Sabato 26 novembre, il Centro di ricerca sul cancro dell’Istituto Ramazzini ospiterà il seminario “Le malattie professionali: un problema di tutti. A che punto siamo, quali interrogativi e problemi”.
Al seminario, organizzato insieme a “Noi tutti per Bologna”, interverrà: Angelo Fioritti (Direttore Sanitario Ausl Bologna), Fiorella Belpoggi (Direttore Area Ricerca Istituto Ramazzini), Barbara Maiani (CeSLaR UniMoRe-Modena), Rita Ghedini (Presidente Legacoop Bologna), Sonia Sovilla (Segreteria CGIL Bologna), Carla Facchini (Tutteperitalia Bologna) Alfonso Pellitteri (Inail Emilia-Romagna), Simona Lembi (Consiglio Comunale Bologna), Lia De Zorzi (Coordinatore Centrale INPS Roma), Simone Gamberini (Presidente Istituto Ramazzini), Alessandra Servidori (Noi Tutti per Bologna) e Daniele Mandrioli (ricercatore Istituto Ramazzini).
In questi giorni più volte sono apparse sui giornali notizie importanti che riguardano i bambini spesso violati sessualmente, vittime della povertà ,ma anche vittime di violenze risultato di leggi figlie di una stagione di anormalità passata come diritto. Purtroppo queste realtà,non messe in rilevanza da questa frenesia che ci accompagna giornalmente ricondotta al referendum sulla Costituzione,volutamente invece al centro dei tormenti italiani, fino a divenire insopportabile . Riportiamo l’equilibrio dell’informazione e della riflessione sui guasti prodotti dalla legge sulle unioni civili,più volte criticata da chi scrive su queste pagine. La questione riguarda le coppie di fatto e omosessuali e il caso di due bambini . Dopo otto anni due donne si separano e la madre biologica non riconosce all’altra il ruolo di genitore. La Corte Costituzionale ribadisce che, nel superiore interesse del minore, i figli devono poter intrattenere un rapporto equilibrato e continuativo con entrambe. La sentenza è della Corte Costituzionale, del 20 ottobre 2016, n. 225.
E dimostra che si ricorrerà sempre di più all’Alta Corte per tutelare i minori. Viene infatti chiesto,nella specie, alla Corte costituzionale di stabilire se una recente norma introdotta nel 2014 sia o meno contraria alla Costituzione. Tale norma stabilisce il diritto del figlio minore di mantenere un rapporto con entrambi i genitori, con i nonni ed i parenti in genere e di ricevere da loro cura, educazione, istruzione e assistenza. La ragione del dubbio nasce dal fatto che la norma si riferisce ai genitori, e non menziona le nuove figure che nell’attuale contesto sociale possono svolgere un ruolo significativo nella vita di un bambino, come il partner della propria madre o del proprio padre, anche omossessuali, quando la relazione finisca. Nel caso in esame due donne intraprendono un procedimento di fecondazione eterologa da cui nascono due bambini. Dopo otto anni di relazione le due si lasciano e la madre biologica non intende riconoscere alla propria ex lo stesso suo ruolo di genitore.L’ex partner della madre biologica si rivolge al Giudice che propone la questione di legittimità costituzionale. La Corte accoglie il ricorso e chiarisce che: - La norma viola sicuramente la Costituzione, che garantisce le “formazioni sociali”, perché, ormai tra esse va inclusa la famiglia di fatto; - inoltre viola la Costituzione perché introduce una discriminazione tra figli nati da una coppia etero e figli nati all’interno di una coppia omosessuale; - infine viola la Costituzione in relazione all’art. 8 della Convenzione europea dei diritti umani, che prevede l’obbligo di riconoscere il diritto del fanciullo e dei genitori, così come di altri soggetti uniti al bambino da vincoli di fatto, di mantenere rapporti stabili pure in caso di crisi della coppia (anche omosessuale), tenendo sempre presente il superiore interesse del minore; - in precedenza, il Giudice ha avuto modo di verificare con una perizia che i due bambini riconoscono la ex partner della madre biologica come una seconda mamma: ne consegue che impedire loro di avere con lei rapporti stabili potrebbe essere dannoso per i minori.
