Cambiare la legge elettorale: una priorità per le donne
Di seguito il documento redatto a Alessandra Servidori e Fiorella Fiore- rispettivamente Presidente e vice Presidente dell'associazione di promozione culturale Tutte per Italia - che contiene le valutazioni del documento "per un sistema di regole elettorali women friendly”
Alessandra Servidori presidente Tutte per l’Italia
Fiorella Fiore vice presidente Tutte per l’Italia
valutazioni del documento “per un sistema di regole elettorali women friendly”1
1 promotrici : Daniela Carlà, Anna Maria Parente, Marisa Rodano di “ Noi Rete Donne”
Si ringrazia per la cortese attenzione che si vorrà prestare. La scrittura in rosso per evidenziare l’analisi che si fornisce - 10 Luglio 2013
PREMESSA
Aderendo all’Accordo per la Democrazia Paritaria siamo venute a conoscenza delle proposte, elaborate da “Noi Rete Donne” per un sistema di regole elettorali women friendly quale che sia il futuro sistema elettorale di riferimento.
Tutte per l’Italia esprime le seguenti valutazioni nella convinzione che sia utile e opportuno manifestare delle proposte assicurando, ad ogni associazione o movimento o aggregazione politica, la legittimità di rappresentare all’interno dell’ “accordo per la democrazia paritaria” opinioni diverse e complementari al documento fornito. Ci spinge la necessita di prendere parte, insieme a tutte le associazioni, alla creazione di un gruppo coeso, dove circolino le informazioni, e le opinioni siano il più possibile condivise. Dunque con l’obiettivo di contribuire alla discussione, si rileva quanto segue in corsivo e in rosso per evidenziare i punti problematici. Inoltre riteniamo utile NON prescindere da alcune considerazioni generali che attengono alla situazione attuale nella quale ci troviamo ad operare.
Attualmente si sta discutendo di una ipotesi di modifica della legge elettorale con un decreto legge. Il decreto legge a nostro parere, non è la via per uscire dallo stallo che si è creato tra i partiti, a cui sembra mancare la lucidità di un disegno politico, come dimostrano le vicende legate alla politica istituzionale nelle quali l’intera classe dirigente si sta muovendo barcollando.
Una riflessione molto lucida.
Legittimamente ci domandiamo sulla base di quale argomento si ritiene possibile un decreto legge per riformare il sistema elettorale? È incostituzionale. Facciamo un ragionamento: si approva un decreto legge, si vota sulla base di quanto stabilito dal decreto legge, ma nel frattempo le Camere non lo convertono oppure lo modificano. A quel punto che cosa succede? Si creerebbe il disastro normativo, avremmo votato sulla base di norme che sono prive di ogni effetto. Il pressing del Capo dello Stato sulla legge elettorale continua ad essere costante, ma i suoi appelli restano inascoltati. Più di quello che ha fatto e detto non si sa cos’altro possa fare. Sono le forze politiche che devono avere uno scatto di reni. Due sono i punti fondamentali: sapere chi vince il giorno stesso delle elezioni e consentire agli elettori la scelta dei candidati e dunque delle candidate in egual numero.
