Equitalia Agenzia del terrore
Alessandra Servidori EQUITALIA Agenzia del terrore - Matteo Renzi e il linguaggio inappropriato
Matteo Renzi non smette di usare termini inappropriati ad un Presidente del Consiglio e dai suoi seguaci : prima è stata la volta di un ciaone pettegolo,ora di un sgangherato bay bay americaneggiante per dire al popolo italiano che “licenzia” Equitalia” l'insostenibile sistema di riscossione tributi ,ovvero le famose cartelle esattoriali timbrate che portano rabbia disperazione tra i cittadini italiani che a ragione,in parecchi, la considerano una "società di strozzinaggio legalizzata". Quasi come se la società fosse calata dall'alto all'improvviso e si sia impadronita della gestione della riscossione dei tributi. Ma ricordiamo bene cosè questa società pubblica - le cui quote sono divise al 51% per l'Agenzia delle Entrate e al 49% per l'Inps - che esercita la riscossione dei tributi su tutto il territorio nazionale, Sicilia esclusa. Il Gruppo Equitalia si compone di sei società oltretutto dispendiose e inefficienti: Equitalia Spa (che è capogruppo della 'holding'), Equitalia Servizi, Equitalia Giustizia, e tre 'agenti' della riscossione sul territorio: Equitalia Nord, Equitalia Centro, Equitalia Sud. Le accuse sono legittime : la lentezza dell'apparato amministrativo che contribuisce a un drastico aumento degli interessi in relazione ai tributi non corrisposti, l'alto numero di pignoramento di beni, immobili inclusi, a fronte di debiti anche modesti. Ma è soprattutto il fatto che spesso il debitore non viene nemmeno messo a conoscenza di avere ipoteche a suo carico. Ormai migliaia, di multe stradali si trasformano in pignoramento di immobili o in fermo amministrativo dei veicoli. Un caso eclatante è quello accaduto a Roma, ma l’Italia ne è costellata ,dove il Giudice di pace ha condannato Equitalia per "comportamento vessatorio" per aver ipotecato immobili ad un cittadino a fronte di un debito di appena 5mila euro. La legge, infatti, vieta di procedere all'iscrizione ipotecaria a fronte di un debito inferiore alle 8mila euro. Ma cosa ha intenzione di fare il giovane toscano? Non lo sappiamo ma sommessamente suggeriamo di non fare annunci devastanti .Per esempio con l’aiuto di consulenti competenti,potrebbe pensare di aprire una società di riscossione dei tributi locali al servizio esclusivo dei comuni, gestita e partecipata dall'Anci nazionale.Dunque per non massacrare anche i dipendenti che non dormono ovviamente sonni tranquilli e tantomeno sereni bisognerà creare le condizioni perché il modello di agenzia sappia distinguere i contribuenti in base al reddito, che adotti pesi diversi a seconda che si tratti di un evasore o di un pensionato a reddito basso o comunque un cittadino italiano. Prima di mettere in campo delle azioni per il recupero crediti, verificare,per esempio, se si tratta di un lavoratore dipendente o di un cassaintegrato o una donna con famiglia a carico. I Comuni dal 1997 hanno la facoltà di disciplinare autonomamente le forme e le modalità della riscossione delle proprie entrate. Se fino ad oggi non l'hanno fatto bisogna che si capisca perché e come rimediare a questa vessazione di Stato acuite ovviamente dopo la crisi economica. Chi pensa o dice dunque di volerla chiudere dice una stupidaggine : sicuramente va comunque modificato un sistema e forse anche ripensata la politica fiscale che strangola cittadini e imprese.
Sistema bancario nostrano : obbligatorio dire la verità
Alessandra Servidori Sistema bancario e aiuti di Stato : obbligatorio dire la verità. 11 luglio 2016
Ai tempi della “ricapitalizzazione” attuata dal decreto legge n. 133 del 2013, noi su queste stesse pagine fummo abbastanza severi : allora l’attenzione sulla “nuova” Banca d’Italia la ponemmo sul quesito prima di tutto di quanto era pubblica(?) la Banca d’Italia, quanto questa operazione fosse utile ai cittadini scoprendo che la cordata dei poli bancari privati ne costituiva un abbondante altissima percentuale e già allora ci chiedemmo se avere le banche private vigilate o vigilande all’interno della struttura associativa della Banca d’Italia, in qualità di azionisti partecipi al capitale e agli utili, così come ora configurate dall’art 5 del d.l. n. 133 del 2013 convertito dalla legge 5/2014, non aiutasse anzi non fosse eclatante e “filobanchieristica”. Infatti,ora alla luce di quanto sta succedendo la riserva del diritto di partecipazione alle sole banche nazionali appare in contrasto con consolidati principi in materia di non discriminazione tra imprese europee e autorizza il sospetto di un accomodamento del tutto domestico all’italiana,sulla sua compatibilità con il sistema della governance istituzionale dell’eurozona e, in particolare, con la vigilanza bancaria unificata in capo alla BCE per effetto del Meccanismo di vigilanza unico (SSM), di cui all’art 6 del regolamento (UE) n. 1024/2013 del 15 ottobre 2013, entrato definitivamente a regime dal terzo trimestre del 2014. Oggi poi approfondendo seriamente la questione degli assetti bancari dell’Eurozona dai dati Eurostat scopriamo che negli anni dal 2007 al 2014 le banche italiane hanno ricevuto interventi di stato per 1071 milioni di euro,la Germania 238.984 milioni,la Gran Bretagna 162.528 milioni ,la Spagna 52.473 milioni,l’Irlanda 41.849 milioni ,l’Olanda 36.290 milioni. In buona sostanza insomma di aiuti di Stato le banche nostrane ne hanno avuti e parecchi e ciò che oggi è evidente che il sistema bancario italiano ha situazioni veramente interrogative sulle quali sarebbe utile che il Ministro Prudenza-pardon-Padoan spiegasse cosa sta succedendo. Infatti del disastro toscano,veneto, marchigiano, ferrarese,abbiamo ben capito chi ha mandato in malora i risparmi dei cittadini spinti a comprare titoli tossici, ma della buona salute per esempio di UniCredit, Intesa Sanpaolo i capitali sono robusti eccome! Solo Monte dei Paschi di Siena-fino ad un anno fa la terza banca italiana per capitale- con la morte del giovane tesoriere amministratore evidentemente NON suicidatosi - è ancora un grande mistero un macigno che ci sta rovinando con le sofferenze che ha messo in circolo e che ci trascina nel baratro.Ha un bel dire Patuelli-Abi- che il sistema bancario italiano è solido…. Io affermo che spavaldamente, stanno abusando dell’intelligenza degli italiani perché da un lato le sofferenze create proprio dalla vendita ai risparmiatori di veleni, dall’altra la crisi economica,dall’altra anche noi italiani che abbiamo continuato ad avere un modello di sistema che non è passato adeguatamente all’innovazione digitale, non ha operato su una razionalizzazione degli sportelli e dei prodotti e delle persone, non possiamo dare tutta la colpa all’Europa e tirargli sassate contro dicendo che è tutta colpa delle speculazioni! Dobbiamo essere in grado noi per primi di ammodernare il nostro sistemale e condividere la stesura delle nuove regole di Basilea senza piagnucolare ma mostrando- se le abbiamo-le competenze e la disponibilità ad avere coraggio e a tagliare i rami secchi . Questo deve saper fare una classe che si autodefinisce dirigente ma che dimostra sempre di più di non saperlo essere.