Tutti contro Hillary: e oltre la brutale sconfitta , ora i mass media si accaniscono sui motivi della mancata vittoria addirittura puntando il dito più che sulla leadership del magnate repubblicano, sulla debolezza della ex first lady. Un dato leggendo i numeri è evidente : nelle zone rurali,tra i piccoli territori,tra gli operai e le operaie,Trump ha fatto breccia sia nel nord, sud,ovest, soprattutto tra la classe sociale intermedia e ha raccolto voti anche tra le donne, nonostante la guerra sessista che ,non completamente a torto, gli era stata scatenata contro. Così Hillary , paladina della scalata al potere femminile per la prima volta nell’America sempre più grande,si deve anche difendere dall’accusa di essere troppo competente ed essere diventata l’emblema della sconfitta delle donne. La vittoria di Trump sicuramente segna un arresto dell’emancipazione imperfetta che ancora palpita nel mondo con evidenti atteggiamenti misogini che si manifestano ricorrentemente più o meno irrispettosi e lesivi dell’uguaglianza di genere. Molte donne italiane,per esempio, così come le donne americane, risentono della crisi economica ,sono le persone più colpite dalla povertà e dalla disoccupazione. E il desiderio di cambiamento e di riscatto per i loro diritti negati dal sistema che le esclude e le mortifica, si traduce in determinazione a lottare per il cambiamento. Cambiamento che deve essere trascinante, che deve rompere lo schema attuale dove arroganza e l’alleanza tra classi dirigenti molto maschili emulate negli atteggiamenti tra poche donne al potere diventa insopportabile. Così a Hillary che continuo a ritenere una delle persone più competenti e preparate professionalmente e politicamente sono venute a mancare la solidarietà delle donne che preferiscono rimanere “basse” senza particolare autostima di sè, scarsa ambizione, capacità di puntare a conquistare le vette alte,magari facendo squadra. Hillary Clinton invece è anche questo, e questo evidentemente irrita molte americane che rimangono abbagliate dal mito dell’uomo forte. Pensare che quando si riesce ad essere complici,si diventa una forza, una potenza,in tutti i sensi. Quanto ancora dovremo aspettare perché le donne diventino amiche delle donne ?
In allegato la rassegna stampa della presentazione dell'Astuccio sui diritti dei malati oncologici avvenuta a Roma, Sala Nassiria, Senato della Repubblica, martedì 25 ottobre 2016.
Alessandra Servidori Donne separate anche nelle Pari Opportunità
Le donne condizione della crescita : nella Sala della Regina di Palazzo Montecitorio Laura Boldrini ieri- 28 ottobre- ha presieduto una iniziativa, alla quale hanno preso parte anche le deputate dell'intergruppo parlamentare per le Donne, i Diritti e le Pari opportunità, che avrebbe l'obiettivo di riportare al centro del dibattito politico il tema dell’occupazione e dell’imprenditoria femminile e della condizione femminile. Bene. Mica tanto. Pochi giorni prima ma separate, Valeria Fedeli ,Vice Presidente del Senato, e la settimana prima ancora,e anche prima Elena Boschi,Ministro con la delega alle Pari Opportunità insieme a alcune associazioni ,Emma Bonino insieme ad altre, separatamente anche le poche consigliere di parità rimaste reduci di provvedimenti che le hanno cancellate,insomma tutte rigorosamente cultrici di platee di donne che si convocano , consumano dosi industriali di convegni dai quali però non si sprigiona la potenzialità della rappresentanza dei diritti del 52% della popolazione italiana così poco considerata. Suggeriamo con garbo istituzionale di leggere l’ultimo rapporto fresco fresco del Fondo Monetario Internazionale e la prossima occasione “convegnistica a spese della finanza pubblica “( peraltro già convocato per il 2 novembre dove il motivo per organizzarsi per il voto contrario al referendum costituzionale potrebbe essere usato anche per fare proposte concrete per sostenere la scarsa e tragica mancanza di presenza femminile nel mercato del lavoro) e potrebbe essere l’occasione una volta tanto,per la messa in moto scoppiettante di una economia morta. Le bozze della Legge di bilancio 2017-già bollinata- infatti non risponde adeguatamente ai gangli vitali che secondo il Rapporto del Fondo Internazionale Monetario si dovrebbero sviluppare in materia di politiche di genere e dunque dalla parte delle donne . il Rapporto del FMI che analizza fiscalmente tutti i paesi, conferma,e peraltro anche le conclusioni adottate dal medesimo Rapporto, che in tutte le realtà di sviluppo economico e politico più o meno positive, le politiche fiscali ben strutturate hanno il potenziale per migliorare le condizioni di diversità di gender in specifico delle bambine e delle donne .Tutti i paesi possono utilizzare le politiche fiscali per ridurre la quota ancora sproporzionata delle donne che si fanno carico delle responsabilità per la cura dei bambini e dei genitori anziani e dei lavori domestici e dei disabili. Queste responsabilità inibiscono la partecipazione più piena delle donne nelle attività economiche, sociali e culturali.
Il Rapporto sottolinea che soprattutto la realizzazione di piani di sviluppo nazionali nel contesto degli obiettivi di sviluppo sostenibile potrebbero offrire l'opportunità di utilizzare la politica e l'amministrazione fiscale per ridurre le disparità basate sul genere e la promozione dell’istruzione, formazione delle ragazze e lo sviluppo del mercato del lavoro per le donne. Le italiane giovani o grandi guardano oltre il 4 dicembre e voteranno secondo le loro legittime opinioni e sono stanchine di luoghi separati della politica dove vengono ritenute truppe cammellate ad uso elettorale : donne insieme per strumenti economici ed equi ragionevolmente concreti,liberali,riformatori,ecco su questo, possiamo anche mobilitarci ed è quello che stiamo facendo.