Dunque per sapere chi vince il giorno stesso delle elezioni, si può agire in due modi: o con un premio che consenta di raggiungere la maggioranza oppure con un sistema a doppio turno. Ma tenendo conto della frammentazione del quadro politico, un premio di maggioranza rischierebbe di essere troppo alto, quindi la soluzione sarebbe il doppio turno perché se nessuno raggiunge la maggioranza, si va ad un ballottaggio tra le prime due liste o tra le prime due coalizioni. Quando c’è un secondo turno, per definizione uno dei due contendenti supera il 50%, quindi non ci sono premi, il premio semmai lo dà l’elettore con il suo voto. Attualmente la discussione si è arenata sulla soglia per l’attribuzione del premio di maggioranza e sul premio stesso. Le ipotesi di premio così come vengono previste non sono in grado di garantire la governabilità. Il testo in discussione al Senato prevede una clausola di sbarramento nazionale del 5%, con una correzione per i partiti insediati regionalmente, lo sconto al 4% per le liste coalizzate e un premio alla prima coalizione. Ma si tratta di un premio che non garantisce la governabilità, perché incentiva le coalizioni, ma non assicura una maggioranza alla coalizione vincente, a meno che questa non superi abbondantemente il 40%. In altre parole, Il Pd e il Pdl sono costretti a convivere con la sinistra radicale da una parte la destra estrema dall’altra. In caso di vittoria non si possono conquistare i seggi necessari per governare. Quindi, o si prevede un premio decisamente alto oppure non c’è altra strada che il doppio turno, come avviene per le elezioni comunali. Le preferenze di entrambi i sessi ristabilirebbero un rapporto tra eletto ed elettore spesso basato su basi clientelari, per non dire, in alcune zone del Paese, malavitose. Sono due le strade per ridare agli elettori e alle elettrici la possibilità di scegliere i-le candidati: i collegi uninominali, che stabiliscono un rapporto diretto tra il candidato/candidate e il suo territorio, oppure le liste bloccate molto corte, come in Germania e in Spagna.
PREMESSA
( Il documento proposto è stato elaborato da un gruppo di lavoro che si è avvalso di numerosi contributi, hanno partecipato tra le altre Irene Giacobbe, Monica Cirinnà, Elisabetta Bilotta, Marina Porro e Vanna Palumbo. La redazione è stata coordinata da Agnese Canevari.)
Il problema della sottorappresentazione delle donne nei luoghi decisionali della politica richiede un intervento normativo urgente e correttivi efficaci. La situazione italiana mette in evidenza il persistere di una condizione di disparità politica sulla base del genere, che può essere considerato come uno degli indicatori di un basso tasso di democraticità del nostro sistema. La questione non si limita ai dati quantitativi, ma investe la concreta possibilità per una delle componenti della società di incidere sui processi decisionali e di “fare” agire le politiche. Per il pieno esercizio dei diritti politici, in particolare del diritto elettorale passivo limitato di fatto per le donne, risultano essere fondamentali le modalità di accesso agli organi elettivi ed in particolare i meccanismi di formazione e selezione della rappresentanza e della leadership. La necessità improcrastinabile di risolvere la disuguaglianza rende il dibattito sulle azioni positive in materia elettorale un elemento centrale della riflessione politica sulla democrazia paritaria, considerando anche la situazione di immobilismo politico nel quale l’Italia versa.
Il ventaglio delle possibili soluzioni è ampio e la scelta non può prescindere dal sistema elettorale di riferimento, ma qualsiasi soluzione dovrebbe essere accompagnata anche da un mutamento culturale, -anche da parte delle stesse elettrici sulla base di un processo di democratizzazione dei partiti politici e della volontà di autovincolo e autoriforma degli stessi.
L’adozione di misure legislative ad hoc e la scelta autonoma di autoriforma dei partiti non sono antitetiche, anzi, la loro convergenza potrebbe amplificare l’efficacia dell’intervento. L’auspicio è che la questione venga assunta come una delle priorità dell’agenda politica, poiché un intervento normativo, nella condizione attuale, non è più rinviabile per realizzare una piena e matura democrazia.
Le proposte che si intendono avanzare, a nostro parere le più funzionali al raggiungimento di una effettiva democrazia paritaria, sono in coerenza con il dettato costituzionale (artt. 3, 51 e 117 Cost.) e con la Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea divenuta vincolante per gli stati con l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona (Art. 23), che meglio esplicitando quanto già presente nei richiamati articoli ha previsto che “la parità tra uomini e donne deve essere assicurata in tutti i campi….Il principio di parità non osta al mantenimento o all’adozione di misure che prevedano vantaggi specifici per il sesso sottorappresentato”.
