La Guerra in Russia : l'imperialismo che dobbiamo conoscere
Alessandra Servidori
L’Italia è uno dei Paesi europei meno favorevoli ( dichiarazione di Draghi) all’imposizione di sanzioni dure contro la Russia. Abbiamo in Russia settori, aziende e istituti di credito molto presenti .
L’Italia è uno dei paesi dell’Unione europea maggiormente legato economicamente alla Russia e pertanto approva sanzioni limitate in risposta alle mosse di Vladimir Putin. Questa posizione ha tre spiegazioni: la volontà di proteggere gli importanti rapporti economici; la dipendenza dalle forniture di gas russo per il soddisfacimento del fabbisogno energetico; una certa attenzione storica politico-culturale, sia a destra che a sinistra, per la Russia e/o per Putin.L’Italia è molto dipendente dalle importazioni di gas russo, che rappresenta il 43 per cento degli acquisti dall’estero (dati 2020). Seguono a distanza quello algerino (circa 23 per cento), quello norvegese (11 per cento) e quello del Gatar (10 per cento).Il nostro, inoltre, è uno dei paesi europei più vulnerabili a un’interruzione delle forniture russe: sia per i volumi importati, sia perché è molto legato alle condotte russe che passano per l’Ucraina, ovvero quelle che più probabilmente verrebbero interrotte in caso di guerra. L’Italia condivide quest’ultima vulnerabilità con l’Austria, che infatti rientra nel blocco degli stati europei meno inclini alla durezza sanzionatoria verso Mosca.Le sanzioni sono rivolte verso tutti i membri della Duma di stato (la camera bassa del parlamento russo) che hanno votato a favore del riconoscimento dei territori separatisti, verso ventisette individui o entità che minacciano direttamente l’integrità territoriale ucraina e verso le banche che finanziano i ribelli del Donbass (la regione dell’Ucraina orientale dove si trovano le repubbliche in questione).Il Ministero dell’Economia attraverso l’agenzia Sace controlla gli investimenti esteri e la Russia è il quattordicesimo mercato di destinazione per le esportazioni italiane, nel 2021 l’export italiano in Russia è valso 8 miliardi di euro, leggermente superiore ai valori del 2019 e nettamente rispetto a quelli del 2020 (7,1 miliardi). Le previsioni al 2024 indicano un incremento progressivo su base annua, da 8,8 miliardi nel 2023 a 9,1 nel 2024.Nel 2020, a fronte di esportazioni per 7,1 miliardi, le importazioni italiane dalla Russia sono valse 9,1 miliardi. Sace possiede un portafoglio di attività in Russia dal valore di circa 3,2 miliardi di euro e i resoconti fissano la quota di mercato dell’export italiano in Russia al 4,4 per cento. Si tratta di un valore superiore a quelli di Francia (3,5 per cento) e Spagna (1,3 per cento), ma inferiore a quello della Germania (10,2 per cento). L’Italia esporta in Russia principalmente macchinari, abbigliamento, apparecchi elettronici e prodotti chimico-farmaceutici. Vi importa, invece, soprattutto prodotti minerari, petroliferi e metallurgici. La bilancia commerciale pende nettamente dalla parte della Russia .Secondo la valutazione della Sace, il rischio politico in Russia è medio (52/100). Ma il rischio di guerra e disordini civili è considerato più alto (61/100), così come quello di credito (61/100) e di mancato pagamento dalla controparte bancaria (68/100) e corporate (74/100).I settori più sofferenti sono il calzaturiero e l’abbigliamento , molte società energetiche, industriali, e reti bancarie.