Sempre in attesa del testo ufficiale della Legge di Bilancio ci sforziamo di leggere con sincera professionalità i numeri che mano mano vengono sparati sui giornali. Parliamone: il documento previsionale del governo indica numeri non credibili.Mentre i dati sulla produzione industriale ci dicono che la crescita manifatturiera sarà di mezzo punto e quindi ancora meno sarà quella del pil, tanto che le rilevazioni anticipatrici Ocse indicano un profilo piatto del prodotto lordo a metà anno, il documento governativo mette nero su bianco ipotesi di crescita dell’economia irrealistiche, come abbiamo appunto potuto verificare durante il 2016 che sta per concludersi con almeno 2-3 decimi di punto sotto tutte le previsioni, nazionali e internazionali, con uno scarto in eccesso tra il 25% e il 37%, mentre l’1,3% indicato per il 2017 è poco giudicabile per le troppe variabili che influiscono (l’1,9% previsto dal Def nel 2018 è addirittura un numero al lotto) ma comunque appare anch’esso sovrastimato se confrontato con altre previsioni. Differenze, queste, che ovviamente incidono sul rapporto che misura il pil raffrontato al deficit (2,6%)molto incerto, tanto che l’Fmi dice 2,7% senza aver scontato gli effetti della manovra su cui può aprirsi il contenzioso con l’Ue, soprattutto tenendo conto del promesso taglio delle tasse (si fa per dire) in misura consistente e dei famosi 80 euro a qualche milione di italiani – ma non a tutti quelli indicati, se si considera l’incidenza degli interventi sulle detrazioni – che neppure sappiamo ancora oggi se li hanno spesi e li spenderanno (a beneficio dell’economia) o li risparmieranno (a beneficio loro). Non neghiamo che le varie leggi finanziarie sono documenti politici, usato (da tutti) con logiche politiche. E siccome negli ultimi vent’anni la politica è stata ridotta a mera comunicazione alla fine la manovra è uno strumento di marketing e comunicazione politica.
È stato così sempre. E lo è anche questa volta: si si tratta di una politica “continuista” con quelle precedenti di documenti programmatici e di manovre di bilancio del passato, anche quello dell’anno scorso. Si eviti di far passare per risolutivo ciò che tale proprio non è. Altrimenti, se Renzi avesse voluto mettere in campo un intervento strutturale sul debito usando il patrimonio pubblico e chiedendo a quello privato di concorrere – come gli è stato suggerito, da molti autorevoli economisti e opinionisti, purtroppo tutti fin qui inascoltati – allora come avremmo dovuto definire questa e quella precedente manovra renziana, sovversiva?Riportiamo le cose nei fatti. Renzi mette in campo un intervento che a voler essere positivi è pensato per risollevare il morale alla truppa – e Dio solo sa quanto il Paese abbia bisogno di ritrovare la fiducia e tornare a crederci – e a voler essere malevoli (nel senso andreottiano del termine, si fa peccato ma ci si prende ) è di carattere elettorale. Sia per il merito della manovra (diamo agli italiani che ne hanno più bisogno, togliamo a banche e grandi burocrati, tagliamo sprechi e privilegi), sia per il modo (non strutturale) con cui è costruita, sia per la “narrazione” che la circonda, essa appare – vistosamente, anche – un modo per arginare con ampio uso di anti-politica la forza elettorale di Grillo ed evitare che le elezioni prossime venture, compreso il maledetto referendum, siano la bara della prova di forza renzista. Comunque vedremo strada facendo cosa ci riserva il futuro che è già domani.Ma una considerazione viene spontanea vedendo Padoan che è non solo incerto e affaticato, ma anche imbarazzato davanti ad una incalzante richiesta di chiarezza: non possiamo accontentarci nel dire che Renzi è il male minore rispetto a Grillo e penta stellati. Perché il male peggiore è una Costituzione violata, Verdini al governo,e un commissariamento della Clinton sull’Italia.
ASTUCCIO di notizie essenziali, utili, concrete per i lavoratori, le lavoratrici e le loro famiglie:patologie oncologiche, invalidanti, ingravescenti. Diritti e doveri quando ci ammaliamo.
