi, che assistiamo quasi rassegnati a questo declino. Il bisogno di autorevolezza, di credibilità, di giustizia da parte delle istituzioni pubbliche è il fondamento, il presupposto necessario per l’etica pubblica degli amministratori. Un tempo, dove essere contava di più che apparire, dove fare politica aveva anche un grande senso di responsabilità e dignità, erano necessari indiscussi valori morali e comportamenti rispettosi della carica pubblica che si andava a ricoprire e dei colleghi, e ciò era anche un vanto personale. Allora si parlava molto di “spirito di servizio”, come pure si parlava di “senso dello Stato”, di “rispetto delle istituzioni”, il sentirsi “servitori dello Stato”, tutti modi di esprimere la stessa realtà. Suggerisco dunque a uomini e donne di recuperare il rispetto per se stessi e per le istituzioni per tornare ad essere un paese civile e democratico e il Parlamento di tornare ad essere il garante di etica pubblica, soprattutto quando nel mondo la guerra tra popoli si fa sempre più cruenta e noi appariamo come un Paese di litigiosi individui. .
Non è necessario essere cattolici o laici per ricordare cosa insegna il Vangelo,ma serve citarlo e prenderlo in parola“Chi vuole essere il primo, sia l’ultimo e il servo di tutti”.
Profili di tre donne al vero potere
Alessandra Servidori Profili di tre donne al vero potere
Angela Merkel premier tedesco –Christine Lagarde Direttore Operativo del Fondo Monetario Internazionale - Theresa May premier inglese – tre signore già al potere che destano grande attenzione da parte della politica e dei media per la loro autorevole direzione di un contesto internazionale molto delicato . E la cosa che più ha interessato i giornali di gossip è il diverso modo di abbigliarsi delle tre leader. In modo ridicolo sono sotto accusa i tailleur colorati di Lagarde,le scarpe panterate di May,gli scarponi da ginnastica di Merkel- Ma intanto queste tre signore sono tre autorevoli certezze. E questo le glorifica ai miei occhi Da una parte Lagarde che si muove con ineguagliabile eleganza , colore, fermezza e competenza, dall’altro l'incontro tra la colta cancelliera tedesca Angela Merkel e il nuovo autorevole premier britannico Theresa May ,che svela di che razza nobile politica sono tutte e tre. Per la prima volta dal voto dei cittadini britannici a favore all'uscita del paese dalla Ue, la cancelliera tedesca e la sua omonima britannica si sono trovate l'una di fronte all'altra all'ombra del Brexit. Le tre leader politiche sanno che molto dipendera' dalle loro relazioni personali e mosse politiche, date le condizioni pessime dell’economia e della finanza nella zona euro.E mentre Lagarde raggiunta da un “sospetto” rinvio a giudizio è colei che indicando l’Articolo IV del FMI , segna la strada per la soluzione per le banche italiane e non solo, che può trovarsi all’interno del contesto normativo europeo abbastanza flessibile, sottolineando che sarà necessaria il massimo di trasparenza ; dall’altra le altre due leader hanno convenuto con pacatezza e ragionevolezza le ragioni per un accordo,che sono tante e valide : la forza economica dei britannici, il potere d'acquisto del paese nella Ue, il grande mercato del lavoro nel Regno Unito, l'importanza militare della Gran Bretagna e la sicurezza interna. Merkel sa bene che il Regno Unito e' la seconda economia d'Europa: senza i britannici il mercato interno della Ue sarebbe ridotto del 15 per cento e perderebbe nel contempo il principale polo finanziario del mondo, che non è come erroneamente si potrebbe pensare la borsa di New York, ma quella di Londra.Merkel sa bene che nel peggiore dei casi, a causa del Brexit, la Germania subira' perdite fino a 45 miliardi di euro fino al 2017 e dopo potrebbe perfino andare peggio, una situazione che danneggerà di certo l'industria tedesca fortemente concentrata sull'export e Angela non dimentica che l'anno scorso la Gran Bretagna e' stata il piu' grande mercato di esportazione per le aziende tedesche. La bilancia del