La grisaglia confindustriale pretenziosa
Alessandra Servidori La grisaglia confindustriale pretenziosa SABATO 2 luglio
Faziosa e arrogante la relazione di Confindustria sulla forzatura che si intende compiere pubblicando un discutibile report con gli scenari tragici in caso di sconfitta del sì al referendum di ottobre . E’ una associazione aggressiva e tutt’altro che responsabilmente autorevole quella che si candida addirittura a governare l’opinione degli elettori italiani. E’ una confindustria che minaccia e influenza attraverso il “suo ufficio studi”con numeri la catastrofe del taglio del prodotto interno lordo in un panorama destabilizzato di crisi della finanza pubblica,fuga dei capitali,caduta a precipizio delle famiglie e della struttura imprenditoriali nella speranza di una ripresa di sviluppo evidentemente già molto mortificata nei fatti. I maggiordomi in grisaglia di Palazzo Chigi , novelli aspiranti professori del popolo italiano si sono candidati a illustrare, documentare, informare” il popolo bue” sugli effetti che una risposta negativa alla riforma della Costituzione avrebbe sull’economia italiana. La formazione di una opinione soprattutto in un momento delicato e incerto come quello che il nostro popolo vive non si realizza con gli strappi e le previsioni : la fiducia ce la si conquista con approfondimenti dal contenuto il più esauriente possibile e non minacciando né con le promesse non mantenute né con il lanciafiamme,né con l’arroganza, né con l’approssimazione che nuoce alla democrazia rappresentativa.Noi ci impegniamo ad essere il più esaurienti possibili ad informare, comparare dovutamente le modifiche e simularne l’impatto a bocce ferme e alle condizioni date senza nessuna presunzione di completezza. Chi rappresenta chi è il problema vero e italiano ma anche europeo,visto ciò che sta succedendo.Il Popolo italiano vuole capire e scegliere e non si può agire sulla paura e sulla tenaglia della instabilità ,poiché se rischi ci sono bisogna condividerli sia sul versante sociale che economico perché questa è vera politica.
IL TRIO MHR NON VA BENE : ecco perchè
Alessandra Servidori IL TRIO MHR NON VA BENE : ecco perchè
Il panico schizza su e giù per l’Europa dopo l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione ma economisti e politici insieme potevano sicuramente fare di più: cioè informare bene e dettagliatamente il popolo delle conseguenze per una scelta o un’altra, senza ora assolversi la coscienza buttando tutta la responsabilità su una transizione generazionale definita di “elite”che colpevolizza la tradizione di un popolo grande( che sta per anziano) che ha votato contro il popolo giovane scegliendo l’uscita. Questo è il teatrino che va in scena in queste ore mentre in Italia si ripete la solita storia : dicono i renzisti che il nostro sistema economico/finanziario/bancario è forte (?), ci appoggiamo anima e corpo al robusto Mario Draghi che per fortuna ha una visione e una gestione della situazione internazionale globale e farà come al solito straordinariamente il paracolpi. Anche dell’Italia.Qui da noi sentiamo le solite frasi renziste “l’Europa è la nostra casa, dobbiamo restaurarla” ripetute dalle 3 emittenti pubbliche ( si fa per dire!) all’unisono con una velina che passa attraverso i telegiornali e i talk show quotidiani. Non una parola di attenzione verso l’America che ci ha consentito generosamente in questi anni di scorazzare su e giù su disastrosi conti passando indenni sul nostro sistema finanziario clamorosamente in deficit, ma che protetto dagli Usa ci ha consentito di fare amplio mercato nei paesi che man mano correvano per aderire al sistema ue nella speranza di costruire “un grande unico Paese”. Il trio Merkel Hollande e Renzi si troverà fra poche ore a confabulare : sbagliato strategicamente sbagliato il trilaterale perché in questo momento ci vuole una alleanza sovranazionale perché non basta come dice Renzi affermare che “crescono le nostre responsabilità” perché sulla sicurezza,l’economia, il sistema bancario sono tutti e tre lontani mille miglia e non c’è tempo adesso per far finta di essere adeguati quando non lo siamo. Non sarà l’asse franco,tedesco,italiano a dare una regolata a questa situazione in declino,poiché bisogna su un progetto completo e autorevole cercare il consenso e la sintesi degli altri partners europei .Perchè Italia e Francia non sono in grado di chiedere a Merkel meno vincoli al rigore con i debiti pubblici che hanno;e sulla sicurezza e difesa Italia e Germania non si metteranno mai in linea con la Francia che comunque firmò gli accordi bilaterali di difesa comune solo con la Gran Bretagna .E ancora sui depositi bancari c’è una emergenza che viene prima di tutto: la garanzia comune dei depositi cioè l’Unione Bancaria che lei sola assicura la stabilità del sistema creditizio dell’eurozona: ma la Germania-giustamente- chiede che prima si limitino i titoli di Stato nei bilanci delle banche.E noi che cosa faremo che abbiamo privatizzato la Banca d’Italia che di proprietà statale ha solo un misero 4% e tutto il resto è dei gruppi bancari privati? Insomma questo appuntamento tra tre dei sei fondatori dell’allora Europa non è utile e anzi rischia di essere uno sbaglio clamoroso perché sarebbe una esclusione di responsabilità verso gli altri e un segno di ulteriore guerra tra persi .Bisogna dunque avere una visione e un progetto ampio su scala internazionale con l’aiuto del sempre tonico garbato e decisivo intelletto e la forte capacità di governance di Mario Draghi e della banca che lui guida.