QUESTO ASTUCCIO, distribuito gratuitamente, si rivolge alle lavoratrici, ai lavoratori affette/i da patologie oncologiche, con l’intento di fornire alcune informazioni utili sui propri diritti e doveri per affrontare un delicato e faticoso momento nella vita lavorativa e famigliare. Un contributo istituzionale e associativo per lo sviluppo ed il miglioramento della conoscenza concreta delle norme nel nostro Paese, aggiornate dalle novità introdotte dalle riforme del lavoro e dalla legge di stabilità. Nel momento attuale di sempre maggiore complessità, è un semplice e utile strumento informativo adeguato con la legislazione, e i percorsi che si devono compiere quando si incontra la malattia oncologica e invalidante, cercando di fornire un “utensile”dei diritti e dei doveri che prevede il sistema sanitario, assistenziale,previdenziale. Ci siamo impegnati per rafforzare lo spirito “associativo e sussidiario” con istituzioni, associazioni, facilitando la comunicazione con il territorio e con i cittadini che lavorano e le loro famiglie, ed incrementando la collaborazione. Insieme è meglio. LE PRIME Informazioni e azioni concrete
Saranno presenti :
Senatrice Anna Cinzia Bonfrisco
Prof. Alessandra Servidori NoituttiperBologna
Prof. Carla Facchini TutteperItalia
Prof. Barbara Maiani Ceslar-UNIMORE
Invito - Sala Stampa Caduti di Nassirya-Palazzo Madama-Piazza Palazzo Madama 11-martedì 25 ottobre -ore 15 -Allegato Astuccio/Opuscolo
Alessandra Servidori LEGGE DI STABILITA’ 2017 INTERROGATIVI PIU’ CHE LEGITTIMI
Abbiamo guardato le 33 slide che Renzi e Padoan hanno presentato per la Legge di stabilità uscita dal CDM e guardiamo anche con curiosità il dibattito, feroce come sempre ,su chi sostiene il Governo e chi ha il compito di capire cosa intende fare Renzi e il suo Esecutivo,perché francamente rispetto ai 26 miliardi spalmati sulle varie voci, prendendo per esempio la sanità, leggiamo i twit di Lorenzin Ministro in carica e al di là dei suoi esultanti 140 caratteri, ci chiediamo, per i disabili, che sono tanti, e sempre piu’, cosa è previsto (pare pochino).Sulla scuola anche,Giannini esalta lo student act ( mancia di 500 euro agli studenti) anziché pensare a irrobustire apprendistato e innovazione e dunque lavorare a scuola. Ma aspettiamo il Testo che sarà emanato ufficialmente. Comunque leggendo quel che trapela dai giornali, confusamente, non basteranno le risorse per il rinnovo dei contratti dei Dipendenti Pubblici e non capiamo perché i due ministri di cui sopra, che fanno parte del settore pubblico, riusciranno a moltiplicare gli eurini.E’ bene sapere e ricordare infatti alcune certezze , sulle quali riflettere per cercare di capire cosa succede ora e cosa prevede questo percorso a ostacoli che pende sul capo degli italiani
La legge di stabilità, insieme alla legge di bilancio, costituisce la manovra di finanza pubblica per il triennio di riferimento e rappresenta lo strumento principale di attuazione degli obiettivi programmatici definiti con la Decisione di finanza pubblica. Essa sostituisce la legge finanziaria e rispetto a quest'ultima prevede novità sia in ordine ai tempi di presentazione sia in merito ai contenuti dal 2015. Il disegno di legge di stabilità viene presentato in Parlamento entro il 15 ottobre (in passato era il 30 settembre), un mese dopo la data di presentazione della Decisione di finanza pubblica. La modifica dei termini di presentazione dei due documenti tende ad avvicinare il momento della programmazione a quello di definizione della manovra di finanza pubblica. Ciò virtualmente dovrebbe consentire di disporre di un quadro macroeconomico e di bilancio più stabile, ma richiede anche che i contenuti della manovra siano maggiormente dettagliati nel corso della definizione del documento di programmazione. Risulta, infatti, più breve lo spazio che intercorre tra la data di approvazione della DFP e quella di presentazione della legge di stabilità, con una compressione del lasso temporale entro il quale definire puntualmente le misure che dovranno far parte della manovra di fine anno. Dobbiamo ricordare che nella situazione in cui ci troviamo economicamente, stabilire OGGI cosa spendere del Bilancio dello Stato nei prossimi tre anni, significa dunque, eticamente e responsabilmente pensare al bene del Paese e NON alla campagna elettorale del Governo Renzi in favore del referendum sulla Costituzione. Purtroppo la legge di stabilità 2017 presenta un contenuto più snello rispetto a quello della precedente legge finanziaria. Restano escluse dal suo contenuto le norme a carattere ordinamentale o organizzatorio, anche qualora esse si caratterizzino per un rilevante miglioramento dei saldi (cosa che è evidente NON è e non sarà); le norme di delega e quelle relative ad interventi di natura localistica o micro settoriale. Gli interventi di sostegno e sviluppo dell'economia dovranno trovare collocazione in appositi disegni di legge collegati, e pertanto al di fuori della legge di stabilità. Invece per quanto riguarda la struttura complessiva della legge, si conferma la sua suddivisione in articolato e tabelle che aspettiamo di conoscere. Nella prima sezione, essa riporta: il livello massimo del saldo netto da finanziarie e del ricorso al mercato; la variazione delle aliquote delle imposte; l'importo dei fondi speciali; l'importo complessivo destinato al rinnovo dei contratti pubblici; le norme eventuali necessarie all'attuazione del Patto di stabilità interno e alla realizzazione del Patto di convergenza; le misure correttive delle leggi che comportano oneri superiori a quelli previsti; altre regolazioni meramente quantitative.
