Pres. Meloni : un pò di coraggio per le donne nella legge di bilancio
Alessandra Servidori
Sì vabbè,la legge finanziaria del Governo Meloni fa quel che può e però…… sulla pelle delle italiane……brucia ancora e sempre il fiato corto. Il tasso di occupazione femminile in Italia è 51,1% (quasi 65% nella media UE; 69,2% tra gli uomini italiani), le donne guadagnano meno degli uomini, soprattutto nelle fasce più alte della distribuzione salariale, mettiamo al mondo sempre meno figli e tra le madri occupate, a 15 anni dalla nascita la retribuzione annua è circa la metà di quella delle donne senza figli, e la legge di bilancio per il 2024 fa un passo avanti di lato perché come sappiamo le risorse per l’introduzione di una super deduzione sul costo del lavoro per chi assume a tempo indeterminato fino al 130% mamme, under 30, percettori del reddito di cittadinanza e persone con invalidità; per il welfare aziendale si portano strutturalmente i fringe benefit a 2.000 euro per i lavoratori con figli e 1.000 euro per gli altri lavoratori. In prospettiva di conciliazione vita-lavoro si rafforza di un mese il congedo parentale e si aumenta il fondo asili nido.Si prevede poi una decontribuzione per le madri con almeno due figli fino ai 10 anni del più piccolo se i figli sono due, 18 se sono tre.Noi sappiamo però che abbiamo bisogno di una riforma complessiva e strutturale per le italiane e non fragili passettini sempre incerti di anno in anno,perché il lavoro femminile può risollevare la nostra economia : se si aumentasse il tasso di occupazione femminile, che nel 2021 era il 49,4%, fino a portarlo ai livelli di quello maschile (il 67,1%), il Pil potrebbe salire di circa il 12,4%, secondo i dati McKinsey Global. Dobbiamo appianare le differenze all’ingresso nel mercato del lavoro ,orientare le scelte dei percorsi di studio,facilitare la vita-lavoro potenziando i servizi di cura per infanzia e disabili ,riequilibrando il sistema dei congedi incentivandone l’utilizzo da parte dei padri . E poi ancora potenziare i servizi di cura per l’infanzia,migliorando il disegno dei trasferimenti alle famiglie in modo da rimuovere alcuni disincentivi impliciti all’offerta di lavoro femminile, sostenere e favorire la presenza femminile nelle posizioni professionali di vertice con politiche aziendali che favoriscano orari di lavoro flessibili per il bilanciamento dell’attività, e ancora strumenti per accrescere la trasparenza sulle scelte e politiche aziendali con una organizzazione del lavoro che sostenga discriminazione positiva anche a livelli manageriali intermedi. UN PO’ DI CORAGGIO NO????