ILVero stato della salute farmaceutica
Alessandra Servidori 23 GIUGNO 2016
http://formiche.net/2016/06/24/il-vero-stato-di-salute-della-ricerca-farmaceutica-italia/
La ricerca farmaceutica consente di donarci veramente anni di vita e il Presidente Massimo Scaccabarozzi,durante l’assemblea annuale entra a gamba tesa nella relazione irrituale e molto tonica nelle stime di Farmindustria sulla ricerca di farmaci sempre più innovativi che assicurano aspettativa di vita di quindici secondi al minuto, sei ore al giorno e 3 mesi all'anno. I dati sono chiarissimi : in Italia dagli anni '80 la mortalita' e' scesa del 35% e per le patologie croniche ancora di piu' (45%); dagli anni '90 la sopravvivenza a 5 anni da neoplasie e' cresciuta dal 39% al 57% per gli uomini e dal 53% al 63% per le donne; dagli anni '90 la mortalita' da HIV si e' ridotta di oltre il 90%; negli ultimi 10 anni la quota di malati che possono essere curati da epatite C e' salita dal 43% al 96%. L’Italia vanta vere e proprie eccellenze nelle Terapie Avanzate e nelle malattie rare poiché è con orgoglio che NON dobbiamo dimenticare che il primo farmaco al mondo basato sulle cellule staminali per una patologia rara per la riparazione della cornea è stato approvato in Europa, e ancora il settore dei vaccini nel quale l'Italia puo' vantare centri di ricerca e produzione tra i piu' rilevanti al mondo. Il nostro Paese e' campione anche nei derivati del sangue con importanti investimenti nazionali e internazionali. Misurare i risultati migliora le cure e ottimizza la spesa e il futuro dei sistemi sanitari si fonda sempre più sulla misurazione complessiva dei risultati delle terapie e si tratta di modelli di valutazione basati sulla collaborazione tra istituzioni,pazienti,e tutta la comunità scientifica. Così insieme sarà più forte lavorare per la salute,lavorare con la nostra ricerca,lavorare per la vita ,per assicurare che alcuni bambini possano non morire a causa del morbillo perché non vaccinati, perché è importante che sulla resistenza agli antibiotici,come ha segnalato il Word Economic Forum ,le imprese farmaceutiche si siano impegnate a investire nello sviluppo di nuovi antibiotici per far fronte a questa emergenza globale: perché nel caso delle terapie oncologiche la qualità di vita è cresciuta e la speranza è diventata realtà per donne e uomini,bambini che sono pazienti non più attori passivi ma sempre co-protagonisti della scelta terapeutica. Così insieme ,la stessa medicina di genere cresce e aiuta a trattare le malattie che colpiscono le donne,e uomini e bambini,con una ricerca clinica avanzata e numerosissimi centri nell’oncologia,nelle malattie rare,nelle biotecnologie,nelle terapie avanzate,con realtà innovative nelle nostre imprese. Dunque siamo avanti e con forza guardiamo alla vita.
ALE' SUL SOLE24ORE:In guardia giovani mamme lavoratrici!
ALESSANDRA SERVIDORI ALE' SUL SOLE 24 ORE In GUARDIA GIOVANI MAMME LAVORATRICI! 21 giugno 2016
http://job24.ilsole24ore.com/news/Articoli/2016/06/dimissioni-storia http://job24.ilsole24ore.com/news/Articoli/2016/06/dimissioni-servidori-
21 giugno 2016 |
Figli&lavoro - Cambia la normativa di verifica delle dimissioni, ma aumentano le lavoratrici madri che «lasciano»: i numeri del Ministero |
21 giugno 2016 |
Figli&lavoro (2) - Dimissioni in bianco, una storia infinita di interventi e di modifiche |
DUE SIGNORE AL COMANDO
Alessandra Servidori DUE SIGNORE al COMANDO 20 giugno 2016
Ebbene si’ hanno vinto due signore le due capitali che hanno fatto la Storia dell’Italia.Una storia faticosa e straordinaria che da tutto il mondo è conosciuta come cultura , sapere,sacrificio,responsabilità,libertà ,ultimamente un po’offuscata dalla disgraziata storia recente. Vogliamo con tutte le nostre forze essere ottimiste e come si fa tra donne d’onore (in verità non è scontato che ci sia questa bella cultura generalizzata!)- noi lo abbiamo affermato su queste pagine più volte- è giunta l’ora di cambiare passo. Non siamo mai state gufe né filogovernative, semplicemente accuratamente attente a ciò che succede nella nostra bell’Italia con uno sguardo molto particolare alle politiche economiche e del lavoro. E su questo,ora per le due vincitrici e anche tutti gli altri che hanno espugnato delle roccaforti della mala politica, sono attese,le prove dei fatti oltre le promesse. Sconfitta la politica dell’interdizione e dell’arroganza, superata la demagogia dei puri ( che non sono da nessuna parte), sconfitto il partito della nazione e il governo di unità nazionale come invece ha funzionato e funziona in Germania,ora la palla è in mano ad un bipolarismo PD e 5Stelle e sulle persone che hanno vinto,donne e uomini ,indifferentemente che rappresentano facce pulite e magari anche competenti. A Renzi suggeriamo ,come sempre, di abbassare i toni e ammettere che il voto NON è stato dato solo dai problemi delle città, ma anche da una insopportabile Santa Alleanza che lui ha costruito con personaggi coinvolti in brutte e non marginali vicende giudiziarie. E da quell’idea di Paese che non è comprensibile ai più legata ad una bulimia di potere e immagine, tutta proiettata ad ambizioni internazionali senza meditare su una realtà evidente : le riforme vanno fatte con una strategia di sintesi essenziale e condivisa da una maggioranza vera e non a suon di strappi di fiducia, tenendo il motore acceso con la presunzione della completezza e la rabbia in corpo. Sì siamo arrivati a questo punto non per colpa di proposte avversarie deboli, come ancora qualcuno afferma , ma per errori nel non fare programmi di risanamento della spesa pubblica, di investimenti nelle piccole imprese, nel massacrare i territori con una sicumera di saper governare un sistema economico che denunciava corruzione, mancanza totale di politica industriale e adeguata ed equilibrata politica fiscale. E’ vero che alcune riforme sono andate avanti ma non si vedono risultati e soprattutto troppi contrastanti i numeri dell’economia reale e non quella sciocca idea che la gente “percepisce”.La gente vuole capire bene e non sopporta l’autarchia, soprattutto un sistema di governo politico schizofrenico che sembra un caleidoscopio che si forma e si sforma a seconda degli interessi di pochi e non del bene comune di tutti o almeno di molti. Non vogliamo ingovernabilità e confusione vogliamo le nostre città governate con buonsenso comprendendo i problemi e sapendo come si intende risolverli. Attorno alla parità tra donne e uomini messi alla prova sul governo di grandi e piccole città con i loro problemi si snoda anche un’ ultima possibilità del cerchio renziano ammaccato di cominciare ad abbassare i toni. Renzi dunque fuori e dentro il Pd cerchi le competenze vere perché occorre che progetto e programma per l’Italia viaggino sulla stessa lunghezza e con vigore. Si avviino, si instaurino,si precisino, si avviino e proseguano e il procedere non è scontato perché esige l’accettazione dell’idea del cedimento della sovranità a tutti i costi e non una bizza umorale e una pulsione leaderistica che annienta chi non la pensa uguale. Non il lanciafiamme non più giovane ma ancora molto irruente toscano che ha perso e deluso la sua terra e l’Italia, ma la tenacia del buonsenso perché l’odio che si scatena e porta tempesta è solo autolesionista. E poi noi non siamo disponibili a lasciarci sottomettere.