Le tabelle allegate alla legge di stabilità vengono ridefinite rispetto alla normativa previgente. In particolare, mentre le Tabelle A e B (che riportano gli importi dei fondi speciali per la copertura di nuovi provvedimenti legislativi, rispettivamente di parte corrente e in conto capitale) restano invariate, viene ridefinito, invece, il contenuto della Tabella C escludendo da essa le spese destinate al funzionamento degli enti pubblici (che presentano natura obbligatoria), e che d'ora in poi saranno determinate dalla legge di bilancio. La Tabella D, invece, assorbe le "vecchie" tabelle D, E ed F relative alle spese in conto capitale. Essa riporta gli importi destinati al finanziamento delle leggi che dispongono spese a carattere pluriennale in conto capitale, con evidenziazione dei rifinanziamenti, delle riduzioni e delle rimodulazioni. Si modifica, infine, anche la Tabella E che, a differenza di quanto avveniva in passato, riporta ora le riduzioni delle autorizzazioni legislative relative alla sola spesa corrente. COSA MOLTO IMPORTANTE sarà un prospetto riepilogativo degli effetti triennali sui saldi di finanza pubblica (saldo netto da finanziare, fabbisogno e indebitamento netto) derivanti dall'attuazione di ciascuna disposizione contenuta nella medesima legge. E' previsto inoltre che lo stesso prospetto venga aggiornato nel passaggio da un ramo all'altro del Parlamento in relazione alle modifiche approvate al disegno di legge durante la discussione parlamentare.Leggeremo con grande curiosità la relazione tecnica sugli effetti della legge di stabilitàsul bilancio dello Stato e sul conto economico delle amministrazioni pubbliche, sui saldi di finanza pubblica articolati nei vari settori di intervento e i criteri utilizzati per la quantificazione degli stessi, assorbendo parte del contenuto della soppressa Relazione Previsionale e Programmatica. Essa contiene, altresì, le previsioni del conto economico delle amministrazioni pubbliche e del relativo conto di cassa, integrate con gli effetti della manovra per il triennio di riferimento. POI NON E’FINITA : dobbiamo aspettare il giudizio della UE. Vigiliamo fratelli e sorelle, vigiliamo!!!!
Alessandra Servidori Donne e governo metropolitano : una presenza diseguale
La legge del 7 aprile 2014 n.56 ha approvato in via definitiva l'istituzione delle città metropolitane, ridefinendo il sistema delle province. Il provvedimento ha individuato dieci città metropolitane: Roma, Milano, Napoli, Torino, Bari, Firenze, Bologna, Genova, Venezia, Reggio Calabria. Il territorio delle città metropolitane coincide con quello della provincia omonima. Sono stati previsti procedimenti ordinari per il passaggio di singoli comuni da una provincia limitrofa alla città metropolitana (o viceversa). Altre quattro città metropolitane sono state individuate dalle Regioni a statuto speciale (Cagliari, Catania, Messina, Palermo). Il 30 settembre 2014 si sono svolte le elezioni del Consiglio metropolitano, indette dai Sindaci dei Comuni capoluogo e si è insediato il Consiglio metropolitano e la Conferenza metropolitana. Il 1° gennaio 2015 le Città metropolitane sono subentrate alle province omonime. Daniela Dominici ha analizzato la presenza delle donne nei nuovi Consigli metropolitani che sono stati eletti e la situazione non è delle migliori . A elezioni avvenute infatti questo è il risultato :
Il consiglio metropolitano di Torino è composto da 6 consigliere su 18 totali. A Bologna 6 consigliere su 18. A Genova ci sono 4 consigliere su 18. A Reggio Calabria e c’è 1 sola consigliera su 18, la vice sindaca di Caulonia Caterina Belcastro. A Bari ci sono solo 2 consigliere su 18.A Venezia ci sono 3 consigliere su 18. A Firenze 5 consigliere su 18. A Milano ci sono 8 consigliere su 24. A Roma ci sono 6 consigliere su 24. A Napoli ci sono 4 consigliere su 24. Il consiglio metropolitano di Cagliari verrà eletto il prossimo 23 ottobre.I consigli metropolitani di Palermo e Catania verranno eletti il prossimo 20 novembre. A Messina non c’è il consiglio, c’è un commissario.
Come è ben evidente la tenacia nel chiedere e ottenere pari opportunità per una democrazia di rappresentanza effettiva nelle sedi istituzionale è per l’ennesima volta fallita. Si evidenzia inoltre che non è stata inserita alcuna norma di garanzia di genere nella disposizione transitoria che prevede la prima elezione del nuovo Senato su liste bloccate e con preferenza unica, in contrasto con quanto impone la riforma costituzionale (Articolo 1, secondo comma) per tutte le leggi elettorali, compresa, quindi, la futura legge elettorale per il nuovo Senato.La prima elezione, che avverrà secondo la disposizione transitoria che prevede la preferenza unica e nessuna norma di garanzia di genere, porterà all’assoluta predominanza di appartenenti al sesso maschile, come nella maggior parte dei consigli regionali e tra i sindaci. ART 39 Rifoma costituzionale.La prova generale è consumata con l’elezione di secondo livello da parte dei consiglieri comunali dei Consigli delle Province e delle Città metropolitane. Anche questa elezione è avvenuta senza norme di garanzia di genere, in quanto la legge Del Rio le prevede solo per le tornate successive. Le politiche di genere affidate al buon cuore della Ministra Boschi peraltro non solo con delega alle Pari Opportunità, ma anche della Riforma Costituzionale sottoposta a referendum , sono così orfane di una genitorialità negata.