Le proposte di intervento normativo, che intendono coniugare il tema della democrazia paritaria al tema altrettanto urgente del rinnovamento della politica, si articolano in tre ambiti:
1. il sistema elettorale
2. la selezione delle candidature
3. misure di sostegno alle candidate
1. SISTEMA ELETTORALE: i meccanismi di azioni positive
Indipendentemente dal sistema elettorale di riferimento, deve essere inserita nella legge elettorale (ai diversi livelli) norma vincolante di garanzia per la rappresentanza equilibrata dei sessi, che risponda al principio di rappresentanza paritaria, rafforzata dalla previsione di inammissibilità della lista nel caso di inosservanza.
Proposta:
“In ogni lista con numero di candidati pari ogni sesso deve essere rappresentato in misura pari al 50 per cento; in ogni lista con numero di candidati dispari lo scarto tra i sessi non può essere superiore a uno, a pena di inammissibilità della lista”.
Sistema proporzionale, con o senza premio di maggioranza
Qualora il sistema elettorale sia di tipo proporzionale, si considerano tre ipotesi:
a) con liste bloccate (sistema attualmente in uso per le elezioni della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica)
Proposta:
- Introduzione dell’alternanza obbligatoria dei due sessi (1-1 zipper system) a pena di inammissibilità della lista
- Introduzione di un meccanismo che assicuri la rappresentanza equilibrata nei capilista. I Le capilista in pari numero
- Introduzione della previsione che, in caso di dimissioni o di decadenza, per qualsiasi motivo, di uno o più eletti/e, debba subentrare il primo dei non eletti/e dello stesso genere dei dimissionari/e o dei decaduti/e.
b) con preferenze di collegio (sistema attualmente in uso per le elezioni del Parlamento europeo, per le regionali e comunali, per la circoscrizione Estero)
Proposta:
- possibilità di esprimere due preferenze, con l’obbligo che la seconda sia di genere diverso dalla prima, a pena di nullità della seconda preferenza. Il riferimento è la norma contenuta nella legge elettorale della regione Campania (l.r. n.4 del 29 marzo 2009). Legge che attualmente è riferita allo statuto regionale e deve diventare Costituzionale perché sia cogente a livello nazionale
Nello specifico, l’art. 4 che recita: “Nel caso di espressione di due preferenze, una deve riguardare un candidato di genere maschile e l’altra un candidato di genere femminile della stessa lista, pena l’annullamento della seconda preferenza.”.
c) con collegi uninominali e attribuzione proporzionale dei seggi (sistema attualmente in uso per le elezioni provinciali)
Proposta:
- Previsione di collegi binominali ? (tutte le liste candidano in ciascun collegio un uomo e una donna). Ogni voto è attribuito al ticket uomo/donna. In tal caso dovrebbero essere ridisegnati i collegi. Appunto puntare a ridisegnare i collegi!
Per ogni ipotesi considerata, si prevede la possibilità di presentare la candidatura in un unico collegio/circoscrizione (divieto di candidature plurime)
Sistema maggioritario
Qualora il sistema elettorale sia di tipo maggioritario
Proposta:
- Previsione di collegi binominali (vengono candidati un uomo e una donna). Ogni voto è assegnato al ticket uomo/donna, che in caso di vittoria del collegio sono eletti ambedue?. In tal caso dovrebbero essere ridisegnati i collegi. NON E’ PENSABILE RADDOPPIARE IL NUMERO DEGLI ELETTI
Nel caso di collegi uninominali, l’esperienza ha dimostrato che l’eventuale introduzione dell’obbligo di candidare il 50% di uomini e il 50% di donne, pur presentando il vantaggio di garantire numericamente la distribuzione delle candidature, è applicato in modo da penalizzare nei fatti le donne, poiché i partiti spesso scelgono di candidare gli uomini nei collegi “sicuri”, lasciando alle donne i collegi “perdenti” o “incerti”. Tale criterio deve pertanto essere accompagnato da precise garanzie di “parità” di accesso alle candidature considerate più “sicure”.
LA SOLUZIONE INDICATA A TAL FINE PREVEDERE CHE VI SIA UNA COMMISSIONE NAZIONALE
CHE VALUTA L’EQUILIBRIO DELLA COMPOSIZIONE DELLE CANDIDATURE PENA LA DIFFIDA E L’ANNULLAMENTO DELLA LISTA(Legge 215/2012)
Si prevede la possibilità di presentare la candidatura in un unico collegio (divieto di candidature plurime) ???