IN MEMORIA DI JO
Alessandra Servidori IN MEMORIA DI JO 18 giugno 2016 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
In guardia italiani! La ferocia della battaglia politica ha colpito JO COX deputata inglese che difendeva i suoi valori sulla strada del referendum per una Europa unita che, se tale vuole diventare e restare, deve ritrovare i principi e le regole del tutto incompatibili con un modello basato sul ruolo centrale dello Stato e della spesa pubblica nello sviluppo dell’economia. La logica difensiva e geograficamente limitata non è sostenibile sul fronte europeo insieme ad una rivendicazione di una libertà d’azione sullo scacchiere mediterraneo e mediorientale,così come interessi di potenza e sospetti ambizioni coloniali. Ogni Stato deve essere in grado di svolgere con autorevolezza dialoghi di mediazione,di pace,di sviluppo economico,fonte di risorse e opportunità potenzialmente illimitate, se tutti gli stati sovrani non commettono sbagli e mancanze soprattutto istituzionali. Le istituzioni deputate al controllo della vita politica mostrano la loro insufficienza davanti alla crescita di fenomeni corruttivi e così le elites che ne sono lucidamente consapevoli e coscienti scelgono obbligata la ricerca di altre strade e alternative. La teoria del vincolo esterno parte in tutti gli Stati e molto di più per l’Italia dal presupposto dell’impossibilità di trovare le forze e di creare le condizioni per riformare il nostro sistema ammalato da una congenita instabilità. Solo l’Europa può costringerci a fare cambiamenti e le riforme necessarie ed è stata la grande crisi del 2008 ad attivare il vincolo esterno ma a scapito evidente della dignità nazionale,ed è comunque stato già tardi poiché la democrazia consociativa continua ad essere un sistema di governo permanente con la relativa spartizione delle risorse con una dittatura di regime parlamentaristico imposta da chi non è stato eletto. E’ stata la morte della Patria delle culture politiche e degli stessi assetti istituzionali in preda a tendenze populiste e demagogiche con l’estremismo delle antiche ideologiche antisistema che risorge costantemente e accentua l’ingovernabilità e il declino economico,sociale e morale del paese galleggiando in una crisi infinita. Non conoscevo prima di oggi la deputata COX ma leggendo i suoi appelli sempre vigorosi ma mai violenti ,nella sua passione politica assumendosi la responsabilità di difendere la democrazia più semplice e solida si ritrova il senso più nobile di un impegno ad andare avanti sulla strada dell’unione ,sentendoci parte di un percorso faticoso che possiamo e dobbiamo compiere assieme coerentemente, anche imparando da un’altra donna di nome Angela che ha saputo in poco tempo accogliere un milione e quattrocentomila migranti, trovare loro lavoro, irrobustire un sistema di alternanza istruzione,formazione,lavoro che fa della Germania, buona maestra, un esempio virtuoso di bassissima disoccupazione. Cerchiamo dunque di imparare ad esprimere opinioni pacifiche e civili lungimiranti e pragmatiche, abiurando odio veleno ferocia.
DOPO DI NOI :una legge dalla parte dei più deboli
Alessandra Servidori .
C’è un nuovo quadro normativo che tutela le persone con disabilità grave ma che non godono di sostegno familiare:è passato infatti alla Camera http://www.camera.it/_dati/leg17/lavori/stampati/pdf/17PDL0021150.pdf definitivamente, il testo di legge “Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno famigliare»per l’assistenza sul “dopo di noi”. Era stato già approvato con modifiche, al Senato, nel maggio scorso. La platea di riferimento del provvedimento è quella costituita da persone con disabilità grave e prive di sostegno familiare: si parla quindi di persone cui mancano i genitori o che li hanno, ma non sono in grado di provvedere ai bisogni dei figli. Il dopo di noi, almeno secondo lo scopo del provvedimento, dovrebbe cominciare a funzionare già quando i genitori della persona disabile – se esistono – sono ancora in vita, valorizzando il coinvolgimento degli stessi soggetti. Il provvedimento contiene le nuove norme in materia di assistenza alle persone con disabilità grave dopo la morte dei genitori. Era atteso da anni dalle associazioni dei portatori di handicap che hanno molto contribuito a migliorare il dispositivo. La norma si inserisce in un contesto giuridico che solo dal 1992, con la legge 104, ha cominciato a occuparsi di questa materia. Fu proprio questa norma a introdurre la nozione di «disabile grave» ovvero «un soggetto che a causa di una minorazione, singola o plurima, abbia ridotto l’autonomia personale, correlata all’età, in modo da rendere necessario un intervento assistenziale permanente continuativo e globale». Sei anni più tardi, nel 1998, con la legge 162 sono stati organizzati presso Comuni, Regioni ed enti locali programmi di aiuto alle persone disabili. Ma fino ad oggi non era previsto nessun regime particolare per le persone disabili a cui viene a mancare il sostegno familiare. Per la prima volta viene istituito un Fondo specifico, con 90 milioni di euro per quest'anno, 38,3 milioni per il 2017 e 56,1 milioni dal 2018. Previste anche agevolazioni e sgravi fiscali per il patrimonio che i genitori decideranno di lasciare in eredità per la cura dei loro figli, affidandolo ai parenti o a enti e onlus. La legge prevede inoltre un 'progetto individuale di cura e assistenza del disabile', da mettere a punto ancor prima che vengano a mancare i parenti. In sostanza, i genitori potranno decidere a chi affidare la gestione del figlio disabile e del patrimonio destinato al suo sostegno già durante la vita familiare, senza aspettare che uno dei due venga a mancare.: entro 6 mesi dall’entrata in vigore della legge, con un decreto, bisognerà chiarire come si accede alle misure di protezione. Il Fondo dovrà servire a realizzare interventi concreti, anche per esempio in ottica abitativa, o a sviluppare programmi che aiutino i soggetti a potersi gestire in futuro nella vita quotidiana, con maggiore autonomia. Sarà inoltre possibile la detrazione delle spese per le polizze assicurative, finalizzate a questo tipo di tutela, e un incremento da 530 a 750 della detraibilità dei premi per assicurazioni versati per rischi di morte. In favore delle persone con disabilità, inoltre, ci saranno esenzioni e agevolazioni tributarie in alcuni casi, come nell’ambito della costituzione di trust o di quei vincoli di destinazione per beni immobili o mobili iscritti in pubblici registri. L’obiettivo primario, però, deve essere unicamente l’inclusione sociale e la cura del soggetto che ne beneficia. La Legge prevede anche la cancellazione dell’imposta di successione e donazione per i genitori, per esempio per la casa di proprietà. Il trust è una forma di protezione legale che ben si inquadra nell'ambito del "dopo di noi".Prevede la destinazione di alcuni beni da parte di una persona a vantaggio di uno o più soggetti. L'amministrazione dei beni, da parte di un terzo individuo, ha lo scopo di realizzare un programma di azioni a beneficio di chi si vuole tutelare. Tradotto in italiano dall’inglese, il termine trust significa “fiducia”. Rappresenta infatti uno strumento basato su un rapporto fiduciario tra i soggetti coinvolti. La conservazione del termine in inglese rivela pure che il trust ha origine anglosassone: nasce infatti negli ordinamenti di “common law”, in cui la giurisprudenza si basa sulle sentenze precedentemente pronunciate dai giudici. Un sistema diverso da quello dei Paesi come l’Italia, in cui vige un ordinamento fondato su codici. La legittimazione del trust nel nostro Paese deriva dalla ratifica della Convenzione dell'Aja del 1° luglio 1985 sulla legge applicabile ai trust e al loro riconoscimento, avvenuta con legge 16 ottobre 1989 n° 364, entrata in vigore il 1° gennaio 1992. Nell’articolo 2, comma 1, la Convenzione definisce i trust. Come tradotto dall’associazione “Il Trust in Italia”: Nell’ambito del “dopo di noi”, è una soluzione che garantisce assistenza ai disabili. Infatti, il disponente – in genere il genitore o un parente – destina propri beni al fondo appositamente istituito, assicurandosi così che il patrimonio verrà usato a beneficio della persona disabile. Con il trust la tutela può anche estendersi al disponente stesso, come pure agli altri membri della famiglia.