Alessandra Servidori Studenti, scuola, costituzione e democrazia scolastica.
Una proposta consapevole - www.formiche.net
Incalza furiosa la dialettica politica sull’appuntamento del 4 dicembre allorchè il popolo italiano è chiamato a esprimere il proprio parere sul testo della Costituzione modificata. E contemporaneamente in questi giorni una parte consistente di studentesse e studenti scendono in piazza ed occupano aule come antica forma di protesta autunnale, ricorrente. Condivido alcuni motivi del loro scontento dell’avvio dell’anno scolastico molto molto faticoso soprattutto per il disordine degli organici,degli edifici fatiscenti, della mancanza dei docenti di sostegno soprattutto a chi ha diritto ed è disabile comunque allo studio. Diciotto anni fa quando celebrammo il 50 entesimo della Costituzione con alcuni amici costituzionalisti andammo nelle scuole e riproducendo la Gazzetta ufficiale del Testo della Costituzione( mi ricordo soprattutto le lezioni con Augusto Barbera, Luciano Vandelli, voci pacate, grandi maestri !) ne discutevamo con gli studenti. Un approfondimento sereno e un dibattito democratico con la micro società scolastica , che colse l’opportunità di darsi anche regole condivise, come politeia fondante negli istituti. L’obiettivo era di far conoscere il Testo ma soprattutto assimilarlo per indurre i ragazzi e le ragazze a considerare lo spirito costituzionale vivo e attuale per l’applicazione di stesse regole di convivenza uguali per tutti : elezione a turno dei rappresentanti di classe e sorteggio, incarichi da portare a termine,il diritto di libertà di parola purchè non si offendano le persone o le istituzioni scolastiche,senza urlare, sanzioni se si violano i patti stabiliti dalle regole di istituto. In buona sostanza tentammo di indicare ai giovani un possibile approccio empatico alla disciplina costituzionale convivendo gomito a gomito nelle classi,come modello di democrazia agita nella scuola. Una rilettura oggi meditata e consapevole dei principi della Costituzione sarebbe cosa buona per coglierne la vitalità e al contempo inadempienze che caratterizzano il nostro tempo,cercando elementi attuali di continuità o differenze incentivando le problematiche sul diritto allo studio, l’occupazione giovanile e cioè il lavoro nell’Italia di oggi e le difficoltà attuali. Così forse ci si potrà confrontare con i giovani anche dopo quel 4 dicembre nel quale, comunque vada,ai nostri studenti abbiamo l’obbligo di offrire la prospettiva di un Paese dove l’istruzione e la formazione sono gangli vitali di una società evoluta.
ALESSANDRA SERVIDORI EVVIVA : Il Parlamento UE si sveglia dal letargo!
Notizie dal Parlamento europeo: Azione per migliorare l'equilibrio tra lavoro e vita necessaria a livello comunitario e nazionale
29 settembre 2016 -I componenti del Parlamento europeo il 29 settembre 2016 hanno approvato in plenaria unarisoluzione che chiede una modernizzazione della legislazione work-life balance tra cui la maternità e il congedo parentale, nonché paternità e coloro che seguono i disabili e anziani e ne hanno cura. Questa è senz’altro una notevole iniziativa, presa dal Parlamento europeo, dopo la bocciatura dell’agosto 2015 della Direttiva che allungava il congedo di paternità di due settimane .Il Parlamento ha adottato una risoluzione che esamina le questioni equilibrio lavoro / vita in modo complessivo sotto tutti gli aspetti insoliti che in buona sostanza sono il modo globale in cui i singoli argomenti sono combinati così come la prospettiva della diversità rigorosa . I deputati sono molto specifici in alcuni dei dettagli che riguarda la richiesta per quanto riguarda la maternità e il congedo parentale, nonché paternità e coloro che svolgono lavori di cura. "Abbiamo bisogno di tutti questi nuovi sviluppi, al fine di aumentare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e migliorare l'equilibrio tra lavoro e vita. I padri dovrebbero essere maggiormente coinvolti nella condivisione delle responsabilità familiari, al fine di migliorare la parità di genere ", ha detto il co-relatore Vilija Blinkeviciute. La risoluzione copre le seguenti aree:
Revisione della direttiva sul congedo di maternità :
I deputati invitano la Commissione a portare nuove proposte ambiziose per la direttiva sul congedo di maternità assicurando che le donne siano retribuite e coperte da una protezione sociale per tutta la durata del congedo di maternità e non siano finanziariamente penalizzate per avere figli. Uno studio britannico dal CIPD aveva appena scoperto che le madri che lavorano in posti di lavoro poco qualificati sono costrette a ridurre sia considerevolmente le loro ore o rinunciare al lavoro del tutto dopo aver avuto un secondo figlio.In Italia il Rapporto annuale sulle dimissioni dal lavoro negli ultimi anni ha segnalato questa problematica.
