DISABILI :CHI ? Lettera aperta al Governo Conte
Alessandra Servidori DISABILI : CHI ?
Lettera aperta al Governo Conte
Al primo decreto approvato dal governo il 22 febbraio per fronteggiare il rischio della diffusione del Coronavirus non sono seguite indicazioni o altri decreti che abbiano considerato la disabilità e come essa ha concretamente un impatto specifico su alcune condizioni che riguardano le persone e le famiglie . Uomini donne bambini in carne ed ossa. Tra i principali punti del decreto, ve ne sono alcuni che sono gravi dimenticanze. Riguardano la sospensione di attività pubbliche e private, con l’eccezione dei servizi essenziali e di pubblica utilità che ovviamente rientrano tra quelle dirette a garantire l’assistenza alle persone con disabilità. Tra i servizi essenziali rientrano i cosiddetti Centri diurni per disabili, i quali però a causa della natura delle prestazioni erogate sono caratterizzati da un alto tasso di frequentazione (operatori, familiari e soggetti terzi). Le persone con disabilità, specie intellettive e del neurosviluppo, non sempre sono in grado di assumere comportamenti consapevoli e idonei a evitare o ridurre i rischi di contagio. Trattandosi, inoltre, di persone con particolari patologie, correlate alla loro disabilità, rappresentano una popolazione maggiormente esposta al contagio.Inoltre è chiaro che lo stato di emergenza che comporta l’adozione di misure straordinarie, di “quarantena”, sta indebolendo la rete di assistenza, supporto e protezione destinata alle persone con gravi disabilità o con forme di non autosufficienza che vivono al proprio domicilio. La verità è che l’urgenza non ha tenuto neanche conto delle priorità che comunque scattavano evidenti : la prima è che nonostante il Presidente Conte abbia tenuto per se la delega alla disabilità ,non dà risposte concrete ai 7 milioni e mezzo di disabili . Così nonostante si sia chiesto un decreto correttivo per i cittadini disabili questo non è stato fatto. A tutt’oggi. Anzi bisognava emanare provvedimenti a garantire la salute delle persone, anche e soprattutto quelle con disabilità, attraverso il rafforzamento dei servizi, anche domiciliari, loro dedicati.E invece riscontriamo che mancano i presidi sanitari per gli operatori (mascherine, camici, cuffie,guanti eccc) e che gli operatori in questo periodo NON hanno avuto indicazioni di come difendersi dall’aggressione del virus e quando si presentano nelle abitazioni per prestare il servizio previsto spesso hanno dei dinieghi comprensibili dalle famiglie perché hanno paura di essere infettati. Dunque non è raro che compilino il modulo dell’avvenuta prestazione senza aver avuto la possibilità o la volontà di svolgerla. Inoltre l’ultimo decreto di Conte quello di 24 ore fa, ha compiuto l’ennesimo sgarro nei confronti delle organizzazioni ed enti fondamentali che prestano la loro opera per le persone disabili e gravi allettate al domicilio. E per fare un esempio concreto Ant che opera in tutta Italia . Nel decreto CAPO I ART. 5 (Sospensione dei termini per il pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l'assicurazione obbligatoria) si fa erroneamente riferimento ai comuni individuati al 1 Marzo 2020 , e si dice che sono sospesi i termini relativi agli adempimenti e ai versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l'assicurazione obbligatoria in scadenza nel periodo dal 23 febbraio 2020 al 30 aprile 2020. MA l’allegato 1 al 1 marzo indica SOLO QUELLI DELLA LOMBARDIA E ADESSO E’ TUTTA ITALIA !!!!! NON solo non SI SONO ADOTTATI provvedimenti per recuperare i mancati introiti, attraverso sgravi fiscali e contributivi definitivi. Altrochè sospesi : diversamente gli enti come ANT per compensare il danno da minori entrate, dovrebbe procedere ad una riduzione di costi che inevitabilmente riguarderanno il personale, il che smentisce Gualtieri e Conte in merito al fatto che nessuno deve perdere il proprio posto di lavoro a causa del Coronavirus. BISOGNA CORREGGERE IL DECRETO AL CAPO I : devono aggiungere e richiedere per gli enti non profit un azzeramento per l’intero anno 2020 delle imposte e contributi:• Ires • Irap.• Tributi locali (Imu, Tari ecc.)