TERZO SETTORE :finalmente la legge delega
Alessandra Servidori
FINALMENTE IL RIORDINO DEL TERZO SETTORE
Commento al Disegno di legge: "Delega al Governo per la riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del Servizio civile universale" (2617).
La Camera dei Deputati il 25 maggio 2016 ha dato il via libera definitivo alla nuova normativa-n.2617- sul Terzo settore , che introduce innovazioni molto attese nel mondo del volontariato e del non profit, dopo l’ulteriore esame del Senato avvenuto il 30 marzo 2016 .E’ importante il riordino di questo settore in quanto il bilanciamento tra tempi di vita e di lavoro per i lavoratori e le lavoratrici spesso in un sistema sussidiario tra servizi pubblici e privati, chiama in causa questi centri di servizio per il volontariato accreditati e dunque di sostegno all’organizzazione del lavoro e delle famiglie. Questo settore chiamato sempre terzo ma destinato a diventare sempre più importante, coinvolge 300 mila organizzazioni non profit, per un valore di 63 miliardi di euro nel solo 2011, ma anche 6,63 milioni di italiani, vero motore del terzo settore. Uno sforzo che ha colto tutte, le tante criticità che hanno impedito al Terzo Settore di essere il volano sociale, ma anche economico, del nostro Paese, perché spesso ingessato in un abito stretto e burocratico. Una “carta d’identità” che aiuta a configurare e tracciare il perimetro del Terzo settore, che comporterà anche un Registro Unico Nazionale, suddiviso in specifiche sezioni. Uno strumento il più possibile trasparente, accessibile e continuamente aggiornato. Le novità sono davvero tante, dalla riforma dei Centri di Servizio per il Volontariato, all’ introduzione di misure agevolative volte a favorire gli investimenti delle imprese e delle cooperative sociali, all’ istituzione del Servizio Civile Universale, alla revisione dei criteri di accesso all’istituto del 5 per mille , alla nascita della Fondazione Italia Sociale. La decisione del Governo di investire in questo ambito è tangibile, anche in termini economici, se si pensa non solo agli stanziamenti nella Legge di Stabilità, (140 milioni nel 2016, 190 per il 2017 e il 2018), ma anche al Fondo per sostenere i progetti delle associazioni delle organizzazioni di volontariato. Con questa riforma, e con i successivi decreti legislativi, si dà piena attuazione a quanto previsto dall’ articolo 118 della Carta Costituzionale ovvero l’impegno programmatico delle istituzioni della Repubblica nel favorire “l’autonoma iniziativa dei cittadini per lo svolgimento di attività di interesse generale”. Un breve sviluppo del testo ci aiuta a comprenderne l’importanza,ovviamente legata al percorso delle deleghe .Il Terzo settore viene definito (art.1) come il complesso degli enti privati costituiti con finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale che, senza scopo di lucro, promuovono e realizzano attività d'interesse generale, mediante forme di azione volontaria e gratuita o di mutualità o di produzione e scambio di beni e servizi, in coerenza con le finalità stabilite nei rispettivi statuti o atti costitutivi. Viene tuttavia precisato che non fanno parte del Terzo settore le formazioni e le associazioni politiche, i sindacati e le associazioni professionali di categorie economiche e stabilito che alle fondazioni bancarie, in quanto enti che concorrono al perseguimento delle finalità della presente legge, non si applicano le disposizioni contenute in essa e nei relativi decreti attuativi. Nei decreti è prevista (art.4) la stesura di un Codice per il Terzo Settore contenente le disposizioni generali applicabili a tutti gli enti, la definizione delle forme e delle modalità di organizzazione, amministrazione e controllo, nonché le modalità di tutela dei lavoratori e della loro partecipazione ai processi decisionali. In particolare, è evidenziata la necessità di istituire un registro unico del settore per superare la molteplicità dei registri locali e nazionali. Il nuovo registro unico, la cui responsabilità di gestione dovrà essere posta in capo al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, si porrà come porta di accesso ai benefici fiscali. L’iscrizione dovrà essere obbligatoria per i soggetti che si avvalgono di finanziamenti pubblici, europei o di fondi privati raccolti attraverso pubbliche sottoscrizioni. Iscrizione tassativa anche per le realtà che esercitano attività in convenzione con enti pubblici. Per evitare forme di dumping contrattuale, si stabilisce che le imprese del Terzo settore dovranno garantire, negli appalti pubblici, condizioni economiche non inferiori a quelle previste dai contratti collettivi nazionali di lavoro adottati dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative.L'articolo 5 disciplina la delega finalizzata al riordino ed alla revisione della normativa in tema di attività di volontariato, di promozione sociale e di mutuo soccorso. Viene richiamata in particolare la necessità di valorizzare i princìpi di gratuità, democraticità e partecipazione dell’iniziativa volontaristica. I decreti legislativi dovranno introdurre, tra l'altro, criteri e limiti relativi al rimborso spese per le attività dei volontari, preservandone il carattere di gratuità e di estraneità alla prestazione lavorativa. L'istituzione del Consiglio nazionale del Terzo settore, quale organismo di consultazione degli enti del Terzo settore a livello nazionale, vuole superare il sistema degli Osservatori nazionali per il volontariato e per l'associazionismo di promozione sociale. In tema di impresa sociale (art.6) i decreti legislativi dovranno, tra l'altro, procedere ad una precisa qualificazione dell'impresa sociale quale organizzazione privata che svolge attività d'impresa per finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale e destina i propri utili prioritariamente al conseguimento dell'oggetto sociale, adotta modalità di gestione responsabili e trasparenti, favorisce il più ampio coinvolgimento dei dipendenti, degli utenti e di tutti i soggetti interessati alle sue attività e quindi rientra a pieno titolo nel complesso degli enti del Terzo settore.L'articolo 7 individua i criteri che dovrà seguire la riforma delle funzioni di vigilanza, monitoraggio e controllo sugli enti del Terzo settore. Le funzioni sono esercitate dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in collaborazione con i Ministeri interessati e con l'Agenzia delle entrate, nonché, per quanto concerne gli aspetti inerenti alla disciplina delle organizzazioni di volontariato di protezione civile, con il Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri. L’art.8 indica la necessità di riformare il Servizio civile nazionale volontario per i giovani tra i 18 e i 28 anni, traghettando l’attuale sistema verso un nuovo “servizio civile universale” stabilendo