Migliorare congedo parentale
La risoluzione del Parlamento europeo chiede inoltre che la durata minima del congedo parentale con un'adeguata sostituzione del reddito e di protezione sociale debba essere aumentato da quattro ad almeno sei mesi. I genitori dovrebbero avere la flessibilità di utilizzare il congedo in frazioni o del tutto in concomitanza con l'età del bambino per il quale il congedo parentale può essere preso, che peraltro dovrebbero essere aumentati.. I deputati ribadiscono che il congedo parentale dovrebbe essere equamente ripartito tra i genitori e che entrambi i genitori devono essere trattati nello stesso modo in termini di diritti al reddito e la durata del congedo.
Nuova paternità e congedo direttiva per coloro che svolgono lavori di cura.'
I deputati esortano la Commissione, al fine di consentire ai genitori con bambini o persone con persone a carico per raggiungere un migliore equilibrio vita-lavoro, a realizzare con la nuova direttiva il congedo di paternità con un minimo obbligatorio di due settimane interamente inquadrate come ferie e con la medesima direttiva un congedo per le persone che svolgono lavori di cura per anziani e non autosufficienti in famiglia. ", che consente ai lavoratori di prendersi cura di persone a carico e offre all'accompagnatore remunerazione adeguata e la protezione sociale. I deputati chiedono inoltre agli Stati membri di introdurre "crediti di cura" attraverso una legislazione di sicurezza sociale come perio equivalenti di lavoro e diritti pensionistici al fine di proteggere coloro che prendono una pausa dal lavoro per fornire questa assistenza informale e dunque la cura svolta da un dipendente o da e per un membro della famiglia e riconoscere il valore del lavoro di questi assistenti per l'intera società.
La cura per i bambini e intelligente lavoro
I servizi per l'infanzia di qualità dovrebbero essere disponibili, a prezzi accessibili i, dice il testo. I deputati hanno anche sottolineato l'importanza di forme flessibili di lavoro (orari di lavoro flessibili) nel permettere a uomini e donne di conciliare lavoro e vita familiare, a condizione che il lavoratore sia libero di fare la scelta.
La risoluzione è stata approvata con 443 voti a favore, 123 contrari e 100 astensioni. Essa non è né vincolante per la Commissione europea, né per gli Stati membri.
Donne e pensioni di reversibilità: Sono l’ 88% delle pensioni erogate quelle di cui sono titolari le donne e dunque solo il 12% ne sono beneficiari gli uomini.Così un’altra ragione per criminalizzare le donne,visto che la pensione di reversibilità è una prestazione economica che viene erogata dall’INPS ai familiari superstiti di un defunto già titolare di pensione o che,durante la propria vita lavorativa, abbia accumulato un determinato numero di settimane contributive tali da dare lo stesso il diritto ai familiari di percepirne . Dunque le donne che vivono di più degli uomini , spesso sono disoccupate ora e lo sono state in gioventù, possono contare sulla pensione del proprio marito, compagno,fratello ,padre ecc.. Nei giorni scorsi però si è sparsa la voce ,(per ora non confermata ma dovremo vedere il testo non ancora approvato del cd” disegno di legge povertà”) che tale trattamento, in futuro, vengalegato all’ISEE. Quest’ultimo è “l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente” e considera la posizione economica di coloro che percepiscono le pensioni di reversibilità, richiedono agevolazioni e prestazioni sociali. Con tale introduzione, quindi, l’assegno non sarebbe più un diritto inalienabile, venendo, al contrario, a dipendere dal reddito di chi ogni mese lo percepisce. Ovviamente condividiamo la perplessità di quanti ,eredi in vita,potrebbero subire persino ulteriori tagli .Fino ad ora la pensione di reversibilità in base alla norma ,applica Il metodo di calcolo che non ha subito modifiche rispetto a quanto disciplinato dalla legge numero 335 dell’8 agosto 1995: per determinarne l’importo si continua a tenere conto unicamente dei redditi assoggettabili all’IRPEF e tra gli aventi diritto alla prestazione ci sono appunto il coniuge,i figli, i nipoti e in alcuni casi anche i genitori o fratelli/sorelle . L’importo viene calcolato dall’ente in base alla documentazione che il familiare superstite presenta al momento della richiesta tra cui devono essere dichiarati i redditi assoggettati ad IRPEF che andranno a far optare per la percentuale e quindi l’importo, da assegnare. Facendo l’esempio più ricorrente cioè la coniuge superstite, la percentuale di solito è circa il 60% che andrà a decrescere in base al calcolo che l’INPS effettuerà basandosi sul reddito di cui il familiare richiedente è titolare, e solo lui, al di là dei componenti del nucleo familiare dello stesso. A fare tremare le vene ai polsi delle tantissime vedove che vivono di questa pensione, è arrivata anche una circolare inps cosidetta riparatrice ,perché ha chiarito con riferimento ad alcune notizie di stampa in merito ad ipotetici cambiamenti introdotti con la circolare n.195 del 30 novembre 2015 sui redditi da dichiarare per il calcolo delle pensioni di reversibilità. In realtà, sottolinea l’Istituto, nella circolare n. 195/2015 è presente un refuso generalizzato nell’allegato 1, contenente le tipologie reddituali influenti sulle diverse rilevanze, fra cui anche la rilevanza 11 – Incumulabilità della pensione ai superstiti con i redditi, di cui all’art.1, comma 41, L. n. 335/1995. Era un refuso,per fortuna,per ora, le vedove possono ancora contare,appunto molte per non cadere in povertà, sul 60% della pensione del marito.