• Contributi previdenziali Inps sui redditi da lavoro dipendente, sia per la quota a carico dei lavoratori, sia per la quota a carico dell’ente • Ritenute Irpef, addizionali regionali e comunali sui redditi da lavoro dipendente. E AL CAPO II Fondo salariale o cassa integrazione devono aggiungere come beneficiari dei sussidi i lavoratori degli Enti no profit. DIVERSAMENTE IL Governo avrà massacrato il sistema che è il vero welfare che resiste. Inoltre c’è il problema dei caregiver familiari di cui ci siamo a lungo occupati. E dei quali continuiamo a occuparci. Riassumendo. La precedente legislatura si è conclusa con un nulla di fatto rispetto all’attesa norma sui caregiver familiari nonostante all’esame del Senato vi fossero disegni di legge sottoscritti dalla maggioranza dei senatori eletti. La previsione di uno specifico fondo in legge di bilancio per il 2018 aveva un sapore meramente consolatorio in assenza di una specifica disposizione tanto attesa da milioni di persone e famiglie. Nella legislatura corrente sullo stesso tema sono stati depositati diversi disegni di legge. I testi sono all’analisi della 11a Commissione Lavoro del Senato. Una sintesi sufficientemente condivisa è il Disegno di legge 1461 presentato alla fine dell’estate scorsa. Primo firmatario è la senatrice Nocerino ma l’atto è sottoscritto da tutte le forze politiche. In queste settimane è ripresa la discussione partendo proprio da quel disegno di legge, ma molti sono i dubbi e le perplessità espresse dalle federazioni e da altre organizzazioni. Se pure la struttura generale del disegno appare congruente, vi sono lacune, aspetti da correggere, elementi da enfatizzare e rafforzare. Con il consueto senso civico, ma anche con la determinazione di chi responsabilmente rappresenta le persone con disabilità e loro famiglie, le associazioni familiari hanno formalmente inviato alla Commissione una memoria in cui si avanzano puntuali richieste di integrazione. Migliorare quel testo, rendere esigibili nuovi diritti e servizi, garantire coperture assicurative, previdenziali e di malattia a chi si dedica alla cura dei propri familiari con disabilità, migliorarne realmente la qualità della vita: questi gli elementi portanti delle articolate proposte avanzate alla Commissione. La proposta determinante è di perfezionare la definizione stessa di caregiver, in modo da circoscrivere e qualificare la platea orientandosi su chi presta assistenza in modo intenso e continuativo. Si elencano nel dettaglio quei servizi e supporti che ci si attende vengano garantiti dalle politiche sociali e sanitarie con l’obiettivo di consolidarli nei Livelli Essenziali dell’Assistenza. Ancora, la proposta rafforza le altrimenti limitatissime coperture previdenziali e introduce misure di tutela assicurativa e per malattie, infortuni e tecnopatie. Si tenta operativamente e concretamente di regolare (anche per evitare eccessivi decreti applicativi) le modalità di accesso sia al centrale riconoscimento dello status di caregiver familiare che alla fruizione dei benefici, garantendo e contemperando sia esigenze di natura civilistica che di regolarità amministrativa, rifuggendo sovraccarichi burocratici. .Oltre tutto il Fondo previsto dalla legge del 2017 da 20 milioni all’anno è stato implementato a 25 milioni all’anno ma senza decreto attuativo le risorse rimangono congelate. E da tre anni che il Fondo ha accumulato 75 milioni. Ora nell’ultimo decreto Conte la decisione che è stata adottata senza regolamento,è di dare ai caregiver di cui non si ha a disposizione il numero e dunque la platea beneficiaria, 500 euro ad ognuno.Ma chi ?e quando e per quanto e come?La verità è che proprio in questo periodo in cui le persone con disabilità molto spesso sono anche immunodepresse e talvolta non in grado di praticare le norme igieniche diffuse dal Ministero della Salute, la situazione è drammatica. Parliamo di persone che possono avere difficoltà a lavarsi le mani da sole, figuriamoci starnutire nel gomito. Persone fragilissime, di cui la politica ,purtroppo, si ricorda a ridosso delle campagne elettorali. . Le idee di inclusione sono svanite? bisognerebbe che qualcuno si svegliasse e si occupasse di queste discriminazioni perpetuate. Passata poi l’emergenza Coronavirus, ricordiamo che il sistema sanitario nazionale destina mensilmente alle famiglie con a carico una persona disabile circa 43 euro di accessori medicali, a fronte dei 14 euro che in media costa un pacco di pannoloni a mutanda da 10 pezzi. L’incontinenza, fisica e verbale, costa.
Alessandra Servidori DISABILI : CHI ? Lettera aperta al Governo Conte