commercio estero ammonta a 31 miliardi di euro e piu' di 2.500 aziende tedesche hanno stabilimenti nel Regno Unito, per uno stock di capitale di circa 130 miliardi di euro ed un totale di circa 400 mila dipendenti e collaboratori. Dunque la cancelliera Angela Merkel, ha dato il suo appoggio alla decisione della premier Theresa May di non invocare fino all'anno prossimo l'articolo 50 del Trattato di Lisbona per attivare il Brexit, nonostante le pressioni di altri governi europei, come quello francese, ad accelerare il processo di uscita.Theresa May ha assunto un patto di collaborazione con la cancelliera Merkel e i colleghi del Consiglio europeo con spirito costruttivo per far si' che l'uscita avvenga in modo ragionevole e ordinato. Tutti hanno bisogno di tempo per prepararsi a questi negoziati e sia il Regno Unito che la Germania e sono paesi che hanno un team di dirigenti esperti e con chiunque si negozierà, le grandi risorse diplomatiche saranno una risorsa. E allora evviva il tailleur colorato di Lagarde,le scarpe panterate di May,gli scarponi da ginnastica di Merkel
Vi racconto la vera storia di Stefano Parisi
Vi racconto la vera sfida di Stefano Parisi formiche.com di Alessandra Servidori 21/7/16
Stefano Parisi non c’è alcun dubbio, convince sia come manager che come politico poiché possiede esperienza aplomb professionale, energia e ha la risposta giusta al momento giusto. Ho avuto il piacere di conoscerlo e apprezzarlo ai tempi della battaglia cruenta per il Libro bianco e la Legge Biagi: un guerriero colto ed equilibrato, un ottimo amministratore e imprenditore. Della serie di Cairo insomma, dei quali l’Italia ne ha indubbiamente bisogno.
Si è convinto a scendere in politica e per un pugno di voti non è diventato Sindaco di Milano. Dunque bene se ora può guidare una forza di centro destra. Parisi a fine febbraio ha lasciato la carica di presidente di una Tv, ma resta il socio principale di Chili con una quota del 48 per cento, insieme a altri due fondi e altri investitori. Lui comunque resta in consiglio comunale, e ha fatto il miracolo nel centrodestra “della madonnina” di marciare compatto, tutti insieme dalla Lega a Forza Italia fino all’Ncd, che invece in Parlamento sta con il governo.
Ecco spiegate, quindi, le ragioni per cui Parisi va bene e può raccogliere un bel po’ di moderati con la sua governance nell’impegno politico diretto. E’ un primo della classe Parisi, socialista da sempre, e lo ha dimostrato in Fastweb, nell’ufficio studi della Cgil e poi, nel 1984, a soli 28 anni, arriva al ministero del Lavoro come capo della segreteria tecnica di Gianni De Michelis, che lo conferma nello stesso ruolo anche quando passa agli Esteri e poi nel 1992, a Palazzo Chigi con Giuliano Amato, responsabile del dipartimento economico della presidenza del Consiglio, poi conCarlo Azeglio Ciampi, Berlusconi, Lamberto Dini e infine Romano Prodi: cambia il capo del governo, Parisi rimane.
Poi nasce l’Associazione Amici di Mario Rossi, che aveva come scopo dichiarato: promuovere la riforma dello Stato in senso liberale e lì comincio a conoscerlo bene perché poi, insieme a Sacconi diventa l’Associazione Amici Marco Biagi. Nel 1997 Parisi diventa direttore generale del Comune con Letizia Moratti Sindaco. E poi al fianco di Albertini, realizza una riforma di segno aziendalista della macchina comunale cablandola in maniera straordinaria e competitiva. Nel 2000 è alla direzione generale di Confindustria, ai tempi della presidenza di Antonio D’Amato e poi Fastweb…
Con Parisi alla guida, Fastweb continua a crescere e nel 2006 si aggiudica il contratto unico di fornitura per la Pubblica Amministrazione, un appalto da centinaia di milioni. Parisi con il suo dinamismo e la capacità di fare saprà collaborare con le teste pensanti e riformatrici moderate e questa è già una buona ragione per sperare che un po’ tutti gli scapigliati in cerca di leaderismo e di accalappiare il patrimonio berlusconiano, si convincano che è la persona giusta al posto giusto.