Pubblichiamo il pdf dell'astuccio/opuscolo sulle patologie oncologiche, invalidanti, ingravescenti, contenente le notizie essenziali, utili, concrete per i lavoratori, le lavoratrici e le loro famiglie. Diritti e doveri quando ci ammaliamo.
Alessandra Servidori RAGGI,APPENDINO,BERGONZONi contro le cd "quote rosa" 29 settembre 2016
Devo ricordare con garbo istituzionale alle signore che in queste ore si sono espresse contro le cd “quote rosa” che nonostante le loro affermazioni è evidente che ,per esempio ,la legge n. 120 del 2011 ha consentito all’Italia, sistematicamente considerata fanalino di coda d’Europa nell’attuazione della parità di genere (Dati Ocse agosto 2016), di diventare un modello di riferimento per altri Paesi, al momento sprovvisti di discipline finalizzate a portare le donne ai vertici del settore economico, o che hanno introdotto misure poco incisive. Si può sicuramente avere opinioni diverse sui metodi di raggiungere la democrazia paritaria effettiva ,ma è indubbio che la disciplina costruita dal Parlamento italiano è una disciplina efficace e ben equilibrata, perché se da una parte si caratterizza per l’incisività del tipo di intervento, dall’altra presenta accorgimenti in grado di evitare contraccolpi sui principi costituzionali; in particolare, sul principio di uguaglianza e sulla libertà di iniziativa economica delle imprese. Infatti la Legge Golfo Mosca ha avuto la capacità di produrre ‘rinnovamento’ sia culturale che concreto. I numeri e i fatti sono chiari : diverse importanti società hanno deciso di adeguare alle nuove regole i propri statuti e i propri organi anche prima che la legge evidenziasse i propri effetti giuridici vincolanti (posticipati dalla legge a un anno dalla sua entrata in vigore). La legge è stata capace di creare un rinnovamento di carattere più generale a proposito delle modalità di reclutamento degli amministratori societari, prestandosi oggi molta più attenzione a merito e competenze. Non molto ma moltissimo rimane da fare e non sentiamo proprio il bisogno di riaprire un conflitto sulla presenza equilibrata di genere nel contesto economico e istituzionale. La legge sta dispiegando i propri effetti, e i dati sono confortanti, sebbene il genere femminile rimanga ancora scarsamente rappresentato nei ruoli chiave delle società, quelli di amministratore delegato. Non solo. Per molte società a controllo pubblico si pone un altro problema che oggi è diventato esplosivo. Il decreto sulla c.d. spending review (d.l. n. 95 del 2012), ha consentito la possibilità, per molte società, di adottare la formula dell’amministratore unico. Ebbene, questa scelta è in crescente aumento, e, come facilmente immaginabile, purtroppo, nella maggior parte dei casi, la scelta dell’amministratore unico ricade su un uomo. Dunque continuiamo a monitorare con attenzione l’andamento delle nomine, ed elaboriamo, eventualmente, anche nuove soluzioni sul piano normativo, per evitare il rischio che, ancora una volta, la politica possa opporre resistenza alla compiuta realizzazione di una democrazia paritaria, sulla quale, a proposito di Italicum, la situazione è ancora molto molto sbilanciata. Non ci si può accontentare del fatto che le donne arrivino nei luoghi della decisione, ma occorre che esse contribuiscano effettivamente, come ci auguriamo si continui , ad incrementare la qualità delle decisioni in materia economica. Occorre che tutti, soprattutto le Università e le Associazioni attive su questo versante, continuino a prestare la massima attenzione e a dedicare tutti gli sforzi possibili per il conseguimento dell’obiettivo più importante: quello di un cambiamento culturale. Ognuno dunque può fare la sua parte remando per e non contro. L’Università di Modena e Reggio Emilia, al Dipartimento di giurisprudenza ha istituito un corso su Politiche di pari opportunità nel lavoro pubblico e privato e alle studentesse e agli studenti è una materia che interessa molto vista la robusta frequenza. E questo è un ottimo segnale.