alcuni princìpi e criteri direttivi tra i quali:la difesa non armata della Patria e la promozione dei valori fondativi della Repubblica;la definizione di uno stato giuridico specifico per chi presta un tipo di servizio che non deve in alcun modo essere associabile ad un rapporto di lavoro e dunque non deve essere soggetto a tassazione;un meccanismo di programmazione, di norma triennale dei contingenti di giovani italiani e stranieri regolarmente soggiornanti di età compresa tra 18 e i 28 anni che possono essere ammessi, tramite bando pubblico, al servizio civile universale;un limite di durata del servizio, non inferiore a otto mesi complessivi, e comunque, non superiore ad un anno,l'organizzazione delle attività dovrà adattare le finalità del servizio con le esigenze di vita e di lavoro del volontario;valorizzazione delle competenze acquisite sul campo.L'articolo 9 stabilisce i princìpi e i criteri direttivi per introdurre misure agevolative e di sostegno economico in favore degli enti del Terzo settore e di procedere al riordino e all'armonizzazione della relativa disciplina tributaria e delle diverse forme di fiscalità di vantaggio. Tra i princìpi e i criteri direttivi indicati: la revisione complessiva della definizione di ente non commerciale ai fini fiscali, anche connessa alle finalità di interesse generale perseguite dall'ente; la razionalizzazione delle agevolazioni fiscali connesse all'erogazione di risorse al terzo settore; la riforma dell'istituto del cinque per mille, anche con lo scopo di rendere noto l'utilizzo delle somme devolute con tale strumento normativo;la razionalizzazione dei regimi fiscali di favore relativi al terzo settore.Prevista anche, in favore degli enti, l’assegnazione di immobili pubblici inutilizzati, nonché dei beni immobili e mobili confiscati alla criminalità organizzata. Pensata come una istituzione capace di attrarre le donazioni di imprese e cittadini – prestiti, erogazioni a fondo perduto o anticipazioni di capitale –a favore degli enti del Terzo settore, la “Fondazione Italia Sociale” (art. 10) opera nel rispetto del principio di prevalenza dell'impiego di risorse provenienti da soggetti privati, svolge una funzione sussidiaria e non sostitutiva dell'intervento pubblico ed è soggetta alle disposizioni del codice civile, delle leggi speciali e dello statuto, senza obbligo di conservazione del patrimonio o di remunerazione degli investitori.Con una dotazione di 1 milione di euro per l'anno 2016, sostiene, mediante l'apporto di risorse finanziarie e di competenze gestionali, la realizzazione e lo sviluppo di interventi innovativi da parte di enti del Terzo settore, caratterizzati dalla produzione di beni e servizi con un elevato impatto sociale e occupazionale e rivolti, in particolare, ai territori e ai soggetti maggiormente svantaggiati. L'articolo 11 indica le disposizioni di copertura finanziaria. Presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali è istituito per il solo 2016 un Fondo articolato in due sezioni (la prima di carattere rotativo, con una dotazione di 10 milioni di euro, la seconda di carattere non rotativo, con una dotazione di 7,3 milioni di euro) destinato a sostenere lo svolgimento di attività di interesse generale attraverso il finanziamento di iniziative e progetti promossi da organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale e fondazioni. Il provvedimento prevede (art. 12) che entro il 30 giugno di ogni anno il Ministero del lavoro e delle politiche sociali trasmetta alle Camere una relazione sull'attività di vigilanza.
Importantissime tra le finalità perseguite dalla delega è la revisione della disciplina contenuta nel codice civile in tema di associazioni e fondazioni, da attuare secondo precisi principi e criteri direttivi:semplificazione e revisione del procedimento per il riconoscimento della personalità giuridica;definizione delle informazioni obbligatorie da inserire negli statuti e negli atti costitutivi;previsione di obblighi di trasparenza e informazione anche con forme di pubblicità dei bilanci e degli altri atti fondamentali dell'ente nonché attraverso la loro pubblicazione nel suo sito internet istituzionale;disciplina del regime di responsabilità limitata delle persone giuridiche;garanzia del rispetto dei diritti degli associati;applicazione alle associazioni e fondazioni che esercitano stabilmente attività di impresa, delle norme del codice civile in materia di società e di cooperative e mutue assicuratrici (di cui ai titoli V e VI del libro V) in quanto compatibili;disciplina del procedimento per ottenere la trasformazione diretta e la fusione tra associazioni e fondazioni, nel rispetto del principio generale della trasformabilità tra enti collettivi diversi introdotto dalla riforma del diritto societario. L’impresa sociale dovrà avere queste caratteristiche: svolgere attività d'impresa per finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale;destinare i propri utili prioritariamente al conseguimento dell'oggetto sociale; adottare modalità di gestione responsabili e trasparenti; favorire il più ampio coinvolgimento dei dipendenti, degli utenti e di tutti i soggetti interessati alle sue attività.I decreti delegati dovranno :individuare i settori in cui può essere svolta l'attività d'impresa nell'ambito delle attività di interesse generale;prevedere le forme di remunerazione del capitale sociale che assicurino la prevalente destinazione degli utili al conseguimento dell'oggetto sociale;prevedere il divieto di ripartire eventuali avanzi di gestione degli utili al conseguimento degli obiettivi sociali;prevedere l'obbligo di redigere il bilancio;coordinare la disciplina dell'impresa sociale con il regime delle attività di impresa svolte dalle organizzazioni non lucrative di utilità sociale;prevedere la nomina, in base a principi di terzietà, di uno o più sindaci con funzioni di vigilanza. E' infine previsto il riordino della disciplina tributaria e delle varie forme di fiscalità di vantaggio a favore degli enti del Terzo settore, da attuare in base alle seguenti linee-direttrici :revisione complessiva della definizione di ente non commerciale ai fini fiscali, anche connessa alle finalità di interesse generale perseguite dall'ente;razionalizzazione delle agevolazioni fiscali connesse all'erogazione di risorse al terzo settore;riforma dell'istituto del cinque per mille, anche con lo scopo di rendere noto l'utilizzo delle somme devolute con tale strumento normativo;razionalizzazione dei regimi fiscali di favore relativi al terzo settore;introduzione di misure per la raccolta di capitali di rischio e, più in generale, per il finanziamento del Terzo settore;assegnazione di immobili pubblici inutilizzati;revisione della disciplina delle ONLUS. Seguiremo con grande attenzione lo sviluppo delle deleghe.