PIU' POVERI e MENO SANI
Alessandra Servidori Poveri e senza salute- Sabato 16 luglio
Italiani brava gente ma più poveri e malati. Aumentano nel nostro paese –dati Istat-le famiglie che vivono in povertà assoluta e la lievissima ripresa della’economia e dell’occupazione non ha nessuna ricaduta sul reddito soprattutto sulle famiglie con minorenni,con persone diversamente abili e famiglie di stranieri. Aumentano di ben 400mila persone rispetto al 2014,pari al 7,6% dell’intera popolazione E ciò che più desta preoccupazione è la fascia di lavoratrici e lavoratori tra i 45 e 54 anni che ha difficoltà grandi a vivere e curarsi e rimangono disoccupati per lunghissimo periodo.L’Italia, non dimentichiamolo, ha firmato in ambito Onu l’impegno ad azzerare la povertà entro il 2030 : è un obiettivo difficilissimo da raggiungere, almeno come quello sempre sottoscritto però in ambito Ue di aumentare l’occupabilità femminile al 2020 al 70% quando siamo inchiodati ad un deprimente e vergognoso 46,8% e da lì non ci muoviamo. Dieci milioni di donne nel corso della loro vita rinunciano a lavorare o non possono investire nel lavoro per farsi carico degli impegni familiari,il 44% della popolazione femminile italiana.E anche se sono cresciute le donne capofamiglia che con il lavoro loro mantengono la loro famiglia, le donne italiane sono lontanissime dagli standard europei in quanto in Europa il tasso di occupazione il 59,5%. Povertà materiale e povertà di reti di aiuto, disoccupazione, lavoro poco qualificato, basso titolo di studio sono tutti fattori, spesso correlati un l’altro, che minacciano la salute delle persone. Numerosi studi pubblicati negli ultimi 20 anni hanno dimostrato che in tutta Europa i cittadini in condizioni di svantaggio sociale tendono ad ammalarsi di più, a guarire di meno perché risparmiano in cure, a perdere autosufficienza, ad essere meno soddisfatti della propria salute e a morire prima. Mano a mano che si risale lungo la scala sociale questi stessi indicatori di salute migliorano, secondo quello che viene chiamata la legge del gradiente sociale.E’ del tutto evidente come le disuguaglianze di salute costituiscano anche un fattore di inefficienza , perché rappresentano un freno allo sviluppo sociale ed economico di un Paese, in quanto presuppongono l’uscita precoce dal mercato del lavoro di persone altrimenti produttivi, un maggior costo a carico del servizio sanitario, delle politiche assistenziali e del welfare, così come una ragione di minore coesione sociale, con un impatto complessivo stimato intorno al 10% del Pil. Se si potesse intervenire sui meccanismi che generano queste disuguaglianze fino ad eliminarle, si potrebbero guadagnare notevoli miglioramenti di salute, ad esempio riduzioni della mortalità che arrivano fino al 50% tra i giovani adulti maschi, riduzione delle patologie oncologiche sempre più presenti, anche con ripercussioni evidenti sulla presenza sui luoghi di lavoro e sulla spesa per curarsi . In una fase di prolungata crisi economica in cui si riduce la capacità di produrre reddito, l’inasprirsi dei sistemi di compartecipazione e il razionamento dei servizi offerti non sono assolutamente neutrali sullo stato di salute della popolazione, e possono generare seri problemi se non sono modulati per la capacità contributiva degli assistiti. La presenza di forti diseguaglianze economiche si riverbera in modo pesante sulle diseguaglianze in termini di salute, causando l’aumento delle patologie esistenti e, soprattutto, la comparsa di “nuove” malattie. Si assiste a una riduzione della domanda di prestazioni sanitarie e per molti degli indicatori sugli stili di vita (alcol, fumo, droghe, depressione) sono aumentate le differenze nei comportamenti fra i diversi strati sociali della popolazione. Il Rapporto Inps ci evidenzia che sono ben il 10% ,dunque un milione e 13mila giovani donne uomini in povertà assoluta che non hanno ancora l’età per entrare nel mercato del lavoro o che ne sono esclusi. E’ dunque legittimo esprimere considerazioni : i tagli alla sanità hanno avuto effetti sostanziali sulla componente della spesa dedicata ai servizi al paziente (minore spesa ospedaliera, specialistica, diagnostica, ecc.), ma scarsi effetti sulla spesa accessoria di funzionamento (servizi non sanitari di varia natura, consulenze, affitti, ecc.) che invece ha continuato a crescere. In tal modo, è evidente che si è prodotta una riduzione nella possibilità di garantire i LEA che potrebbe aver avuto effetti importanti sulla salute dei cittadini. Rimane quindi da capire se i tagli imposti al sistema sanitario e a quello sociale più in generale possano essere visti come un guadagno in termini di efficienza del sistema senza incidere sullo stato di salute della popolazione o, invece, abbiano provocato danni i cui effetti cominciano a vedersi ora, ma saranno molto più evidenti negli anni a venire.