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Obiettivi e misure del decreto governativo approvato per il Primo Maggio. L’intervento di Alessandra Servidori Start Mag e Radio in Blu htpps://www.radioinblu.it/straming/?vid=0_widJ0990
Abbiamo impegnato un po di tempo a studiare la Bozza che oggi dovrebbe festeggiare il 1 Maggio dopo una giornata di riflessione amara su quella dedicata agli incidenti sul lavoro che come tutti gli anni si “arricchiscono” di promesse “mai più”. A mio parere si continua a confondere la funzione di assicurazione contro il rischio disoccupazione e la funzione sociale per contrastare la povertà.
I soldi non basteranno lo stesso e molte scelte sono rinviate a sistema poiché la riduzione del cuneo contributivo sul lavoro e il sostegno fiscale alle famiglie con figli a carico e disabili finanziate con una tantum temporale e sottoposte a controlli ravvicinati con la minaccia di togliere se non a norma il beneficio e comunque deludendo le aspettative perché caricate sui conti pubblici dei prossimi anni.
Ci si affida oggi a nuove piattaforme che nel recente passato non hanno funzionato per accreditare un raccordo funzionale digitale tra INPS e ANPAL (denominata nel Decreto SIISL) sollevando i centri per l’impiego di colpe e caricando le funzioni su percorsi di formazione per giovani e donne fortemente penalizzati da politiche inadeguate e soprattutto senza mettere mano purtroppo alle competenze confuse tra Stato e Regioni in materia di lavoro che crea sistematicamente deficit.L
a bozza del decreto rappresenta un documento complicatissimo da leggere e ancor più da applicare che farà faticare parecchio i patronati e i commercialisti. E mi chiedo quanto di ciò che OIL (Organizzazione internazionale del Lavoro) che il 24 Aprile aveva accolto con favore la Dichiarazione dei ministri del lavoro e dell’occupazione del G7, incentrata sulla necessità di investire nel capitale umano e nel lavoro dignitoso, ritroverà nel Decreto del Governo del 1 maggio.
La Dichiarazione infatti si focalizza sulla necessità di promuovere il lavoro dignitoso e la partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori, l’apprendimento permanente e gli investimenti nello sviluppo delle competenze, un mercato del lavoro inclusivo e l’eguaglianza di genere, come pure il congedo di paternità nei luoghi di lavoro e nell’economia sociale e solidale. Essa sottolinea la situazione di incertezza per il futuro che i lavoratori, le lavoratrici e le loro famiglie si trovano a dover affrontare in un contesto segnato da una ripresa disomogenea dalla pandemia di COVID-19, dai cambiamenti climatici, dall’inflazione, dall’erosione dei salari reali e dai cambiamenti strutturali come le trasformazioni digitali e verdi e demografiche.
Sono convinta che per “rispondere a queste sfide, è importante investire nel capitale umano, in particolare nello sviluppo delle competenze e di un mercato del lavoro inclusivo, al fine di promuovere il lavoro di qualità e garantire il lavoro dignitoso, anche lungo le filiere globali di approvvigionamento, senza che nessuno sia lasciato indietro”, si legge nella Dichiarazione. Vero è che l’impatto delle diverse crisi sul mondo del lavoro che hanno prodotto maggiori disuguaglianze, in particolare per le donne e i giovani e questo particolarmente in Italia e lo sappiamo bene.
OIL ha sottolineato l’importanza di massimizzare l’offerta di lavoro attraverso lo sviluppo di mercati del lavoro inclusivi, anche per i lavoratori senior e le persone con disabilità. Rafforzare la partecipazione al lavoro attraverso il lavoro dignitoso è necessario per prevenire e ridurre le disuguaglianze, soprattutto quelle causate dai redditi reali e dall’alto tasso di inflazione. Garantire salari e retribuzioni adeguati, in particolare per i lavoratori sottopagati, salari minimi, legali o contrattati, sono fondamentali per garantire livelli di vita adeguati, limitare le disuguaglianze salariali e innalzare i redditi dei più poveri. Determinante la relazione tra la crescita salariale e la produttività e l’impatto della contrattazione collettiva sull’innalzamento della produttività, evidenziando la necessità di promuovere ambienti di lavoro sicuri e salubri, la conciliazione tra lavoro e vita privata, la diversità e l’inclusione, lo sviluppo delle carriere e l’apprendimento permanente.
Il “Piano d’azione adottato dai Ministri del lavoro del G7 compreso il nostro Ministro include impegni per: sostenere i lavoratori e le imprese nel miglioramento della partecipazione al lavoro e promuovere il lavoro dignitoso attraverso misure volte a ridurre le disuguaglianze; promuovere salari adeguati; garantire la salute e sicurezza sul lavoro; promuovere il benessere lavorativo; migliorare la gestione delle risorse umane e sostenere lo sviluppo delle carriere e delle professioni; promuovere il lavoro di qualità nel settore dell’assistenza e della cura; garantire il rispetto dei principi e dei diritti fondamentali del lavoro; sviluppare delle filiere globali di approvvigionamento più resilienti e sostenibili.
Dobbiamo andare oltre dunque questo decreto del 1 Maggio 2023 perché di aspettative ce ne sono tante di concretezza meno. Ma come dice la Presidente Meloni abbiamo davanti a noi oltre quattro anni di lavoro per mettere in cantiere tutto ciò che il Governo si è impegnato a realizzare, per adesso dobbiamo amaramente consolarci con quel poco che si può fare?