EBBENE NO NO AL DECRETO CIRINNA'
http://formiche.net/2016/01/09/perche-critico-il-ddl-cirinna/
Alessandra Servidori -Ebbene sì mi assumo la responsabilità di difendere la creatura
Leggo e molto e soprattutto recentemente l’informazione americana( con non poca fatica per scarsa conoscenza linguistica) ma ne vale la pena :è molto interessante e soprattutto non censura come il pensiero dominante “prorenzismo a prescindere” pare evidente abbia ammorbato le testate nostrane. Così succede che sul 26 gennaio prossimo giorno in cui approda in Parlamento il testo sulle unioni civili, il pensiero diverso è difficile poterlo leggere nelle esperienze che pur ci sono italiane su questa mercificazione dell’essere umano.Così suggerisco di linkare il Washington Post e leggere cosa racconta una certa signora Cook https://www.washingtonpost.com/news/morning-mix/wp/2016/01/07/i-am-not-having-an-abortion-a-surrogate-mothers-stand-against-reducing-her-triplets/ sul tema del suo utero affittato ad un signore che in cambio di sperma e di danaro le ha chiesto la commissione e poi,visto che la prestatrice d’opera si porta in grembo tre gemelli,ne ha chiesto la soppressione di”almeno uno”. Leggetelo e poi pensateci bene. Mi assumo fino in fondo la responsabilità di essere pubblicamente e personalmente contraria al testo delirante del decreto CIRINNA’. Sono convinta che l’affaire politico che contempla l’adozione del partners all’art.5 sia un obbrobrio e una bestialità costituzionale e civile , una svendita del valore della persona e non mi interessa quello che i vescovi politicizzati vogliono dare o non dare come placet ad una legittima manifestazione a favore della tradizione cristiana che contempla l’essere umano come frutto d’amore- certo- ma di unione carnale di una donna e di un uomo. Se si manifesta contro le leggi che questo governo propone e dispone con una arroganza indiscutibile, e vara una norma che non mi rappresenta in Parlamento, io ed altri abbiamo il diritto sacrosanto di manifestare il nostro dissenso nella forma più legittima che la Costituzione e il buonsenso dispone. Non ho bisogno di vescovi piloti o di monsignori catto/comunisti o di imput clericali ,mi assumo la responsabilità da cittadina libera e forte delle mie idee e valori di contrastare i provvedimenti dei governi senza invocare la morale cattolica. Se i preti sono pastori hanno come missione la parola di Dio e questo, il Vangelo insegna, è sempre la stagione delle manifestazioni e delle mobilitazioni perché un paese investa sulla famiglia reale e certo si occupa anche di avanzare sui diritti di altri ma senza soverchiare la natura delle cose terrene poiché l’umiltà,il disinteresse,la beatitudine che invoca per “i pastori” Francesco sono in parte terrene e verosimili per gli uomini e le donne della Chiesa –umiltà e disinteresse- ma la” beatitudine” è solo ed esclusivamente secondo la definizione laica uno stato di soddisfazione piena e perfetta, cioè costante e a cui non manchi nulla. I teologi però e dunque autorevoli fonti distinguono tra la ‘felicità’ terrestre «benessere»; ossia l’atto dell’uomo per cui questi, essere intelligente e libero, entra in possesso del Sommo Bene, fine ultimo cui lo destina la sua natura; e la beatitudine. come stato concreto dei beati, angeli e uomini . Le varie scuole teologiche hanno diversamente inteso l’atto beatificante, accentuandone ora l’aspetto affettivo, collocandolo in un atto di amore, ora quello speculativo, collocandolo in un atto dell’intelletto; sono comunque d’accordo nell’indicare l’inadeguatezza di ogni beatitudine di cui l’uomo può essere capace in questa vita con le sue forze, così da ritrovare solo nella vita futura – nella visione beatifica concessa soprannaturalmente da Dio – la realizzazione piena e perfetta della beatitudine. Non intendo polemizzare ,intendo chiaramente imputare a chi politicizza i temi etici con arroganza e spregio la sua ridicola onnipotenza terrena impedendo ad una creatura che è già persona, di crescere in un contesto di differenza di genere e di avere consapevolezza di essere stato merce di scambio comprato al supermercato dell’egoismo, della vanità e della viltà