E' arrivato il giorno...........
Alessandra Servidori Ed è arrivato il giorno……. e il tempo di dire quel che penso
Sono rimasta socialista anche dopo il crollo del Psi. Anzi, nel 1999 avendo una forte identità, non temevo contaminazioni perciò ho collaborato con Maroni come prima avevo collaborato con Treu, e nel frattempo avevo coordinato i Comitati Prodi e mi auguravo che finiti i collateralismi della prima Repubblica ci fossero di nuovo le condizioni per sviluppare un confronto sul merito delle questioni senza pregiudiziali di schieramento,come del resto era avvenuto a partire dagli anni ’60 fino allo scontro sulla scala mobile del 1984,. Ma in questo mi sbagliavo.Come continuo ad essere irrimediabilmente ottimista che la situazione politica possa cambiare.La verità è che il bipolarismo muscolare della seconda Repubblica e adesso forse Terza non ammette zone franche: o di qua o di là, mentre intanto i problemi della società italiana marciscono senza che la “democrazia dell’alternanza” riesca a realizzarsi né con la mano destra né con la mano sinistra. Ed è in questo contesto che andiamo oggi alle elezioni nell’asfissia del dibattito pubblico che ha caratterizzato l’ultimo ventennio – che alcuni come me si trovano isolati nel sostenere tesi che non potevano essere catalogate né di qua né di là, ma che sono fondate “soltanto” su un’attenta analisi della realtà. Oggi mi sento ancora socialista ricordando Craxi perché e nella lunga esperienza civica sono rimasta laica, ma non un laicista. Nel progetto di Benedetto Craxi di pacificazione e modernizzazione del Paese c’era una maggiore trasparenza nei rapporti fra Stato e Chiesa,e anche tra destra e sinistra eliminando anacronistici privilegi, ma all’interno di un regime concordatario. Il lascito più grande di Craxi è la sua idea di libertà. Secondo lui non c’è nessun valore che possa prevedere la privazione ingiustificata della libertà di un individuo o di un popolo. Per questo motivo egli fu un fiero oppositore dei regimi comunisti e fascisti: protesse i dissidenti dell’Est e contrastò le dittature sudamericane. Craxi sostenne il primato della politica e il rifiuto intransigente dell’antipolitica, che considerava il male assoluto.Il suo sogno era l’unità socialista; la sua prospettiva era il riformismo nel governo del Paese.E oggi al termine di una campagna elettorale furibonda condotta in termini volgari e con accenti sempre più populisti e persecutori dell’antipolitica si dovrà meditare perché una svolta sovranista ed antieuropea sul piano nazionale porterebbe dei danni irreparabili . Prima di tutto sono convinta che della stagione che selvaggiamente ha esiliato Craxi è sopravissuta purtroppo l’idea che la magistratura come istituzione è in grado di reprimere il malgoverno pur in un mutato contesto politico e con personaggi nelle procure- vedi Palamara- si possa rinnovare la politica consentendo a personaggi di modestissima cultura e straripante ambizione di poter governare . Si avverte la necessità di rafforzare invece la tenuta dello Stato Democratico in un momento in cui la democrazia parlamentare è debolissima soprattutto per i nazionalismi e i sovranisti incalzanti.Occorre prima di tutto procedere ad un riequilibrio tra i poteri attraverso un forte coinvolgimento di una opinione pubblica ripoliticizzata che non può coincidere con il popolo dei social che incita alla violenza che imbavaglia il pensiero critico ed esalta l’uomo unico al potere. Abbiamo bisogno di un sistema politico non colassato di una proposta di Paese con soluzioni possibili per il mercato del lavoro,per le politiche di sviluppo e internazionali raggiungendo una capacità di conciliazione fra culture diverse,un’azione volta alla promozione sociale e all’emancipazione e del principio di libertà per il quale sono convinta sia importante ancora impegnarsi.