Perché la morte con prepotenza delle tante donne private del diritto alla vita non sia vana.
Alessandra Servidori Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Perché la morte con prepotenza delle tante donne private del diritto alla vita non sia vana.
Forza donne italiane,forza! Delitti atroci inspiegabili assurdi che lacerano gli affetti,donne barbaramente uccise,violenze operate sia dagli assassini che da una giustizia e un sistema di società ancora profondamente maschilista che davvero non vuole risolvere questo orrore che si ripete. Uomini che ammazzano selvaggiamente le compagne che possiedono e non amano. Bisogna smettere di indignarsi e basta, bisogna smettere di farne spettacoli televisivi e teatrali, bisogna smettere di firmare protocolli che non si applicano sul territorio. Cambiare dunque la cultura della violenza nella nostra società per aiutare la nuova e giovane Italia che cresce ad avere rispetto l’una dell’altro. La giustizia italiana tollera il femminicidio reputandolo un reato minore e persino le Nazioni Unite hanno individuato in Italia il problema grande di inciviltà. Le donne ammazzate sono protagoniste della leggerezza irriverente del talk show sui fatti di sangue,spot e campagne della Presidenza del Consiglio dispendiose sono quasi ridicole. Prevale sempre l’idea di amore malato quando la belva è maschio e gli vengono offerte dagli psichiatri professoroni attenuanti di impossibili giustificazioni che consentono poi sentenze miti. Noi ci ribelliamo e non accettiamo i protocolli di intesa che non entrano nelle scuole e nella società per far capire quanto la malvagità e la prepotenza di una prevaricazione di un popolo su di un altro sia sleale e illegittima. Il male va conosciuto e allontanato con argomenti di comprensione, verità e storia e agisce sulle coscienze dei giovani e delle giovani generazioni. Il rispetto dell’identità femminile e il ruolo delle donne va approfondito conosciuto e discusso nelle aule scolastiche nei centri di aggregazione giovanili con buonsenso e professionalità duratura e costruttiva senza delegare a improbabili corsi di gender di parolai il compito di ristabilire un ordine naturale di riconoscenza e convivenza aiuto e reciprocità tra bambini e bambine ,ragazzi e ragazze,uomini e donne grandi e più grandi.
ELEZIONi e politica : donne sulle onde donne sugli scogli
Alessandra Servidori ELEZIONI e politica : Donne sulle onde e donne sugli scogli dell’economia
Il giovane e spavaldo Presidente del Consiglio paga la sua arroganza ma la fa pagare anche a noi : prima verso gli elettori e le elettrici molto arrabbiati per la situazione di declino del paese,poi per l’avanzata dei movimenti e dei partiti protestatari sui quali ormai una buona parte degli italiani si va affidando .E oltre tutto dobbiamo anche difenderci dall’ironia della stampa internazionale che ci massacra, mentre nel mediterraneo non solo affondano i barconi e noi siamo gli unici che salviamo i disperati da morte certa,ma la malavita prolifera là dove lo Stato non c’è. All'indomani del primo turno delle elezioni comunali in Italia, l'exploit della candidata del Movimento cinque stelle a Roma, Virgina Raggi, sottolinea la vittoria dell'esponente avvocato "anti-establishment" e il grande vantaggio di Raggi sugli avversari. La dimostrazione di forza per il populista Movimento 5 Stelle al primo turno delle elezioni pone non c’è dubbio una sfida al primo ministro Matteo Renzi che non accenna ad accusare il colpo ricevuto sulla capitale dell’Italia.Si convinca Renzi : Raggi vince il primo turno per diventare la prima donna sindaco della Città eterna e pur non avendo la maggioranza assoluta parteciperà al ballottaggio per Roma, la città degli eterni problemi diventata anche la capitale della corruzione continua .Così anche a Bologna la stanchezza e l’astenia politica apre la strada alla seconda donna sotto i riflettori di queste disgraziate elezioni comunali : Lucia Borgonzoni leghista e candidata del centro destra porta Virginio Merola PD al ballottaggio ,là dove la rossa Bologna è diventata così sempre più rosa. A Napoli la candidata Valeria Valente Pd va subito a casa mentre a Torino Chiara Appendino sempre 5 Stelle se la gioca con Piero Fassino PD della vecchia guardia. In buona sostanza attendiamo i risultati che strada facendo ci vengono consegnati ma quello che ci preoccupa non poco ora è la situazione della nostra bella penisola e della crisi che questi comuni dovranno affrontare. Cittadini e cittadine.. La spesa pubblica, elevatissima e causa di una pressione fiscale abnorme, non accenna a calare. Lo scorso anno essa è aumentata di 52 miliardi di euro e le tasse sono cresciute di quasi 26 miliardi. Rispetto al 2014, nel 2015 le uscite correnti del bilancio pubblico sono passate da 483,8 miliardi a 536,4 miliardi, mentre le entrate tributarie suono salite da 407,5 miliardi a 433,4 miliardi. Questi i dati di analisi congiunte Centro studi di Unimpresa Cgia sull’andamento del bilancio pubblico nel 2015 e nel 2014. Con numeri come quelli esposti, l’esigenza essenziale dello Stato per rendere sostenibile il suo bilancio, sarebbe quella di un buon aumento del pil, aiutato da una riduzione delle spese in conto capitale, stante una situazione di bassi tassi perdurante per il tempo del Quantitative easing. L’Ufficio studi della Cgia ricorda che dall’inizio della crisi (2007) ad oggi, nel nostro Paese il pil è sceso di oltre 8 punti, i consumi delle famiglie di 6,5 punti e gli investimenti quasi 27,5 punti percentuali. La disoccupazione, invece, è pressoché raddoppiata. Se nel 2007 ammontava al 6,1%, il dato medio del 2015 oscilla tra l’ 11,4% e il 12%. Per recuperare il terreno perso ci vorrà molto tempo. Se nel prossimo futuro il pil crescesse di almeno 2 punti ogni anno, il nostro Paese tornerebbe alla situazione pre-crisi solo nel 2020. E così non sarà; l’Ocse rivede al ribasso le sue stime per il Pil italiano per il 2016, prevedendo una crescita all’1%, 0,4 punti percentuali in meno rispetto all’outlook di novembre. Confermata invece la stima di +1,4% per il 2017. Sia nel 2016 sia negli anni successivi (2017 e 2018) le entrate totali delle pubbliche amministrazioni dopo la legge di Stabilità non caleranno e anzi continueranno ad aumentare. Saliranno di 10,6 miliardi nel 2016 rispetto al 2015 (da 788,7 a 799,3 miliardi), di 20,7 miliardi nel 2017 rispetto al 2016 e di 25 miliardi nel 2018 rispetto al 2017.
