Donne e elezioni i passi indietro trasversali contro la democrazia rappresentativa.
Alessandra Servidori
Donne e elezioni i passi indietro trasversali contro la democrazia rappresentativa. Non c’è colore diverso : tutti uguali i partiti e tutti uniti a restringere gli eventuali spazi per le donne nelle liste e nelle sedi istituzionali. E non solo.
I penta stellati hanno approvato il 30 gennaio, con la seconda votazione a maggioranza assoluta il nuovo Statuto di Roma Capitale e un ridimensionamento delle percentuali di genere nelle giunte comunali e municipali introdotte nel 2013 . L’ipocrita passo indietro sulla composizione delle Giunte rispetto alle percentuali dei generi, portate dal 50 al 40 per cento, senza che nessuna legge nazionale lo prescrivesse (il 40 % introdotto dalla Legge Delrio è infatti una soglia minima) e soprattutto senza che lo stesso Statuto del 2013 rendesse quel “50 e 50″ vincolante, dato che si poteva derogare con il solo obbligo della motivazione .Anzichè una democrazia sempre più partecipata, basata su un’ampia informazione della cittadinanza e su un dibattito pubblico aperto a tutti, a partire dalle tante realtà della società civile, i 5 stelle finiscono con il confezionare una “democrazia diretta” a misura loro, dei loro punti programmatici, delle loro piattaforme, dei loro attivisti sempre più maschili in maggioranza.
Forza italia in Campania ha lasciato penalizzare la De Girolamo nella posizione della lista promuovendo un tizio molto chiacchierato e pluriindagato per non parlare del recupero calabrese dell’ultrasettantenne Golfo messa in lista in Lazio che si è sempre autopromossa nella Legge sulle quote a scapito della parlamentare Pd Mosca, preoccupandosi di far apparire la Fondazione Bellisario ( anche questo nome molto abusato).Tale candidatura non portera’ certamente acqua alla tanto conclamata politica di rinnovamento ma solo ed esclusivamente opportunismi personali già vissuti e visti.
Il PDR (partito democratico renziano) ha scelto colpevolmente di accollarsi la candidatura del clericalichissimo Casini in Emilia Romagna a scapito di Francesca Puglisi che ha invece dimostrato sempre in tutti questi anni di saper stare sul territorio emiliano e romano con quel rigore che si chiede – e spesso non si ha- di rappresentare anche le problematiche del territorio e delle donne.
IL PARTITO REPUBBLICANO insieme ai Verdiniani Avevano promesso e stabilito che Francesco Comellini ,brava persona, che ha combattuto per il riconoscimento dei diritti civili degli omosessuali e dei caregivers , fosse capolista nel Lazio ,poi nella notte hanno ribaltato il tavolo e lo hanno retrocesso costrigendolo alla ritirata.
E non è finita qui , si potrebbero fare tanti esempi, ma le urne parleranno e allora…..
La democrazia o è di tutti e meritocratica, o non è democratica.