Le suddette proposte valgono per i diversi livelli di elezioni (Comunali e Municipi o Circoscrizioni, Provinciali, Regionali, Camera dei Deputati, Senato della Repubblica, Parlamento europeo, circoscrizione Estero)
2. SELEZIONE DELLE CANDIDATURE
Nel caso in cui si intendano effettuare le primarie al fine di selezionare le candidature all’interno dei partiti o delle coalizioni, occorre prevedere:
a) Primarie di genere NON E’CONDIVISIBILE UN PERCORSO PARALLELO DI GENERE. E’ CONDIVISIBILE LA CREAZIONE DI UN ORGANISMO DI CONTROLLO-COMMISSIONE - PERCHE’ NELLE PRIMARIE ( AMMESSO CHE SIANO CONDIVISE DA TUTTI I PARTITI E NON SOLO DA ALCUNI!) SI GARANTISCA la presenza in egual numero e posizione di entrambi i generi
Proposta:
- presentazione di liste di candidature per le primarie distinte per donne e uomini. Conseguentemente, la lista di candidati/e per le elezioni sarà composta in misura paritaria dalle donne e dagli uomini maggiormente votati alle primarie secondo un ordine alternato
b) modalità di presentazione delle candidature
proposta:
- le candidature possono essere presentate accompagnate da un determinato n. di firme di cittadini/e e/o da ONG, associazioni femminili, associazioni di volontariato, organizzazioni professionali dei lavoratori, dei lavoratori autonomi, dei datori di lavoro
c) trasparenza
Proposta:
- per favorire la trasparenza e la conoscenza delle candidate e dei candidati, prevedere l’obbligo di presentazione del curriculum vitae
d) legalità
Proposta:
- prevedere requisiti di legalità quali: no procedimenti penali pendenti per reati gravi, in particolare condanne o rinvii a giudizio per reati di mafia, terrorismo, reati gravi contro la persona, reati contro la Pubblica Amministrazione.
d) ricambio della classe dirigente
Proposta:
- si introduce il limite di tre mandati e il principio di incompatibilità, con divieto di cumulo delle cariche
3. MISURE DI SOSTEGNO ALLE CANDIDATE
Spese elettorali
Proposta:
a) prevedere un meccanismo efficace di incentivi e disincentivi sui rimborsi elettorali a favore delle donne. (LA COMMISSIONE DI GARANZIA DI CUI SOPRA INCARDINATA PRESSO IL MINISTERO DEGLI INTERNI DEVE AVERE ANCHE COMPITI DI GOVERNANCE SUI FLUSSI ECONOMICI NON EX POST MA ANTE) Le proposte di cui sotto da analizzare e da selezionare
Si può prevedere un meccanismo di rimborsi elettorali proporzionale alla percentuale di donne elette.
Ipotesi: a) I rimborsi elettorali ai Partiti vengono ripartiti 50% in relazione agli uomini eletti e 50% in relazione alle donne elette;
b) Istituzione di un fondo per il raggiungimento della parità D/U in Parlamento costituito dalle
quote di rimborsi elettorali non assegnati. ?
c) prevedere un adeguato ed efficace sistema di controllo e sanzionatorio (audit indipendente)
Eventualmente si può prevedere una azione positiva ulteriore per il sostegno alle spese elettorali delle donne (es. voucher per la conciliazione tra impegni politici e famiglia) da proporre ai partiti politici.
Par condicio di genere
Proposta:
a) prevedere una norma di principio generale e vincolante per la parità uomo-donna nell’accesso ai mezzi di informazione SICURAMENTE CONDIVISIBILE
b) prevedere adeguate forme di controllo dell’Authority per le Garanzie nelle Comunicazioni e sanzioni efficaci che possono giungere alla sospensione della presenza del partito, della lista o della coalizione negli spazi di informazione elettorale nel caso di infrazione alla norma.