DIRITTO E POTERE -Scena terza
Alessandra Servidori - Diritto e potere scena terza- 29 maggio 2016
Proseguiamo con il domestico testo della nostra caparbia volontà di “Illuminare” da qui a ottobre, le ragioni del dissenso che ci animano sul sentiero del governo renzista,in attesa del referendum sulla Costituzione modificata dall’animosità del giovane toscano che, non sopportando il dissenso, ci chiama inciucisti antiblebiscitari , con quel frasario da boy scout misto a conservatorismo che,in questo contesto,parliamo da riformisti conservatori, ci fa anche piacere. Nella seconda scena della narrazione intitolata Diritto e potere, abbiamo accennato ai provvedimenti che si trovano nel testo sottoposto al popolo italiano: cerchiamo di riprendere da lì . Una delle parole d’ordine che il trio boschirenziverdini ripete a manovella è “semplificazione politica all’insegna della realizzazione della governabilità e dl vero bipolarismo“ . Ma non è vero. Infatti il binomio Italicum/ Revisione Costituzione, porterà ad un partito della nazione ballerino a seconda delle convenienze desiderate dal giovanotto bulimico- o da chi vincerà- con un parlamento dittatoriale composto da una camera di nominati dai partiti che come un caleidoscopio si formeranno a seconda dell’ impavido opportunismo di una maggioranza e un para/senato di disegnati per di più con il doppio lavoro e l’immunità. La distanza fra il monocameralismo e il bicameralismo con il Senato trasformato in camera di regioni discreditate è evidentemente una scellerata scelta che pagheremo con un pasticcio nell’attività legislativa del paese e di immobilismo di sviluppo dello stesso . L’Italicum impedisce la competizione fra coalizioni al primo turno e proibisce gli apparentamento al ballottaggio : così al primo turno vi sarà una insalata russa di liste che con la soglia del 3%, mireranno semplicemente a conquistare qualche seggio e al ballottaggio i due partiti/liste rimasti in campo si cercheranno alleati che troveranno attraverso la compra/vendita di strapuntini. Le preferenze così si distribuiranno su tre poli. PD,5Stelle,Orfani della destra .Chi vincerà sottometterà con il ricatto. Così deve essere chiaro che non si costruisce un bipolarismo ma un inciucismo dittatoriale. La dittatura dunque è la forma di governo che verrà fuori da quanto hanno cambiato e dal chiaro ridimensionamento dei poteri del Presidente della Repubblica. Mattarella o chi per lui non dovrà più nominare il Presidente del Consiglio, che sarà automaticamente il capo del partito che avrà ottenuto il premio di maggioranza, e non potrà più opporsi allo scioglimento del Parlamento quando quel capo di maggioranza lo riterrà opportuno e benefico per i suoi interessi di partito. Vediamo allora di ritornare a palla sulle ragioni che ci mantengono lucidamente dissidenti. L’economia italiana, nonostante una confindustria Bocciana filogovernativa ma spaccata, per il secondo anno consecutivo, non aprirà la “finestra di opportunità” come declama Padoan per agganciare definitivamente la ripresa, visto che a fine anno,nella situazione più ottimistica, aumenteremo il pil di un punto (dopo che sempre il Pierpaolo assicurava il +1,6%). Ancora : i giornali tutti renziani ed epurati dai dissidenti continuano a giudicare positiva una congiuntura che ci vede crescere della metà della media euro e di un terzo della se pur instabile Spagna, esattamente arrancando non solo nel settore manifatturiero dietro la Gran Bretagna, Germania, Francia, dove siamo in coda su orario produttività e costo del lavoro. E sempre i mass media e i pupilli della comunicazione fasulla , si sbracciano nell’evocare il sole dell’avvenire sulla rivoluzione industria 4.0 quando, signori miei, ricordiamoci bene , stiamo parlando di epoche di rivoluzione industriale: 1-meccanizzazione,2-industrializzzazione,3automatizzazione ,4 –ora- dunque di digitalizzazione. Ma stiamo prendendoci in giro? Il contesto internazionale cambia uniformemente per tutti, ma l’Italia cresce sempre meno degli altri, siamo in una situazione di stagnazione-deflazione, di una mancanza di politica economica peraltro evidentemente sbagliate, con il debito pubblico di 2.229 miliardi il nuovo record storico, e non serve chiedere sui vincoli europei qualche decimale di flessibilità. Non possiamo correre dietro a questioni politiche interne, perché se andiamo a studiare o più semplicemente a leggere i dati sul nostro export vediamo con certezza che è frenato dai paesi “emergenti”. Il nostro export extra europeo in questo trimestre è il peggiore dal 2009, con 2,3 miliardi di minori incassi. Le crisi in Brasile e in Cina e in Nord Africa con i migranti ,e i rapporti con la Russia,la brexit della Gran Bretagna bloccano gli interscambi commerciali che abbiamo,e la produzione industriale dell’eurozona a marzo cala di 8 decimi (contro aspettative di crescita piatta), mentre quella di febbraio è stata ribassata da meno 0,8% a -1,2. Il saldo degli investimenti esteri in Italia è sceso dai quasi 13 miliardi del 2014 ai 2,4 del 2015 e non dà segni di recupero. La politica consiste nella capacità di creare le condizioni per le riforme. Insomma gli investimenti produttivi e la crescita sono la priorità non la campagna elettorale.
SICUREZZA SUL LAVORO
SICUREZZA SUL LAVORO : LEGGI ANALISI DEI TESTI IN DISCUSSIONE IN COMMISSIONE LAVORO a cura di Alessandra Servidori
http://formiche.net/2016/05/26/sicurezza-sul-lavoro-ecco-le-norme-confronto/